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Un fratello non lo chiamerei "Alternativo"

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admin Modifica articolo

7 Aprile 2010 - 22.52


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alternativoCaro Giulietto,


Non mi piace “Alternativa” cosi” come se avessi un fratello non mi vorrei chiamare Alternativo. “Alternativo” è tutto quello che “non è” il sistema, cioè troppa roba. Non mi sembra che il cantiere che hai aperto voglia solo unire le forze contrarie al sistema, ma anche proporne uno migliore.

Finchè non è chiaro quale sia la proposta, il non-nome “Alternativa” puo” andare anche bene,

ma quando uno ha spiegato come vuole salvare il mondo, il nome dovrebbe prendere spunto da questo “come”.

Ho studiato poco, pero” se non mi sbaglio le alternative rivoluzionarie avevano tutte un nome che le definiva e che era capace di ispirare i cuori delle persone.
Io a tutt”oggi non so cosa sia il Comunismo, però nel nome capivo che c”era un”aspirazione a fare insieme, a condividere, quindi il semplice nome mi diceva chi, come e dove.
“Alternativo” invece è chi deve aspettare che gli altri facciano qualcosa per poter fare il contrario, ma di suo non è nessuno.
Spesso te lo dicono con ironia: “Che sei un alternativo?”.
E non è un nome, non mi dice chi sono ma solo chi non sono. Non mi da” un orizzonte, un obiettivo, fondamentali per movimentare i gruppi, quando non le masse. Forse bisogna aspettare che il nome lo mettano i nemici. Di solito sono i nomi più belli.
Il 17 aprile non credo di farcela ad esserci all”appuntamento nazionale. Dopo l”estate potrebbe andare meglio, ma per adesso ho problemi
.

Grazie per tutto quello che fai,

Giacomo

 

Caro Giacomo,
neanche io lo chiamerei Alternativo, nè un fratello, nè un figlio. E, in un certo senso, è vero che c”è troppa roba dentro questa parola, così come non è indicato esattamente ciò che deve venire, dopo, di “alternativo”.

Ma c”è una ragione, almeno per me: non sappiamo ancora cosa può venire “dopo”. La differenza con il comunismo di Carlo Marx e di Friedrich Engels consiste nel fatto che loro costruirono un imponente sistema concettuale e analitico. Costruirono, per così dire, un grande e solido edificio di idee. Che, a sua volta, consentì ai suoi seguaci di costruire movimenti di popolo sempre più grandi, fino a muovere centinaia di milioni di persone verso obiettivi di cambiamento.

Noi siamo in una condizione del tutto diversa. Vediamo con sufficiente chiarezza che questo sistema sta franando, ma non abbiamo ancora una chiave per aprire la porta e uscirne. Sappiamo anche che, se non usciamo, resteremo sotto le macerie.  E sappiamo anche che questo sistema è ancora immensamente potente e controlla le menti di miliardi di persone, dopo averle convinte che al di fuori di quello che vedono non c”è assolutamente niente.

Quindi concordo con te che questo è un nome transitorio. Ma a me pare che rappresenti benissimo questa transitorietà– E che sia la parola giusta per far capire che là fuori non è vero che non c”è niente; che non è vero che non esiste alternativa.

In questo senso alternativa è anche alternativa di pensiero. Noi sappiamo che c”è un sapere nuovo da costruire e che è solo a partire da un nuovo sapere che potrà essere costruito un grande movimento di persone, capace di individuare i nuovi obiettivi della sopravvivenza e della dignità umana. Inoltre io non credo che la complessità di questa crisi contemporanea, epocale, inedita, sia al di fuori della portata di poche menti, per quanto geniali. Qui occorre un colossale sforzo concettuale collettivo che coinvolga vasti strati intellettuali, non di un solo paese, o di un solo continente. Non basterebbe neppure un Marx moderno, per questa impresa.

Se ci si pensa bene, anche la parola Comunismo – che pure sembrava un obiettivo chiarissimo – produsse poi, mentre camminava sulle gambe degli uomini e delle donne concrete – una quantità di forme e di varietà che ne stravolsero la gran parte dei significati.

Dunque, come scriveva Aleksandr Herzen, polemizzando con i socialdemocratici radicali dell”epoca, meglio procedere “con il passo umano” e non vendere cose che non sappiamo ancora bene cosa siano.
Ma comunque la tua riflessione è utile.

Giulietto

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