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'L''Italia di Renzi preoccupa gli Stati Uniti'

Ma che succede? Tutti i più importanti giornali anglosassoni, e non solo loro, guardano alla situazione italiana con improvviso interesse. [Giulietto Chiesa]

'L''Italia di Renzi preoccupa gli Stati Uniti'
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20 Agosto 2016 - 23.51


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di Giulietto Chiesa.

Ma che succede?
Tutti i più importanti giornali anglosassoni, e non solo loro, guardano
alla situazione italiana con improvviso interesse.

Vale per il Wall Street Journal e per il New York Times, per il Financial Times e per L”Economist.
Ma non è l”Italia che non cresce quella che preoccupa Wall Street e la
City of London. E” l”italia che potrebbe votare “no” al referendum
d”autunno sulla “deforma” costituzionale. Le lamentazioni sono forti e
prolungate. Gli scenari sono oscuri. 

E se gl”italiani dicessero davvero
no? 

Per il Wall Street Journal sarebbe un caso “più importante del Brexit”.  

El Pais (che in Spagna è il giornale più filo-americano, come ormai lo è, in Italia, la Repubblica),
dedica un editoriale per definire l”Italia “il malato d”Europa”.

Insomma: Matteo Renzi potrebbe non farcela. Con questo abbiamo ora la
certificazione assoluta che Renzi rappresenta simultaneamente,
in Italia, il pensiero unico della globalizzazione neo-liberista e il
disegno delle elites globali di cancellare le sovranità nazionali
insieme agli ultimi residui di democrazia rappresentativa che ancora non
sono stati cancellati dai parlamenti occidentali.


Sembra proprio questa la vera preoccupazione
imperiale e dei suoi esegeti: che non riesca in Italia il tentativo di
cancellare la democrazia della Costituzione in vigore e sostituirla con
un regime vero e proprio che garantisca per una lunga fase la tranquilla
gestione del potere italiano da parte della finanza internazionale.


Non è dunque soltanto la mancata crescita dell”Italia, le sue banche
in sofferenza, il disastro delle corruttele, ciò che preoccupa
Washington e Londra: è che l”attuale situazione politica si trasformi
in una débacle per il governo in carica. Dopodiché, sembrano
dire tutti, in coro, sarebbe il diluvio dell”ingovernabilità (in realtà
sarebbe il diluvio per la “loro” governabilità).

Il problema è l”“errore di calcolo” di Renzi, che avrebbe eccessivamente
personalizzato il risultato del referendum, gridando ai quattro venti
che, in caso di sconfitta, si dimetterebbe. Ma queste cose â€” gli
suggeriscono, in ritardo, i suoi consiglieri stranieri â€” non si fanno
mai! Il fatto è che, a quanto sembra, Renzi è il secondo in breve tempo,
tra i leader europei, a fare un errore del genere: dopo Cameron. 

Ma che
ci vogliamo fare? Le situazioni imprevedibili si moltiplicano a ritmo
sempre più intenso. Anche i colpi di stato una volta riuscivano al primo
colpo, Mentre adesso, vedi la Turchia, forse bisognerà rifarlo.


Il fatto è â€” ma questo a Washington non l”ha
valutato â€” che Renzi, nei suoi due anni di governo ha puntato tutto
proprio sulla cancellazione della Costituzione e sulla legge elettorale
che gli avrebbero dovuto dare il controllo perituro del paese per il
prossimo decennio. 

Se non gli riuscisse questo “uno-due” (cioè se il
paese gli dicesse sonoramente di no) come potrebbe restare al potere? E
le elezioni politiche si profilano tra meno di due anni. E, con un
Movimento 5 stelle che sembra in crescita (sembra) non c”è da scherzare
troppo. E formare un”alleanza che tenga in piedi un altro governo (il
presidente Mattarella non potrebbe sottrarsi dal prendere atto della
crisi politica), magari tecnico, con la destra di Berlusconi, che è a
sua volta in stato comatoso, sarebbe impresa titanica.


Dunque gli scenari sono quasi tutti pessimisti, anzi pessimi. I
suggerimenti anglosassoni sono tutti sull”economia: Renzi tagli le tasse
al più presto e l”Europa sia più accondiscendente con il suo uomo a
Roma, cioè guardi ai suoi conti con minore severità. Del resto l”ha già
fatto con la Germania, il Portogallo, la Francia. Con tutti meno che con
la Grecia.  

Ma il tempo stringe. Bisognerà che Renzi inventi un altro
regalino da 80-100 euro per gli elettori incerti (che sono ormai la
maggioranza). E non è detto che funzioni.

 

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