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'L''Alternativa, progetti in sintonia'

'L''Alternativa, progetti in sintonia'
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2 Aprile 2010 - 22.06


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reti_alternativaIn vista del primo incontro nazionale di Alternativa, in programma il 17 aprile 2010 a Roma, nella e-mail di Giulietto Chiesa si sono moltiplicati gli scambi di opinioni e proposte con molti referenti e attivisti di vari movimenti. Non sono mancate discussioni accese, legate alla questione di come rompere i recinti delle tante piccole realtà per fare insieme «massa critica». Pubblichiamo lo scambio di messaggi con Mauro Marinari, attivista di Rivalta Sostenibile, un”esperienza politica pilota nata vicino a Torino.

 

 

Caro Giulietto
rispondo al tuo messaggio, citando un passo tratto da una tua risposta a una lettera pubblicata sul tuo sito (http://www.giuliettochiesa.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=178:dubbi-di-vecchi-amici-lettera-di-fabio&Itemid=12):

«Tentare ancora su quel sentiero significa perdere tempo. Una ricomposizione non può passare attraverso la somma di alcuni protagonisti. Tu citi anche Marinari e Pallante, ma non trovi singolare che né l”uno, né l”altro abbiano pensato di coinvolgermi nel loro tentativo? Eppure, come tu dici, e come è vero, io ho un certo seguito personale in Italia e non solo. Allora cosa concludere? Due possibili ipotesi. O io sono troppo ingombrante, o loro pensano solo al loro orticello, più o meno grande.
Per quanto mi riguarda io non propongo loro (non lo propongo a nessuno dei piccoli e medi leader dei movimenti) di associarsi a Alternativa, cioè a me. Non lo faccio perché so che non verrebbero. Ma, nello stesso tempo non posso starmene immobile in attesa di movimenti che non si muovono o che si muovono chiusi nei loro recinti.»

Leggo, con mia grande sorpresa, che mi definisci uno che pensa o che tu sia ingombrante o solo al mio orticello. Penso che, quando si scrive qualcosa che si conosce solo superficialmente, la prudenza e il buon senso consiglino di capire bene di cosa si stia parlando. Altrimenti si mette tutti nello stesso calderone per trovare un”altra ragione alla propria convinzione di essere nel giusto.

Le tue parole mi hanno amareggiato e ferito. Sono da sempre un tuo estimatore. Sentirmi, ingiustamente e pesantemente giudicato da te in quel modo, mi ha provocato una notevole sofferenza.
Certo che se l”approccio è questo, diventa difficile avviare relazioni serene e positive, immaginare spazi di collaborazione, costruire una rete virtuosa tra coloro che, fuori dai personalismi e con spirito di servizio, cercano di tracciare faticosamente i contorni di una nuova esperienza politica, in netto contrasto con le logiche e i giochi di potere dell”attuale partitocrazia autoreferenziale e paludata (per non dire di peggio).
Se ti interessa capire quali sia il modesto tentativo che cerchiamo di coltivare nella provincia di Torino, sono a disposizione.
Se sei disponibile a partecipare a un confronto pubblico con altri personaggi di “alto livello”, segnalamelo…. chissà, se avremo le risorse necessarie potremmo provare a organizzarlo a Torino nei prossimi mesi.

Cari saluti
Mauro

Caro Mauro,

mi spiace di avere provocato una tale reazione da parte tua. Non era questa la mia intenzione. Ma, come sai, io da tempo ho smesso di occuparmi di diplomazia. Da tempo grido – vox clamantis in deserto – che siamo in emergenza. La politica della “sinistra istituzionale” è stata completamente sorda a questi avvertimenti. Ma ho sperimentato a ripetizione, decine di volte, anche nei movimenti, che si collocano fuori (non dico “a sinistra”) della sinistra istituzionale, una larga incomprensione della assoluta emergenza (non solo italiana) in cui ci troviamo.

E quindi della necessità di operare una svolta nei comportamenti singoli e collettivi. C”è bisogno di questa svolta? Oppure va bene così come stiamo andando? Te lo chiedo esplicitamente. Se la risposta è negativa allora è inutile discutere. Se è positiva la reazione giusta non è quella di offendersi, ma è di cercare di cogliere il grano di sale che contiene la domanda. Probabilmente anch”io, nei miei tentativi, ho commesso degli errori. Sono l”unico?

Svolta verso dove? Verso una direzione che consenta di costruire una massa critica in grado di costringere la politica della sinistra istituzionale a venire a patti (se non di sconfiggerla) e di sostituirla. Verso una direzione che consenta di dare rappresentanza agli interessi e aspirazioni di una parte grande dell”Italia che non è più rappresentata.
Ho sperimentato che nessuno, o quasi, aveva intenzione di muoversi in quella direzione. L”ultimo esempio è stato Pandora. Eppure l”avevo promosso invitando tutti ad esserne protagonisti. Certo come ero e sono che il più grave ritardo di tutto il movimento “alternativo” all”attuale sistema economico-sociale è rappresentato proprio dalla sua assoluta incomprensione del problema della comunicazione-informazione e della sua totale assenza di influenza in questo campo cruciale della lotta politica e culturale.

Per quasi un anno sono rimasto solo a tentare. E alla fine ho dovuto desistere. Osteggiato dalla sinistra istituzionale, ignorato dai movimenti. I quali hanno continuato a fare quello che sanno fare, negli ambiti inevitabilmente ristretti in cui operano, chiusi nelle realtà specifiche che conoscono e che interpretano, ma del tutto privi di massa critica.
So bene che il problema della mia persona è inessenziale. Non è certo la mia “area d”ingombro”, sicuramente esigua, a rappresentare il centro del problema. E” invece l”incomprensione della situazione, e i limiti oggettivi degli “orticelli”, ciò che ha prodotto la sconfitta. Basta guardare alla fine che ha fatto il movimento pacifista e contro le guerre. Basta riflettere un attimo sul fatto che non solo l”intera sinistra istituzionale, ma anche gran parte dei movimenti e i loro leader hanno accettato l”interpretazione ufficiale dell”11 settembre fornita dall”Imperatore. Cioè hanno implicitamente accettato la narrazione del mondo offertaci, attraverso il mainstream, dai dominatori.

Resta il fatto che i diversi tentativi da me esperiti per promuovere convergenza sono stati tutti, sistematicamente osteggiati da più parti, con le più diverse argomentazioni.
E” per queste ragioni che ho risposto come ho risposto alla sollecitazione di chi mi scriveva proponendomi di ritentare ancora una volta con qualche “incontro al vertice”. So che non produrrà nulla. Perché? Perché non c”è una interpretazione condivisa della crisi e delle sue cause di fondo, epocali.

Dunque quello che propongo, a te come agli altri, a chiunque si renda conto che così come siamo andiamo a una sconfitta senza rimedio, è di comporre non un tavolo di intese di piccoli vertici, ma un luogo comune dove tutti si discuta, insieme, per creare una agenda del giorno comune.
Da questo nasce l”idea di Alternativa. Che non è alternativa a nessuna esperienza di lotta e di movimento, ma che, anzi, farà tesoro di tutto ciò che è stato già prodotto per comporre una proposta di agenda del giorno per una alternativa radicale di sistema.

L”unica cosa che non intendo fare è aspettare un messia che venga con la buona novella. Non c”è nessun messia. E nemmeno una buona novella. La storia che dobbiamo cominciare a scrivere è una storia dura. E sarà tanto più dura per tutti quanto più sarà il tempo che perderemo prima di cominciare a scriverla.
Tutti quelli che capiscono e si accingono a questo compito sono i benvenuti. Non rifiuterò di sedermi a nessun tavolo dove sarò invitato a farlo. Questo è il mio programma. Se ne hai uno simile e intendi invitarmi, sarò lieto di farlo.

Molti cari saluti
Giulietto.

Caro Giulietto

La sintonia con le cose che scrivi è alta. L”esperienza locale fatta con il Comitato di cittadinanza attiva Rivalta Sostenibile – www.rivaltasostenibile.it -  (che lavora da quasi 10 anni sul territorio e si è presentato con una lista indipendente e un suo candidato sindaco alla elezioni amministrative del 2007, raggiungendo il 19% ed eleggendo 3 consiglieri – su 20 – che lavorano da tre anni in opposizione) è nata proprio per dare rappresentanza (non protesta ma anche, e soprattutto, proposta) a tanti cittadini che sono stufi, scoraggiati, nauseati dal sistema partitocratico. E qui a Rivalta l”esperienza resiste, funziona, attrae sempre più cittadini consapevoli, risveglia le coscienza combattendo la narcosi che il pensiero unico ha provocato nella gente. E tu lo sai bene, perché hai partecipato a una delle nostre serata l”anno scorso, presentato il progetto Pandora TV.

Partendo da questa esperienza, e altre positive che stanno nascendo, si è iniziato un percorso per mettere in collegamento storie simili, confrontarsi, fare rete, darci un aiuto reciproco, cercare di costruire quella che tu definisci “un”agenda comune”, fare sintesi, trovare un”identità comune che potesse sfociare nella creazione di un soggetto politico unitario e condiviso.

Lontana da noi l”idea di costruire un “orticello”. esattamente il contrario: uscire dal “nostro buco”, aprirsi a esperienze simili, costruire un progetto comune, fare sintesi ricomponendo la frammentazione. evitando personalismi e protagonismi, meccanismi gerarchici, favorendo la partecipazione diffusa, i meccanismi decisionali orizzontali.

Tutto ciò perché crediamo sia necessaria la svolta che tu invochi. Ne siamo profondamente consapevoli. La mia sorpresa e l”amarezza del tuo giudizio entra nella sfera delle relazioni: se non c”è ascolto, comprensione, fiducia negli altri e si giudica in modo superficiale le esperienze che non si conoscono, diventa difficile condividere esperienze forti, complesse, faticosa e dure. Così il pre-giudizio è quello che domina e che vanifica le potenzialità di una possibile collaborazione serena, positiva e concreta.

Saremo, forse, inguaribili sognatori, ma siamo convinti che si possa creare uno spazio di condivisione per costruire insieme un progetto comune, nuovo sia nella forma sia nella sostanza. Riprendiamo perciò la tua proposta: «comporre non un tavolo di intese di piccoli vertici, ma un luogo comune dove tutti si discuta, insieme, per creare una agenda del giorno comune per una alternativa radicale di sistema», e ti faremo sapere quando e dove organizzeremo (se avremo la forza di farlo) tale appuntamento.

A presto e un abbraccio.
Mauro

Caro Mauro,

lieto che ci si sia capiti. La sintonia è davvero alta. Direi che è su questa sintonia che si devono definire ora le priorità.

E io posso soltanto aggiungere che mi metto a disposizione. Ma, lo ripeto, non per perdere tempo nella definizione di alleanze (cosa che sembra ora, dopo la sconfitta, prendere il sopravvento), bensì per definire il programma di una alternativa radicale a una società che, comunque, sta morendo.

Ricambio l”abbraccio
Giulietto.

 

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