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Caro Chiesa,
dopo un confronto con mio padre sull”articolo di Badiale e Bontempelli, scrivo in preda a un dilemma che mi affligge profondamente. Comincio con il dire che lo scritto dei due membri di Alternativa è veramente interessante e apre prospettive di ampio respiro. Affermo dunque che, in astratto, la scelta di astenersi potrebbe essere quella giusta. Mi è piaciuto ancor di più l”esame delle tre forze che non riescono a dialogare tra loro, ma dovrebbero (legalisti, comunisti, ecologisti).
Detto questo arrivo al dubbio che è emerso nel confronto da me avuto in famiglia. L”impressione è che lo sfacelo degli ultimi tempi sia arrivato ad un”accelerazione tale da poter sfociare nel fascismo concreto da un momento all”altro. Dunque, le prospettive dei due autori sarebbero pienamente condivisibili, ma richiedono tempo, e tempo non c”è davvero. Ho letto parole precise e taglienti contro la Casta Integrale, ma se non votiamo si rafforzerà ancora di più il potere di chi ha tutte le armi in mano per annientarci. Ebbene sì, siamo sempre al velenoso problema del meno peggio.
Qui la tragedia è che, mentre si costruisce l”Alternativa, Berlusconi finisce il suo lavoro. Ho paura che quello di Badiale e Bontempelli sia un discorso illuminante in tempi di pace, ma ora che il regime è in casa, siamo sicuri che non votare possa davvero renderlo più debole?
A proposito mi torna in mente un video su YouTube nel quale Giulietto Chiesa ha staffilato il buon Grillo ricordandogli che il disastro è già grave, tra noi mentre lui si balocca con il blog e l”apologia della Rete. Riportando lo spirito di quelle critiche al nostro tema, non rischiamo, proprio noi che vorremmo un”Alternativa, di perderci in teorie (tra l”altro eccellenti e da me condivise quasi per intero) mentre cade la democrazia e si avvicina l”uso della violenza? Immerso in questi dubbi mi sento di dire la mia posizione: votare alle regionali per le forze – di partito o della società civile – che sostengono almeno in larga parte i nostri valori, guardando ai nomi delle persone e alle loro storie. Io, ad esempio, voterò la Federazione delle Sinistre nelle Marche perchè il loro candidato in passato ha fatto cose degne di nota. Per chiudere mestamente: la verità nuda e cruda è che se Alternativa fosse già nata e fosse un grande partito, avremmo saputo chi votare senza vergognarci. Un abbraccio a tutti e viva il confronto.
Paolo B.
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Caro Paolo,
rispondo a te per i tanti che hanno sollevato lo stesso dilemma. Dico subito che io sono d”accordo, integralmente, su questo punto, con Badiale e Bontempelli. Perchè – molto semplicemente- ritengo che quando Berlusconi cadrà (e il tempo in cui cadrà non è lontanissimo, ed è lo stesso del tempo necessario alla nostra riflessione) apparirà evidente che coloro che lo sostituiranno saranno come lui, con qualche variazione cacofonica sul tema. E diventeranno cattivissimi con il montare della crisi.
Non dimentichiamo che la socialdemocrazia tedesca (che era allora il male minore) fece sparare sugli operai di Berlino. Ma l”attuale “sinistra” è forse da meno, avendo votato ripetutamente per le missioni militari imperiali dell”Italia in Afghanistan e Iraq? Di quale male minore stiamo parlando, visto che tutta la sinistra italiana, tutta intera, ha taciuto sull”11 settembre e per avere un politico coraggioso abbastanza da ergersi contro l”Impero bisogna arrivare fino in Giappone, nel Partito Democratico Giapponese? Pensi davvero che sia un caso se se ne sono stati tutti zitti, in qualche caso con imbarazzo, in altri con impudenza? Hanno capito? Secondo me non hanno nemmeno capito cosa è successo e cosa sta succedendo. E, quindi, cosa possono proporre per cambiare il corso delle cose, visto che non hanno nemmeno capito quale corso sia? Certo, sono più “democratici”. Un pochino. Come Obama, che manda le truppe in Afghanistan, non chiude Guantanamo e salva le banche criminali che stanno gettando il mondo nel baratro. Ecco perchè da loro non possiamo aspettarci assolutamente nulla di adeguato alla crisi.
Non la vedono, non propongo di affrontarla.
Ci offrono solo una apparente dilazione – attraverso insulse speranze di crescita – che non potrà salvarci dalla catastrofe che essi hanno contribuito a creare. Ma sono davvero più democratici? Da chi è venuto l”attacco alla Costituzione? Da loro prima che da Berlusconi. Da dove sono venute le privatizzazioni? Da loro prima che da Berlusconi. Ciò detto, votare per questa finta opposizione significa dare credibilità alle loro chiacchiere. Se vincessero, il giorno dopo direbbero che hanno avuto la fiducia del popolo. Saremmo più deboli o più forti? Io penso che noi saremmo più deboli. Infine la questione del come votare. Ho incontrato da molte parti lo stesso riflesso condizionato. Per generazioni a sinistra si è pensato che il voto fosse indispensabile strumento di combattimento. Ma allora non si pensava di andare a votare per un male minore. Allora c”era un”alternativa reale. Invece oggi si va a votare, appunto, per il male minore. E” un riflesso condizionato. Perchè le condizioni (e Badiale e Bontempelli lo dimostrano con acume) non sono più quelle. Cioè la sconfitta nostra è già stata consumata. Allora non lo era. E comunque la faccenda del voto è inessenziale ai fini di ciò che ci interessa.
Molti, anche tra quelli che ci sono vicini, che hanno nausea, che non capiscono, che pensano che il PD sia ancora di sinistra, che si aggrappano a Vendola, che abbraccia De Luca, a Di Pietro, che scaricherà tutti per tenersi i suoi milioni di euro e il suo partito caudillista, tutti costoro voteranno. Per poi trovarsi, con il crollo posteriore alla caduta di Berlusconi, un governo centrista, con Bersani, Casini, di Pietro, Vendola, D”Alema. Il quale aderirà alla guerra contro l”Iran e privatizzerà definitivamente l”acqua e farà il nucleare etc etc. E soprattutto terrà nelle sue mani la informazione-comunicazione, magari avvalendosi di Santoro, Vespa, Lerner, Ballarò. Mentre le buste paga dei dipendenti di ogni tipo saranno alleggerite di altre migliaia di euro l”anno (che è avvenuto con il centro sinistra) andate tutte nelle tasche dei furboni del quartierone. Ma anche mentre il riscaldamento climatico ci creerà disastri più grandi dei terremoti e dovremo difenderci dalla Protezione Civile del post Bertolaso (a meno che, per alti meriti, non lo confermino al suo posto).
Che votino, dunque, per chi ritengono opportuno. Non cambierà molto. I problemi sono altri e vanno affrontati subito. In primo luogo capiti. Perchè non ci sarà alternativa, comunque, senza una comprensione profonda dei cambiamenti in atto e di ciò che si deve fare per affrontarli e per creare un movimento di massa abbastanza forte da costringerli a fare i conti.
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