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Mutanti: metafora sociale e politica, non biologica

Sig. Giulietto Chiesa, mi ha incuriosito la Sua definizione di "mutanti" per quelle persone fisiche che stanno al vertice del sistema bancario e finanziario mondiale...

Mutanti: metafora sociale e politica, non biologica
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8 Aprile 2013 - 19.36


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Preg.mo Sig. Giulietto Chiesa,

premetto che La seguo con molto interesse rispetto a quello che pubblica sulla rete, condividendo (ahimè) ampiamente il Suo pensiero.  Mi ha molto incuriosito la Sua definizione di “mutanti” (o anche mostri, disumani, ecc.) per quelle persone fisiche che stanno al vertice del sistema bancario e finanziario mondiale e che nessuno conosce. La domanda che intendo porLe è se la definizione di “mutanti” sorge da una Sua esagerazione giornalistica ovvero da una loro concreta diversità (biologica eo genetica) con gli esseri umani. Se poi ne vuole parlare di persona con me, sono disponibile ad incontrarLa dove Le sarà più comodo. In attesa di un Suo gentile riscontro colgo l”occasione per porgerLe i miei migliori saluti.
Avv. M. Rossi



Gentile avvocato, 

la mia definizione è essenzialmente metaforica, ma mi pare attagliarsi perfettamente al caso. Ovviamente non concerne una loro diversità biologica o genetica. Ma concerne, molto precisamente, una loro diversità psicologica, culturale, attitudinale, professionale o cos”altro possa derivare dal “contesto” in cui costoro agiscono. Marx una volta scrisse che l”uomo è “il punto d”intersezione dei suoi rapporti sociali”. Considero questa definizione molto parziale, perchè l”uomo è qualche cosa di molto più complesso di questo. Tuttavia questa definizione si attaglia perfettamente al concetto che ho riassunto nel termine “mutante”. 

Questi signori, e signore (più rare per ragioni storiche evidenti) vivono in un mondo “diverso” dal nostro. Non solo le loro relazioni sociali sono diverse, ma il loro tempo è diverso, la loro scala di valori è incommensurabile con quella delle persone “normali”. Sono individui il cui potere è non solo immenso, ma senza controllo. Non hanno feed-back umani che possano correggere le loro rotte. Possono uccidere e uccidono senza nemmeno sapere, o curarsi, di quanti uccidono e storpiano, fisicamente o moralmente. Una persona che può decidere una guerra, in cui moriranno migliaia di persone, semplicemente non si cura di loro. E non perché è particolarmente crudele: perché questa variabile non entra mai nei suoi calcoli. Pensi a uno come George Bush Junior: un quasi demente, che riteneva di parlare personalmente con Dio ogni mattina. Certo, costoro non sono tutti dementi. Al contrario. Ce ne sono molti parecchio intelligenti. Ma queste variabili, quelle di cui sopra, non entrano comunque nei loro calcoli. E, se vi entrano, lo fanno come astrazioni filosofiche, come numeri. 

Per tutte queste ragioni, se noi tentiamo di interpretare le loro scelte, i loro comportamenti (i pochi che conosciamo), con il nostro metro “umano” e “normale”, sbaglieremo sempre. In questo senso costoro non sono “umani”. Sono precisamente “disumani”. In quanto tali sono sommamente pericolosi per tutti noi e il nostro scopo vitale dovrebbe essere quello di sottrarre loro il potere sconfinato di cui dispongono. 

Cordiali saluti

Giulietto Chiesa

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