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14 Dicembre 2009 - 09.39


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formalismiSulla proposta di candidatura di Giulietto Chiesa alle prossime elezioni regionali della Liguria si è sviluppata una singolare battaglia procedurale all”interno del Movimento di Beppe Grillo, che pure vanta di avere un Non-Statuto. Riportiamo i tratti salienti, con alcune considerazioni finali di Giulietto Chiesa.

 

 

Fabrizio Tringali e Carlo Di Bernardo, partecipanti a uno dei MeetUp genovesi di Grillo, hanno presentato la candidatura di Giulietto Chiesa anche in assemblea. Dopo le obiezioni formali ricevute, il 12 dicembre hanno scritto il seguente testo al MeetUp:

 

«Scopriamo con stupore, leggendo il blog del meet up (http://www.meetup.com/beppegrillogenova/boards/thread/8164778/30/), che Giulietto Chiesa viene escluso dalla lista dei possibili candidati alla presidenza della Regione.

Non ci aspettavamo che il meet up portasse avanti esclusivamente la candidatura di Giulietto Chiesa. La nostra era solo una proposta con molti punti di forza e di alto profilo, che aveva l”obiettivo e la speranza di unire realtà diverse e magari aiutare a comporre tristi divisioni tra movimenti, associazioni e gli stessi meet up. Volevamo potesse essere valutata da tutti, e votata insieme alle altre candidature presentate. Perciò il nostro rammarico non è una questione di principio, ma di merito e di metodo per come è stata fatta passare la questione (senza contare che in questo caso incredibilmente il meet up ha riproposto gli stessi meccanismi formalistici che hanno impedito a Beppe Grillo di candidarsi alla segreteria del PD.)

Motivazione (citiamo): “La candidatura di Giulietto Chiesa, per quanto graditissima, purtroppo non è valida: da una verifica approfondita effettuata nel dopo-riunione risulta che Chiesa, oltre a non essere residente in Liguria, ha cessato il suo ruolo di parlamentare europeo nelle file del Partito Socialista Europeo il 13/07/2009, come risulta anche dalla Wikipedia, quindi prima del termine minimo fissato di un anno di assenza di incarichi elettivi o di partito. Ringraziando per la disponibilità, purtroppo vige l”obbligo di declinare la candidatura.

Abbiamo attentamente verificato i prerequisiti necessari prima che la candidatura di Giulietto Chiesa venisse presentata. Da nessuna parte esiste un regolamento che richieda la residenza in Liguria. Esiste solo un regolamento delle liste civiche per le comunali che richiede la residenza nel comune dove ci si candida. La ratio è ovvia, e assolutamente condivisibile: evitare candidati ”paracadutati” da chissà dove, che non hanno nessun legame col territorio. Questa norma di buon senso era pienamente rispettata nel caso di Giulietto Chiesa, che è nato vicino a Genova, e vi ha vissuto e lavorato moltissimo tempo, salvo poi spostarsi. Ed è ovvio che la formalità della residenza era facilmente superabile.

Da nessuna parte è stato detto o scritto che non bisognava avere avuto incarichi elettivi nell”ultimo anno. Ovviamente nel caso non avremmo nemmeno proposto la candidatura.

La norma, leggibile sul blog, dice: «non aver rivestito nell”ultimo anno cariche dirigenziali, elettive, di nomina o amministrative all”interno di o per conto di partiti politici, a meno che non si tratti di una lista civica cinque stelle ”beppegrillo. it”».

Come tutti sanno, e come abbiamo tenuto a ribadire in riunione, ormai da moltissimi anni Giulietto non fa parte, né ha mai aderito a nessun titolo, a nessun partito. Da deputato europeo è stato membro dei gruppi parlamentari ALDE e PSE sempre esplicitamente come indipendente, quindi senza adesione o vincoli con partiti politici nazionali o internazionali.

Tutto questo circa il merito del problema, che già di per sé pone troppe perplessità, ma è stato soprattutto il metodo che ci ha deluso: chi aveva dei dubbi si è ben guardato dal sollevare la questione in assemblea, in modo che la si potesse discutere apertamente, salvo poi uscirsene poco dopo con l”esclusione di Giulietto, sancita all”interno del post delle ore 23.14: «da una verifica approfondita effettuata nel dopo-riunione….» ( per di più avvenuta senza nemmeno sentire preventivamente chi aveva avanzato la candidatura )

È triste vedere come fra coloro che in buona fede si propongono di costruire un”alternativa al ceto politico, vi siano già molti che agiscono replicando le peggiori modalità dei partiti istituzionalizzati.

 

Questo era il testo inviato al Meetup. La cosa ha avuto un seguito.

L”organizer del Meetup ha risposto (sul blog è possibile leggere tutto lo scambio: http://www.meetup.com/beppegrillogenova/boards/thread/8164778/0). L”organizer insiste con questo sillogismo: il PSE è un partito, essendo Chiesa nel gruppo PSE ne faceva parte, quindi purtroppo le regole impongono di escluderlo, nonostante sia riconosciuto come compagno, persona autorevole, vicina etc…

Fabrizio Tringali controreplica sottolineando che un formalismo male interpretato mette una pietra sopra un”opportunità unica, una proposta che poteva unire e ricompattare un fronte ampio che si oppone al ceto politico (un fronte oggi molto diviso e anche per questo poco credibile):

 

«Ancora una puntualizzazione sull”esclusione di Chiesa:

noi pensiamo che sia giustissimo darsi regole e farle rispettare nella forma e nella sostanza.

Se non si vogliono replicare meccanismi simili agli oscuri probiviri di triste memoria, è necessario che anche le decisioni sul rispetto delle regole vengano prese in trasparenza e democrazia.

Ciò non è avvenuto, unitamente al fatto che la decisione è chiaramente sbagliata, in quanto la candidatura in questione rispettava a pieno il vincolo richiesto: l”elezione di Chiesa è avvenuta infatti in una lista non di partito (un partito, l”IDV di allora, ne era componente insieme ad altre forze non partitiche, tanto che la lista si chiamò “Di Pietro – Occhetto – Società Civile”, dando evidenza nel nome e nel simbolo a un raggruppamento che non era la sola IDV) e senza mai prendere nessuna tessera. Chiesa era membro del gruppo parlamentare del PSE esplicitamente da indipendente, quindi senza avervi aderito e senza incarichi, nomine o altro all”interno del PSE stesso o dei partiti nazionali che in Europa entrano nel PSE.

Non c”è possibilità di errore o fraintendimento, a meno che non si conosca la differenza fra partito e gruppo parlamentare.

Ma insistiamo sul fatto che la cosa peggiore è che l”esclusione sia avvenuta senza un confronto aperto e trasparente in cui ciascuno potesse esprimersi, sia noi che abbiamo presentato la candidatura, sia tutti gli interessati alla lista, membri dei meetup o delle associazioni e dei comitati.

Esiste un ceto politico che purtroppo ha ancora grande forza, anche perché spesso (anzi purtroppo sempre, pure a Genova) il fronte di coloro che ad esso si oppongono si divide e fraziona in micro-rivoli inutili, a volte per interesse, e a volte neanche per quello!

È ovvio che se vogliamo costruire un”alternativa al ceto politico dobbiamo imparare a dar forza a ciò che unisce e a superare ciò che divide.

Candidando Giulietto Chiesa offrivamo un”opportunità: una candidatura forte e autorevole, super partes, che aiutasse tutti a superare contrasti e personalismi.

Ci è stato negato di tentare.»

 

Interviene anche Giulietto Chiesa:

 

Caro Fabrizio, intanto vorrei ringraziarti per l”impegno e la precisione con cui, dopo avermi consultato, hai portato avanti l”ipotesi di una mia candidatura in Liguria.

Vedo, dal seguito di scambi sul web, che a una proposta chiara, franca, senza astuzie e secondi fini, è stato dato un seguito di repliche burocratiche, confuse e ambigue.

Quello che hai scritto è esattamente la verità delle cose. E, in particolare, poiché a quanto sembra il casus belli sarebbe la mia partecipazione in quanto deputato al Parlamento Europeo, non posso che confermare quanto da te scritto nella replica all”organizer del meetup: io non sono mai stato iscritto né a Italia dei Valori, né al Partito Socialista. La mia partecipazione al gruppo socialista del Parlamento Europeo fu, fin dall”inizio e con la massima chiarezza, in qualità di indipendente.

Tanto indipendente che – sarà utile ricordarlo proprio agli amici del meetup genovese che sembrano ignorarlo o esserselo dimenticato – fui io a invitare Beppe Grillo al Parlamento Europeo in ben due occasioni. E proprio per sottolineare la mia polemica con la politica ufficiale italiana in tutte le sue varianti, di destra e di sinistra.

Dunque osservo con una certa delusione, e perfino stupore, comportamenti, da parte di alcuni, che sembrano ripetere le pratiche partitiche burocratiche più deteriori.

Ripeto che, se questa è la novità della politica che certe persone hanno in mente, allora possiamo farne a meno.

Cordiali saluti,

Giulietto.

 

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