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#Brexit: rischio o opportunità?

Guardando la cartina dei collegi elettorali possiamo definire la #Brexit come una rivolta delle periferie. Ora il rischio che le élites perdano la poca lucidità rimasta

#Brexit: rischio o opportunità?
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24 Giugno 2016 - 20.42


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Difficile trarre le conseguenze dal
Referendum che ha sancito l”uscita della Gran Bretagna dalla UE. Sicuramente –
e non ̬ necessario essere un demografo o un sociologo Рguardando la cartina
dei collegi possiamo definire la
#Brexit come una rivolta delle periferie.

Infatti possiamo notare che il NO ha
trionfato nelle regioni impoverite dalla globalizzazione ed invece ha vinto il
SI nelle regioni centrali, Londra in primis.

Non solo, i demografi ci indicano che il NO
ha trionfato tra le classi meno istruite e più minacciate dal fenomeno della
globalizzazione e invece il SI ha vinto nella cosiddetta upper class, ovvero le classi più abbienti. Dunque non solo rivolta delle periferie intese in senso territoriale ma rivolta delle
periferie intesa anche come rivolta di chi si sente periferico e marginale socialmente.

Perciò vado a liquidare con una prece i tanti
soloni che sottolineano con disprezzo che a votare NO sono stati i poveri e gli
ignoranti. Signori, la democrazia è questa: ognuno ha diritto di esprimere la
sua opinione liberamente, sulla base dei propri interessi per quanto certuni possano considerarli
“gretti” o “stupidi”.

Detto tutto questo la #Brexit è un’opportunità o è piuttosto un grave pericolo? Secondo me in potenza
potrebbe essere vera l”una e l”altra ipotesi. È una grande opportunità per
l”Europa continentale se si capirà che non si può andare avanti con un Moloch
burocratico che impone regole dall”alto e soprattutto usa la frusta
dell”austerità senza fine sui popoli mentre garantisce immensi profitti alle
banche, alle altre entità finanziarie e alle grosse corporations industriali. Per lo stesso motivo sarà un”opportunità
per la Gran Bretagna: se le élites
capiranno che il NO è innanzitutto una rivolta delle periferie (territoriali e
sociali) e che non si può garantire di tutto alle banche e alle corporations di Londra mentre si usa il torchio con gli ultimi.

Se questo concetto non sarà capito – sia da
una parte che dall”altra della Manica – è probabile che la rivolta si
incancrenisca ancora di più dando ancora più potere a partiti populisti e
razzisti che cavalcano il malcontento.

Infine – sia in Gran Bretagna che nell”Europa
continentale – c”è il rischio che le élites
perdano la poca lucidità rimasta e si imbarchino in qualche avventura senza ritorno per evitare sia
la disintegrazione del Moloch Europeo
sia la disintegrazione del Regno Unito
(già ci sono voci di richieste di nuovi referendum per l”indipendenza
dell”Ulster e della Scozia pro-EU). 

In questa partita – possibile ma ovviamente non auspicabile – giocherà un ruolo fondamentale la NATO, ossia la manus militaris
statunitense che ha fagocitato ogni proiezione strategica della UE. Senza
dubbio gli USA e la NATO hanno l”interesse a evitare la disintegrazione della
UE, che sarebbe il prologo della disintegrazione della NATO e la conseguente
fine dell”egemonia americana in Europa. Per evitare tutto questo, qualche folle
potrebbe pensare che 
la vecchia strategia di trovare un nemico esterno per evitare l”implosione sia la strategia
migliore
. Purtroppo le occasioni – dalla Siria all”Ucraina – non mancano.

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