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di Antonio Cajelli – www.antoniocajelli.it
Se la “religione neoliberista” verrà insegnata anche nelle nostre scuole, non ci resta che chiedere, come avviene per la religione cattolica, la possibilità di scegliere di non seguirle-subirle.
Era nell”aria, me lo sentivo. Erano mesi che sentivo che stava per succedere e la notizia di ieri, potete immaginare, non mi lascia indifferente.
L”11 giugno scorso Il Consorzio PattiChiari e il MIUR hanno siglato un Protocollo di collaborazione per la diffusione dell”educazione finanziaria presso le scuole di ogni ordine e grado. L”obiettivo è promuovere un programma pluriennale di attività di informazione e di formazione sui temi dell”economia, della finanza e del risparmio. Qui trovate il testo del protocollo d”intesa.
Se pensate come me che l”educazione finanziaria debba essere fatta da soggetti che non siano in conflitto di interessi e che insegnino nozioni che vadano realmente a favore delle persone, la notizia non vi avrà fatto particolare piacere.
I presupposti davvero non mi convincono. Ditemi voi cosa ne pensate.
Innanzitutto il tema: l”accordo prevede che siano attivati percorsi di “informazione/formazione” (quindi non di educazione, ma lì dentro la sanno la differenza??) su temi di economia, finanza e risparmio. Lo scopo è di dare ai giovani “specifiche competenze atte a fornire comportamenti attivi e consapevoli in relazione ai succitati temi”. L”accordo – di fatto – esclude (o non prevede) soggetti terzi se non altri soggetti ”Istituzionali”: il Cajelli della situazione non entrerà nei programmi (tanto non ci sarebbe entrato). Ma vi garantisco che per me non è un cruccio.
Chi incontrerà studenti ed insegnanti? “Esperti di banca“, manco a dirlo. Chi promuove gli incontri nel territorio a favore di scuole o reti di scuole? “Esperti del sistema bancario“.
Lodevole, al contrario, il tentativo di pensare anche alle famiglie dei giovani, anche se il terreno del web, come supporto di informazione, non è ancora efficace, per tanti adulti. Ma tanto stiamo sempre parlando di informazione e di formazione, non di educazione, non di emozioni legate all”uso del denaro, non di consumo critico. Va bene così, non tocchiamo cose che fanno male.
Leggete l”articolo 8 del protocollo d”intesa. È vietato fare promozione di prodotti finanziari e andare contro lo spirito educativo dell”iniziativa. C”è qualche bancario che sappia agire secondo queste linee guida e sappia spiegare, ad esempio, che si può fare rivalutazione e previdenza senza usare i fondi comuni di investimento? Che sappia parlare di risparmio senza parlare necessariamente di banca o che si ricordi di parlare, ad esempio dei buoni fruttiferi postali?
Un”amica mi ha suggerito subito di provvedere a richiedere l”esenzione dall”ora di banca a scuola. È un”idea, ci penserò. Pensateci anche voi.
Staremo a vedere. Se qualcuno pensa che sia la Pearl Harbour dell”educazione finanziaria indipendente ricordo a tutti che quell”attacco segnò l”entrata in guerra dell”America.
Da quando ho letto questa notizia ho in mente una scena sola. Quella di un paese che ride mentre si fa male.
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