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Un lettore scrive a Giulietto Chiesa per ragionare su crisi del debito, sovranità e Costituzione.
Caro Chiesa, ho sentito il suo intervento alla trasmissione “L”Ultima parola” in contraddittorio con Cacciari. Non sono quasi mai stato d”accordo con Lei, ma questa volta Lei ha perfettamente ragione.   E” demenziale che chi ci governa – e in particolare modo, ora, il PD – non capisca che tutto ciò che Monti farà sarà assolutamente inutile. Un massacro sociale inutile e doloroso quanto le “spallate” di Cadorna sull”Isonzo.
E” vero che la nostra crisi viene da lontano. Da una mancata riforma fiscale che elimini la ragione dell”evasione realizzando l”equità tributaria, dalla mancanza di criteri meritocratici, da una spesa pubblica clientelare e inefficace. Prima ancora viene dal modo stesso in cui è nata la Repubblica e le sue istituzioni, e dalla guerra fredda che per 45 anni ha visto nell”Italia uno dei suoi teatri più “caldi” con il blocco della democrazia dell”alternanza. Tutto vero. Ma tutta roba che con la crisi che viviamo non c”entra assolutamente niente!
La crisi è il frutto, come Lei bene ha detto, della rinuncia alla nostra sovranità a favore di una finanza globalizzata che ha smesso di essere servizio all”impresa per diventare essa stessa impresa in sé di sfruttamento.
Anziché un governo tecnico, B & B avrebbero dovuto reagire in modo unitario già davanti all”attacco francese alla Libia.
Quindi, oggi, avrebbero dovuto varare una misura di emergenza dal valore simbolico: fino a quando non si è fuori dalla crisi tutti gli stipendi e le pensioni erogate dallo stato (anche per il tramite delle varie S.p.A e authority) per la parte superiore ai 5.000,00 euro netti sarà pagata in titoli del debito pubblico.
Dopo di che, forti di questo messaggio di unità e di mobilitazione nazionale, PRETENDERE dalla Merkel e da Sarkozy le misure indispensabili per riportare la finanza sotto il controllo della politica sottraendo le economie e gli stati dal ricatto dei mercati. Tra queste misure vietare le operazioni sulle perdite, nazionalizzare la BCE e riportare il sotto controllo politico l”emissione della valuta.
In difetto, minacciare di uscire dall”euro, di protestare il debito verso l”estero, di nazionalizzare le banche (a cominciare dalla Banca d”Italia e dalle sue riserve auree), di espropriare le società concessionarie dei servizi pubblici da autostrade ai gestori di telefonia, di imporre una patrimoniale al 30% sui beni della Chiesa non specificatamente impiegati per il culto.
Vuole scommettere che lo spread sarebbe subito calato? Sappiamo tutti che se l”Italia ha bisogno dell”Europa, l”Europa ha bisogno dell”Italia. Se avessimo dei politici con i coglioni le cose andrebbero diversamente, invece abbiamo Berlusconi, Bersani e ……… Cacciari!
Vorrei vedere un Craxi (quello scomparso) al posto di Bersani cosa farebbe!
Ultima cosa, sulla quale mi farebbe piacere una Sua opinione.
Io credo che l”unica vera ragione per accettare il golpe del governo tecnico, potrebbe, forse, essere quella di usare questi mesi per eleggere con sistema proporzionale una Assemblea Costituente e riscrivere una volta per tutte la Carta Costituzionale che, diciamolo laicamente una volta tanto, è la bruttissima copia della Costituzione della Repubblica Romana del 1849 ed un pessimo compromesso figlio non della Resistenza ma di una guerra perduta tragicamente.
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Cordiali saluti.
Ugo Lenzi.
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Caro Lenzi,
leggendo fino in fondo la sua lettera ho capito perché lei non è stato quasi mai d”accordo con me. Io non penso che la nostra Costituzione sia una bruttissima copia della Costituzione della Repubblica Romana del 1849. L”ho sempre considerata, e continuo a pensarlo, come uno dei più alti e intelligenti compromessi mai realizzati dall”intellettualità italiana in tutta la sua storia, inclusa quella risorgimentale. Il fatto che siamo qui a discuterne, dopo tanti decenni, dimostra che la Costituzione è non solo ancora viva, ma il meglio che tiene insieme questo paese, nonostante tutti gl”imbruttimenti cui il paese stesso è stato sottoposto e nonostante tutti i tentativi di stravolgere la prima parte della Costituzione.
Io, come lei sa, forse, mi rendo conto che molte cose devono essere riesaminate oggi e che tanti stereotipi del passato, della sinistra e della destra (parlo di cose decenti, non delle tifoserie da stadio) devono essere sottoposte a un serio esame critico. Ma occorre distinguere il grano dal loglio. E, per esempio, ricordarsi che quella guerra, perduta tragicamente, fu voluta e decisa dal fascismo e non può essere scaricata, nemmeno in parte, su coloro che furono costretti prima a subirla e poi a combattere per uscirne.
Sul resto della sua lettera sono d”accordo, integralmente. Un governo decente di questo paese avrebbe dovuto andare in Europa a “pretendere” le cose che lei dice e a riaprire con forza il negoziato sulla natura dell”Europa, della Banca Centrale, del Trattato di Maastricht. Minacciando l”uscita dall”euro in caso di rifiuto.
Lei dice una cosa cruciale: l”Italia è quello che è, ma l”Europa ha bisogno dell”Italia per continuare a esistere. Non far valere questa carta, sovrana e forte, significa consegnare gli italiani al disastro.
Anch”io credo che, giunti a questo punto, occorra una grande svolta istituzionale. Non una assemblea costituente per riscrivere la Costituzione, però, ma una Assemblea Nazionale eletta dal popolo per riesaminare integralmente le forme della partecipazione dell”Italia all”Europa. Io sono per una Europa dei popoli, che sia nostra, che sia di pace, che sia di giustizia per tutti. Questa Europa non è nostra, non è di pace, non è giusta, non è capace di guardare al futuro del mondo e a quello delle generazioni future.
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Cordiali saluti
Giulietto.
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