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Perché le oligarchie europee si distaccano sempre di più dai propri popoli?

Ipotesi: i governi non sono più il comitato d'affari della borghesia nazionale , ma dell'oligarchia sovranazionale. La distanza tra dominati e dominanti tende sempre più ad allargarsi. Ma c'è dell'altro...

Perché le oligarchie europee si distaccano sempre di più dai propri popoli?
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15 Gennaio 2024 - 21.52


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di Silvio Dalla Torre.

Appare ormai evidente che le oligarchie europee agiscano contro gli interessi dei popoli che dovrebbero rappresentare (e parlando di popoli non intendo soltanto le classi medie e basse , ma anche gran parte della borghesia).
Ci sono moltissime evidenze al riguardo. Una, in particolare, è macroscopica.
Chi non abbia collegato il cervello allo spinotto della propaganda mediatica non può non sapere che l’unica possibilità di trasformare l’Unione europea in qualcosa di diverso dalla squallidissima entità che è oggi, risiede nell’incrementare i rapporti economici e politici tra Germania e Russia. Solo in tal modo si potrebbe alimentare una crescita economica duratura e non punitiva per i paesi latini. Non si tratta, sia ben chiaro, di una strada facile, perché si scontra con comprensibili resistenze, ma è l’unica realisticamente percorribile se si vuole che popoli molto diversi per lingua, costumi e cultura, trovino la convenienza di lungo periodo a stare insieme.
Cosa avviene, invece?
Le elite politiche ed economiche europee non si sono minimamente opposte alle provocazioni antirusse degli americani. I tedeschi, che pure hanno messo in campo una spaventosa brutalità nei confronti della Grecia, hanno persino accettato che un’infrastruttura fondamentale come il gasdotto baltico venisse distrutto dai loro alleati. Un atto che in tempi non molto lontani sarebbe stato considerato alla stregua di una dichiarazione di guerra.
Molti pensano che questa apparente irrazionalità sia dovuta al costante ricatto a cui sarebbero soggetti gli uomini di potere. In effetti, nella società del controllo in cui viviamo, le mosse delle persone autorevoli sono costantemente monitorate. Chi non si conforma alla volontà imperiale rischia non solo la carriera ma anche la vita, come testimoniano, per fare solo due esempi, le vicende di Aldo Moro e Olof Palme.
Questo, tuttavia, non basta a spiegare ciò che sta avvenendo. In condizioni normali l’interesse ha il sopravvento sul ricatto. Si trova sempre chi è disposto a rischiare la carriera o anche la vita per raggiungere determinati fini.
Bisogna allora cercare un’altra spiegazione e credo che essa sia stata data in modo persuasivo dal sociologo Emmanuel Todd. Secondo lo studioso francese le oligarchie europee si distaccano in modo sempre più evidente dai loro popoli perché sono state ormai cooptate all’interno del sistema di potere angloamericano sia sul piano economico che su quello culturale
Sul piano economico, in primo luogo. I grandi ricchi mettono i loro soldi nei paradisi fiscali controllati dalla finanza anglosassone. E’ finita l’epoca in cui, per fare un esempio, i padroncini del Nord Est prendevano la macchina e portavano in Svizzera la valigetta piena di contanti. Oggi con un clic si possono trasferire enormi capitali alle Cayman, in Lussemburgo, in Irlanda o in Olanda. Si tratta di denaro vivo, che sfugge alla tassazione nazionale e che può essere impiegato in qualsiasi momento. Se Gianni Agnelli, a modo suo, conservava un qualche legame con Torino e l’Italia, il nipote John Elkann, che ha smantellato la FIAT e trasferito in Olanda la sede fiscale delle sue proprietà, è ormai un apolide.
Poi anche su quello culturale. I figli dell’oligarchia frequentano scuole esclusive, hanno percorsi privilegiati, tendono sempre più a vivere in un mondo separato da quello dei loro coetanei. I vincoli religiosi e la cultura umanistica, che in passato accomunavano le borghesie europee, sono venuti meno. La scuola pubblica è in via di smantellamento. Il servizio di leva, che permetteva ai giovani di buona famiglia, per quanto nella condizione privilegiata di ufficiali, di entrare in contatto col popolo, è stato ovunque abolito.
I grandi ricchi sono anglofoni, sono ignoranti, sono animati da un senso di onnipotenza. I governi non sono più il comitato d’affari della borghesia nazionale , ma dell’oligarchia sovranazionale. La distanza tra dominati e dominanti tende sempre più ad allargarsi.

E’ difficile dire dove ci porterà tutto questo.
 Sul breve periodo non sembrano probabili delle svolte. La società europea appare rintronata ed incapace di opporre un’efficace resistenza. Un lugubre “cupio dissolvi” si è impadronito dell’Occidente .
Sul lungo periodo le cose potrebbero essere, però, diverse. Quando la forbice tra governanti e governati si allarga troppo, è difficile che non si producano delle reazioni.
Chi oggi ha venti anni ne vedrà delle belle.

Fonte: https://www.facebook.com/silvio.dallatorre.7/posts/pfbid02CksLJSYcUwHw2pTtCSrSkdq8T4NZd8vQQqUJZYwsq94i1fx3jxVuNdcnxoQ2sBWrl.

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