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di Marco Santopadre – da Radio Città Aperta
Anche alle prossime europee la sinistra indipendentista basca non potrà partecipare.
Alle 3 di questa notte la maggioranza dei giudici che formano il Tribunale Supremo di Madrid, con il voto favorevole di 11 toghe su un totale di 16, ha deciso che la lista venga proibita perché rappresenterebbe un tentativo di continuare sotto altre forme l”attività politica di Batasuna, partito sciolto nel 2003 perchè considerato di natura terroristica. Giovedì scorso l”avvocato dello Stato JoaquÃn de Fuentes Bardajà aveva chiesto ai tribunali di bloccare “l”uso della lista come strumento di successione di Batasuna. (…) La partecipazione alla campagna elettorale di una lista che agisce al servizio di una organizzazione terrorista rappresenta un attacco allo stesso sistema democratico che non può essere accettato”, recitava la richiesta prontamente accolta. Poco importa che la lista “Iniziativa Internazionalista – Solidarietà tra i popoli” sia formata da esponenti non delle forze indipendentiste basche, ma esclusivamente da attivisti, dirigenti ed ex eletti di formazioni della sinistra marxista e progressista di tutte le regioni e le nazioni della Spagna: dal capolista Alfonso Sastre, madrileno, drammaturgo e scrittore di fama internazionale; ad Angeles Maestro, leader dell”organizzazione comunista spagnola ”Corrente Rossa” ed ex deputata di Izquierda Unida alle Cortes; l”avvocato Doris Benegas, dirigente di ”Sinistra Castigliana”, oppure una decina tra eletti e sindaci di Izquierda Unida in Andalusia.. E poi esponenti di associazioni, forze politiche, sindacati di Galizia, Catalogna, Asturie, Cantabria, Aragona, ed addirittura immigrati.
Tutti accomunati dalla volontà di portare in Europa i valori e i programmi della sinistra basca esclusa dalle istituzioni locali e statali a causa di un sistema legislativo e giuridico varato dall”asse Partito Socialista/Partito Popolare che contro i baschi ha istituito un vero e proprio sistema di apartheid. Per questo era nata Iniziativa Internazionalista, che da un mese sta presentando i suoi programmi e i suoi candidati non solo nelle città e nei quartieri del Paese Basco, ma anche a Barcellona e Madrid, Santiago e Siviglia, Valladolid e Saragozza, risvegliando attivisti ed elettori che da anni avevano rinunciato a votare, per la mancanza di una sinistra radicale e non omologata, o comunque non annichilita. Basta vedere la parabola elettorale di Izquierda Unida negli ultimi anni, ormai ridotta al lumicino ed abbandonata da buona parte del suo elettorato, per comprendere di cosa si parla. Nel programma elettorale della lista appena esclusa si può leggere una dura critica al tentativo del governo spagnolo e di quelli europei di far pagare ai lavoratori e alle classi popolari le conseguenze della crisi capitalistica più grave negli ultimi 80 anni; ci si schiera contro il Piano Bologna che la Commissione Europea attua contro le scuole e le università pubbliche, contro la Bolkenstein che privatizza i servizi pubblici a scapito dei lavoratori e degli utenti; si denuncia il razzismo e la discriminazione operata contro i migranti dalle varie istituzioni comunitarie; si chiede una rottura netta in Spagna con le culture, le politiche e le istituzioni ereditate dal regime fascista di Franco, che solo la morte nel suo letto dell”anziano dittatore tradusse in forme più moderne ed apparentemente democratiche ma conservandone nel fondo le aspirazioni e gli obiettivi di una elite politica, economica e religiosa mai rimossa dal potere. Un”accusa che a molti sembrerà esagerata, ma che la decisione del tribunale di Madrid non fa che confermare per l”ennesima volta in una Europa sorda e cieca di fronte alla continua e patente violazione di tutti i principi democratici formalmente garantiti in ogni paese e dalle leggi comunitarie.
Sastre ha immediatamente avviato una campagna di raccolta di firme a livello internazionale a sostegno della lista e del suo diritto a concorrere alle Europee. Angeles Maestro ha annunciato alla stampa che la lista farà ricorso al Tribunale Costituzionale per rigettare la assurda esclusione dalla competizione elettorale, ma le speranze che il massimo organo legislativo spagnolo smentisca il Supremo sono praticamente nulle. Un No al Supremo contraddirebbe un”impalcatura politica, ideologica e legale costruita negli ultimi dieci anni in base al teorema secondo il quale il compito dello Stato e dei suoi organi non è reprimere chi commette un delitto o compie atti illegali, ma semplicemente evitare con qualsiasi mezzo che un”opzione politica e sociale, quella rappresentata da Batasuna e da una miriade di organizzazioni popolari, associative e culturali, possa essere democraticamente rappresentata nel dibattito politico e nelle istituzioni.
Ma la assurdità dei principi contenuti nella Legge dei Partiti questa volta segna un inaudito salto di qualità nella violazione dei diritti democratici all”interno dello Stato Spagnolo e dell”Europa: priva del diritto all”elettorato attivo e passivo non solo un 15% degli abitanti delle regioni basche, ma anche di decine, forse centinaia di migliaia di persone in tutti i territori dello Stato. La già aberrante equiparazione tra l”attività armata e clandestina dell”ETA e quella politica e istituzionale pluridecennale di Batasuna è ampiamente superata; oggi ad essere proibite e messe fuori legge sono direttamente le idee, le aspirazioni, i programmi e gli obiettivi della sinistra alternativa e popolare basca. Ma anche spagnola, ed europea. Ma le varie organizzazioni della sinistra europea non si sono ancora mobilitate o quantomeno espresse a difesa dei colleghi spagnoli. Niente di nuovo sul fronte occidentale.
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