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Caro Giulietto,
Ho sperato sino all”ultimo di organizzare un viaggio in Italia in occasione della tua convocazione, interessandomi parecchio, ma non ce l”ho fatta. Come scritto nel profilo io risiedo (con molto piacere) a Shenzhen in Cina da 3 anni circa , ma in Italia mi rimangono 2 figlie ventenni, ed un”altra piccola di 6 anni è qui con me, che prima o poi rientrerà e alla quale vorrei potere lasciare qualcosa di meglio della situazione che la mia generazione sfuocata gli ha fatto trovare nel nostro Paese. Spero comunque che mi terrai al corrente di come va e delle iniziative future e nel caso ti fosse utile la mia presenza ed il mio impegno qui dimmelo.
Ti dico qualcosa in piu di me, sono stato il primo piccolo imprenditore italiano ad aprire un sito produttivo in Cina (Hong Kong all”epoca) nel 1987, dove io allora trentenne decisi di mandare il fratellino di 23 anni ad aprire un”azienda, che per molti anni prosperò trascinando in bene quella italiana.
Porto con me ancora l”orgoglio di essere stato il”primo” intuendo un trend epocale dell”economia , ma già dall”inizio degli anni 2000 mi vennero molti dubbi su ciò che stavo facendo, come se questo non fosse il meglio che un imprenditore potesse fare, cosi cercai delle soluzioni diverse per la mia azienda e nel 2003 elaborai un piccolo documento programmatico, in cui affermavo che la situazione economica generale, cosi com”era, non poteva reggere e che presto l”economia avrebbe preso (o avrebbe dovuto prendere) strade diverse.
Quello che vedevo come il piu grande problema in prospettiva, era la perdita del lavoro (per la globalizzazione in atto) da parte di una quantità sempre piu grande di persone nel mondo occidentale, da qui a seguire, la mancanza di reddito, il calo dei consumi, l”instabilità e insicurezza sociale.
In sostanza nel 2003 io prevedevo un capitalismo con vocazioni cannibali, che stava in maniera miope erodendo le basi della propria sopravvivenza, arricchendo una infima percentuale di persone e impoverendo tutti gli altri, il tutto condito da una politica sempre piu vittima e succube dalla finanza. La Sinistra Italiana aspirava (ed aspira) ad essere la piu brava, efficiente, manageriale, onesta e proba gestrice del mercato, accettando tutti i paradigmi dettati dalla cultura dominante, non piu capace, nell”ansia del consenso superficiale, di elaborare e creare un nuovo progetto ed una via alternativa.
Quello che scrissi in quell”epoca e che non previdi potesse accadere tanto presto, sembrava sciocco e “pessimista” in un momento in cui i fienili erano pieni, invece adesso è diventato quasi tutto noto e ridetto, e non ti avrei disturbato se quel documento non contenesse, espresso nel futuro che io vedevo per la mia azienda, un”idea, uno spunto per un diverso modo di intendere la produzione e la distribuzione dei beni per le aziende manifatturiere italiane, che avrebbe avuto come scopo peculiare (oltre al benessere aziendale) di tenere l”occupazione in Italia e, perche” no? di creare un circolo virtuoso, anche culturale.
Era per la mia piccola azienda un progetto troppo ambizioso (finanziariamente parlando) e avrebbe dovuto a mio avviso essere sponsorizzato ed adottato dalla politica (io non cercavo finanziamenti o santi in paradiso!!!) , cosi scrissi tramite la sezione di Voghera ad un alto dirigente DS, all”epoca opposizione, che mi telefono” e con il quale in seguito ebbi qualche ora di colloqio molto piacevole, il quale si disse affascinato dal mio punto di vista, ma come ti dicevo prima, all”epoca la mia visione del futuro appariva troppo drammatica e forse la mia soluzione troppo “diversa” dallo status in essere,e cosi la promessa a far fare degli studi specifici cadde nel vuoto.
Di quel dirigente io ho ancora una buona stima e se occasionalmente ci vediamo a qualche dibattito ci salutiamo con calore, ma il punto e” che le nostre classi dirigenti sono sempre piu” lontane dalla realta” e dalla curiosita”; essendo politici, o professori universitari hanno una vita protetta dagli emolumenti che puntualmente ricevano a fine mese, non accorgendosi di quanto difficile sia portare a casa la pagnotta per chi vive con e nel privato, imprenditori inclusi.
Per gente come me, fuori dal giro e tendenzialmente timida, esprimere e discutere idee, progetti o proporre soluzioni e” impossibile se non fra amici al bar, e queste idee non prendono mai gli ascensori, ed a mio avviso c”e” in giro tanta volonta di cambiamento, tante idee nel cassetto e gente che vorrebbe fare. Riuscirai ad aggregarli?
Io sono qua in Cina allora, la mia vita prese un”altra piega dopo qualche disavventura, con un bagaglio interessante che mi piacerebbe comunque condividere. Ogni 2/3 mesi rientro a Voghera per un breve periodo e spero di avere la possibilita” di conoscerti e di discutere con te e la tua (nostra) organizzazione nel prossimo futuro e se nel caso volessi leggere il mio documento antico dimmelo e te lo mando. Tanti auguri a tutti e buona fortuna.
CordialmenteÂ
Sordi Guglielmo
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Caro Guglielmo,Â
la tua lettera riassume perfettamente le ragioni di fondo per cui ci troviamo dove ci troviamo. Quello che descrivi non è soltanto la miopia delle classi dirigenti italiane, ma quella di tutto l”Occidente, accecato dalla smania di denaro e incapace di guardare il futuro. Adesso la crisi è arrivata e costoro non hanno soluzioni, e neppure idee. Questo vale in particolare per il PD, che avendo smesso di essere “diverso” è semplicemente diventato “uguale”.
Ho chiamato Alternativa il progetto che sai proprio perchè non potremo trovare nessuna soluzione ai problemi del nostro paese essendo uguali a questa gente. La tua esperienza ci sarà certamente preziosa. Inoltre il tuo discorso dice quanto grande sia la possibilità di trovare convergenze e alleanze per le idee di trasformazione radicale che io porto avanti.
Questo è un discorso”umano”, la via per nuove relazioni sociali, intellettuali e civili, di fronte a problemi che mettono in discussione la nostra stessa sopravvienza. Comincia un lavoro che sarà lungo e difficile, perchè comporterà la costruzione di un nuovo linguaggio e di una organizzazione che ancora non c”è e senza la quale non potremo fare nulla. Avremo bisogno di teste, di gambe e anche di soldi. Quando verrai in Italia fammelo sapere in anticipo e troveremo il modo di vederci. Intanto dall”assemblea del 17 aprile penso che usciremo impostando un lavoro per tappe, che mi propongo di rendere trasparente e visibile a tutti coloro che faranno parte attiva di Alternativa. Anche questo richiederà forze e mezzi, ma dallo sviluppo delle adesioni traggo l”idea che queste forze le troveremo. E, anche da lontano avremo bisogno della tua presenza intellettuale e dei tuoi suggerimenti. Poi da cosa (giusta) nascerà cosa giusta.
Molti cari saluti
Giulietto
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