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Dell'indifferenza, cioè della viltà, e delle sue cause

«Abbiamo dunque di fronte un grande compito, che è quello di contribuire a una grande rivoluzione intellettuale, morale.» [Giulietto Chiesa]

Dell'indifferenza, cioè della viltà, e delle sue cause
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10 Ottobre 2013 - 16.51


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di Redazione

Buongiorno Sig. Chiesa,

Questa mattina leggendo il Fatto Quotidiano sulla manifestazione di sabato prossimo ho visto il link riportato “costituzione via maestra” ebbene, ho letto alcuni articoli ed in particolare art. 13 … la dignitità dei carcerati ecc. Ma esiste un trattamento dignitoso verso queste persone? Venerdi scorso alla Stazione Termini, lungo il binario 2 dove c”è la stazione dei Carabinieri, mentre ci passavo davanti ho sentito le urla di dolore che venivano da un uomo straniero, solo le sue! Mi sono fermata ed ho chiesto a due ferrovieri che se la ridacchiavano, cosa stava accadendo, mi hanno risposto “botte!” ed hanno aggiunto che in questi tempi la pubblica sicurezza è anche morbida, non come una volta.

Intanto sulle porte chiuse della stazione dei carabinieri il corpo di quell’uomo gridava e vi sbatteva contro nell’indifferenza e nei sorrisi della gente che sedeva sulla panchina a soli due metri di distanza! mi sono sentita male per quel disgraziato, non so cosa avesse fatto ma ho addosso ancora la sensazione di terrore e malessere.

Per questo mi chiedo se è possibile che l’indifferenza della gente sia cosi radicata.. oppure è solo paura?

Un caro saluto.

Patrizia

p.s continuo a seguirla nel suo canale youtube

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Cara Patrizia,

in casi come questi – che sono numerosi – non si deve cedere allo sconforto. A volte si ha l’impressione che, per quanti sforzi si facciano verso il Bene, noi tutti stiamo precipitando in un Male oscuro.

In parte è così: questa società, che ci è stata imposta, è violenta e disumana. Infatti è basata sulla competizione, sull’egoismo. Non può dunque produrre altro che violenza e ingiustizia. Ed è evidente (a me e a te, credo), che moltissimi tra di noi sono stati profondamente lesionati, nell’animo e nel fisico, da questa violenza. Siamo tutti “in riparazione”. Ed è impossibile essere esenti dai guasti, come è ormai impossibile respirare aria pura nelle città. Siamo inquinati. Siamo tutti reclusi dentro Matrix. Dobbiamo evadere.

Ma, ecco il punto. La tua lettera (una delle tantissime che ricevo) dimostra che non siamo ancora tutti irrimediabilmente segnati da questo disastro morale. Certo, ci sono i poliziotti che picchiano un disgraziato e che non saranno puniti per questo. Certo c’è l’ingiustizia plateale di chi ci governa e ci deruba, o ci abbandona. Ma ci sono milioni che non accettano di essere ridotti a schiavi.
Certo ci sono i vili e gl’indifferenti – probabilmente sono maggioranza – ma non tutti sono vili e indifferenti.

Abbiamo dunque di fronte un grande compito, che è quello di contribuire a una grande rivoluzione intellettuale, morale. Per fare questo occorrerà educare e rieducare, a cominciare dai nostri figli, dalle giovani generazioni. Dalla nostra parte abbiamo ormai la certezza che questa società degenerata non potrà durare a lungo. Essa è asfissiata dalla sua stupidità e dal sopraggiungere dei limiti allo sviluppo (allo sviluppo famelico e degenerato).

Molti, che oggi non capiscono, potranno essere convinti. Molti, certamente, cadranno nel panico e sfogheranno sugli altri la violenza che hanno ingurgitato (sta già accadendo). Ma appunto per questo sarà necessario che vi siano, pronti, coloro che hanno compreso per tempo, che siano in grado di evitare il panico e di guidare la ricostruzione di questo paese. Prima di tutto la sua ricostruzione morale. Se vuoi puoi partecipare a questo lavoro. Io penso che la tua indignazione, che ti ha spinto a scrivermi, ti indica la strada da percorrere.

Giulietto Chiesa

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