Le forbici di Gelmini svuotano le ex magistrali | Megachip
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Le forbici di Gelmini svuotano le ex magistrali

Le forbici di Gelmini svuotano le ex magistrali
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24 Settembre 2009 - 10.51


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asino_chi_fa_la_legge_testodi Davide Pelanda – Megachip

 

Forse non tutti sanno che quella che (impropriamente) viene chiamata Riforma della scuola, voluta e promossa dall”attuale ministro della pubblica istruzione Maria Stella Gelmini, non ha nessuna base pedagogica e didattica.

 

È stata una pseudo riforma legata solo alla cosiddetta “ottimizzazione” delle risorse. Vale a dire una riforma, come ormai tutti ben sanno (anche i sassi!), fatta con le forbici, tagliando cioè tutti i fondi possibili. Una riforma “dettata” dalle necessità di fare cassa del ministro Giulio Tremonti che ha imposto questa scelta alla Gelmini.

 

Se dunque non c”è nessuna ispirazione di tipo pedagogico e didattico (infatti nessun luminare universitario e cattedratico è stato sentito come consulente “esperto” per detta riforma), che male c”è, seguendo questa logica, se tagliamo e togliamo letteralmente dai Licei Psicopedagogici (ex magistrali di un tempo) lo studio di tutte le maggiori scienze umane (psicologia, sociologia, pedagogia, diritto ed economia), sia nella loro struttura teorica sia nella loro applicazione pratica di ricerca?

Ciò vuol dire svuotarli totalmente del loro valore e significato, lasciandogli solo l”involucro dove dentro non ci sarà più nulla.

Nessuna valenza pedagogica e psicologica?

Parrebbe proprio così, stanno al fatto che la Gemini, con la riforma delle Scuole Secondarie di Secondo grado cancellerà dal 2010 tutte le sperimentazioni attualmente presenti negli ex istituti magistrali di un tempo.

 

Vale a dire verrà proprio cancellata una intera classe di concorso degli insegnanti (la A036), cioè altre migliaia di docenti non solo precari ma anche di ruolo di queste materie. Tali sperimentazioni delle ex magistrali vertevano su:

 

– l”indirizzo socio-psico-pedagogico, che prevede lo studio di tutte le maggiori scienze umane (psicologia, sociologia, pedagogia, diritto ed economia), sia nella loro struttura teorica sia nella loro applicazione pratica di ricerca;

– l”indirizzo sociale (la cui versione più diffusa è il liceo delle scienze sociali), che ha abbandonato latino e pedagogia per concentrarsi maggiormente su sociologia, antropologia e psicologia sociale;

– l”indirizzo psico-pedagogico (rappresentato dal liceo delle scienze umane e dal liceo della formazione), che si è concentrato sull”ambito complementare delle discipline psicologiche, integrate in alcuni casi con la pedagogia.

 

Al loro posto, la riforma Gelmini prevede la cancellazione di tutte le sperimentazioni e l”istituzione di due soli indirizzi:

– un nuovo liceo delle scienze umane, che ripropone la struttura e i programmi ideati dalla riforma Moratti (decreto 226/05), eliminando però tutte le materie di indirizzo presenti nel biennio e concentrando l”insegnamento delle scienze umane sulla storia della pedagogia;

– all”interno di questo liceo sarà possibile attivare anche un”opzione economico-sociale, che nella sua struttura ricorda molto l”attuale liceo delle scienze sociali, poiché elimina l”insegnamento di latino per mantenere invece quello di diritto ed economia e sostituisce le “scienze umane” con le “scienze sociali”, presenti in tutti e cinque gli anni.

 

Gli insegnanti della classe di concorso A036 sono preoccupati e perplessi dal punto di vista didattico sulla scelta ministeriale e dicono che «i nodi critici sono prevalentemente tre. In primo luogo l”assenza, nel biennio, della disciplina caratterizzante; in questo modo si compromette radicalmente l”identità dell”indirizzo privandolo della sua specificità (sarebbe come eliminare latino e greco dal liceo classico o matematica e fisica dallo scientifico). Più che un liceo delle “scienze umane” diventa un generico corso di “discipline umanistiche” (latino, italiano, lingue straniere, storia dell”arte, etc.), cioè qualcosa di completamente diverso da tutte le sperimentazioni ex magistrali che dovrebbe invece sostituire.

 

Priva di qualsiasi giustificazione razionale è anche la riduzione delle scienze umane alla mera storia della pedagogia, in quanto essa rappresenta solo un aspetto marginale di tali discipline e forse quello meno utile dal punto di vista della formazione personale e lavorativa dello studente. Tenendo poi presente che gran parte dei ragazzi si iscriveva al socio-psico-pedagogico e al vecchio liceo delle scienze umane animata da un forte interesse per la psicologia o la sociologia, ci chiediamo quanti iscritti possa riuscire ad attrarre un liceo incentrato esclusivamente sulla storia della pedagogia.

 

La mancanza di una trattazione sistematica di psicologia e sociologia, inoltre, priva lo studente di strumenti indispensabili per affrontare con competenza e serenità la complessità del mondo attuale, le relazioni sociali ed i legami affettivi. Dunque non consente proprio quella formazione umana interiore che tale liceo dovrebbe per eccellenza promuovere».

 

Gli insegnanti chiedono di reinserire le discipline di indirizzo anche nel biennio, di assegnare le ore di scienze umane del triennio allo studio sistematico di psicologia e sociologia, proponendo, infine, di associare l”insegnamento di pedagogia a quello di filosofia.

 

Preoccupati di questi ulteriori tagli ventilati, i docenti della materia indirizzano queste proposte (con un”apposita petizione intitolata “per un migliore liceo delle scienze umane”) al ministro della Pubblica Istruzione, al Presidente del Consiglio, nonché alla Settima Commissione di Camera e Senato e della Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e per l”Autonomia Scolastica.

Le firme vanno inviate via mail al Gruppo Docenti A036 – docentia036@gmail.com.

 

Ricordiamo inoltre anche il disagio degli studenti che si sono iscritti nell”anno 2009/2010 all”indirizzo socio-psico-pedagogico, i quali verranno dirottati, il prossimo anno, in un nuovo liceo che non rispetta in alcun modo le scelte fatte al momento dell”iscrizione. Un danno notevole che ricade non solo su di loro, ma anche sulle famiglie.

 

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