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Il consulente Genchi: leader dell”Mpa estraneo ai fatti
di Monica Centofante – antimafiaduemila.com.
In caso di rinvio a giudizio Raffaele Lombardo potrebbe chiedere il processo con rito immediato.
Il Presidente della Regione Sicilia avrebbe risposto così alle recenti indiscrezioni di stampa su possibili sviluppi dell”inchiesta che lo vede indagato a Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo le quali i pm Giuseppe Gennaro, Antonino Fanara, Iole Boscarino e Agata Santonocito avrebbero consegnato al procuratore capo facente funzioni Michelangelo Patanè, una corposa richiesta di rinvio a giudizio e sarebbero in attesa della sua firma, necessaria perché la richiesta stessa possa essere avanzata al gip.
La notizia è stata subito smentita dalla Procura catanese, che solo tre giorni fa ha parlato di “valutazione prematura”, ricordando che “il nostro ufficio sta lavorando e continua a farlo con serenità “. E che “in questa fase documenti e atti sono coperti dal segreto istruttorio”.Il procuratore Patanè, intanto, ha confermato proprio ieri a Blog Sicilia la conclusione delle indagini da parte dei magistrati catanesi e il deposito dell”atto finale di un lavoro di indagine durato oltre tre anni.
Sui tempi della decisione Patanè non si è espresso: “Non è come sfornare una pizza margherita – ha detto – ci sono persone di mezzo, la loro onorabilità . Mi faccia lavorare. Le assicuro che per oggi non ci sono novità “.
Per conoscere il destino della vicenda processuale di Raffaele Lombardo, di suo fratello Angelo e degli altri 54 indagati dell”inchiesta Iblis occorrerà quindi attendere ancora, forse fino al prossimo ottobre per come si apprende da ambienti investigativi, forse giorni o settimane, come dicono altre voci.
Nel frattempo i legali di Lombardo hanno depositato in Procura due memorie difensive e la rinuncia all”interrogatorio da parte del Governatore mentre il suo collegio difensivo si è arricchito della consulenza del perito informatico Gioacchino Genchi. In carica dallo scorso 20 aprile e già in grado di affermare che “la destrutturazione degli elementi di accusa” dimostra “l”assoluta infondatezza delle accuse del Ros e di taluni aspiranti mafiosi, già accreditati come tali negli atti di indagine, al solo fine di provare che anche Lombardo è mafioso”.
Genchi, consulente di decine di procure nei processi più delicati, è convinto dell””assoluta estraneità di Lombardo ai fatti che gli vengono contestati”. “Non conoscevo il presidente della Regione – ha tenuto a specificare – e sono note, per il resto, le mie posizioni: tutti sanno che non mi identifico per nulla nel suo presente politico, nonostante la benedizione del Pd, e ancora meno nel suo passato”. Ma “c”è una tempistica nelle accuse raccolte contro Lombardo che già da sola induce non poche riflessioni”.
Il consulente ha ripercorso la vicenda giudiziaria del leader dell”Mpa partendo dal novembre del 2009 e non ha risparmiato più di una stoccata al Ros: le prove contro il governatore, ha sottolineato, sono state raccolte “grattando il fondo del barile, ripescando fatti e circostanze che la stessa procura di Catania aveva già ritenuto non vere. Per il resto le accuse del Ros abbracciano un periodo di oltre 10 anni e incrociano vicende che conosco molto bene. Nelle informative vengono più volte indicate in modo errato le cariche istituzionali ed elettive ricoperte nel tempo da Lombardo, grazie alle quali egli avrebbe favorito la mafia. Viene fatto passare per deputato regionale, ad esempio in un”epoca in cui Lombardo era parlamentare europeo”.
Il consulente si è detto quindi “già in condizione di provare, ad esempio, che la notte precedente alle elezioni europee del 12 giugno 2004, quando Lombardo sarebbe andato a trovare a casa un presunto mafioso per ottenere il suo appoggio elettorale Lombardo si trovava in tutt”altra località della Sicilia”. A cento chilometri di distanza da lì.
Il riferimento è al presunto boss di Ramacca Rosario Di Dio che, in una conversazione intercettata da carabinieri del Ros, a un amico dice di avere ricevuto Lombardo e suo fratello Angelo, che gli avrebbero chiesto dei voti alla vigilia delle elezioni europee del 2004.
Il boss parla anche dell”abitudine del governatore di masticare tabacco di sigarette e si “lamenta” del mancato ricevimento di alcuni favori dai fratelli Lombardo, dai quali, secondo le stesse intercettazioni, non ottenne invece alcuna contropartita.
“Non posso dimostrare se e quante sigarette abbia mangiato quella notte Lombardo – ha proseguito Genchi -. Ma sono certo di potere dimostrare che le accuse del Ros sono del tutto infondate. Dall”alba all”apertura dei seggi, senza nemmeno dormire – ha concluso – quel mafioso sarebbe riuscito a fare avere a Lombardo i circa 100 mila voti che ha riportato in quella competizione elettorale, che nemmeno gli consentirono di venire eletto”.
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Fonte: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/34480/78.
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