'Il Bosone di Higgs è solo l''inizio' | Megachip
Top

'Il Bosone di Higgs è solo l''inizio'

'Il Bosone di Higgs è solo l''inizio'
Preroll

Redazione Modifica articolo

15 Luglio 2012 - 15.36


ATF

bosone 20120715

di Roberto Vacca* – www.cadoinpiedi.it

Nel 1948 furono inventati i transistor: “Piccoli elementi solidi atti a costituire circuiti elettronici, in cui fluivano quantità minime di energia”. Ci si sarebbero realizzati radio, televisori, forse computer. Un ingegnere che conoscevo era scettico: “Quando mai? È un”esagerazione giornalistica!”

Poi si convinsero tutti. Ci fu una invasione di radioline. Pochi anni dopo vennero i grandi computer allo stato solido sempre più veloci. L”impatto della scienza sulla tecnologia fu rapido. Gli utenti finali non si chiedevano come funzionassero transistor e radio, ma gli ingegneri lo capivano bene. Gli elettronici di oggi conoscono teoria e pratica di transistor e chip. Costruiscono televisori, computer, robot e i gadget che usiamo e di cui si parla di continuo. I progressi sono continui, tangibili. Le loro genesi e meccanismi sono familiari almeno a parecchi esperti. Sono intuiti, in modo superficiale, anche da una parte del pubblico. La fisica dello stato solido (dei transistor, dei chip) è complessa, ma “si capisce”.

Invece è estremamente più arduo capire i progressi della fisica moderna. Al CERN di Ginevra è stato rilevato il bosone di Higgs, uno dei 6 bosoni elementari. La sua esistenza fu arguita nel 1964: doveva esistere per spiegare la coerenza di altre osservazioni fatte, ma non era stato ancora osservato.

Da Planck in poi i fisici si sono scostati nettamente dal principio di Galileo “Ciò che l”esperienza e i sensi ci dimostrano, devesi anteporre a ogni discorso ancorchè ne paresse assai fondato.” Prima si definisce la natura di oggetti che, soli, possono spiegare processi complessi. Poi, vengono osservati e misurati. Fermi definì nel 1934 il neutrino, la cui emissione avrebbe spiegato come un neutrone decada producendo un protone e un elettrone: i neutrini furono osservati da F. Reines nel 1958. Abdus Salam definì nel 1968 i bosoni “gauge” W+, W- e Z che mediano la forza nucleare debole: furono osservati da Rubbia nel 1983. Questi scienziati ebbero tutti il Premio Nobel. Taluno dice: “Ora che si è “visto” il bosone di Higgs, si è capito tutto. Non ci saranno più scoperte.”

La frase non ha molto senso. Certo la scoperta avrà conseguenze interessanti, anche tecnologiche – in avvenire Ora, soprattutto, i fisici d”avanguardia capiscono meglio quale sia l”origine della massa delle particelle elementari. Ma già questa affermazione per essere capita impone a ogni non esperto, di studiare a lungo solo per capire la definizione degli enti di cui parliamo:

“I bosoni sono particelle a spin intero (non frazionario). Sono governati dalle statistiche di Bose-Einstein, non da quelle di Fermi-Dirac. Sono bosoni: i mesoni, i fotoni, i gluoni e i nuclei con numero di massa pari (come quello dell”elio), i 4 bosoni gauge, il bosone di Higgs e i gravitoni.”

E che c”è da scoprire ancora? Quasi tutto. Molti fisici pensano che esistano i multiversi. Sono ipotetici insiemi di universi multipli coesistenti in diverse dimensioni dello spazio o a distanze enormi gli uni dagli altri. Ciascuno avrebbe, come il nostro, tre dimensioni spaziali (o forse di più) e una temporale. Non sono osservabili. Altri fisici famosi dicono che l”universo è fatto di stringhe. Sarebbero entità a una dimensione, cento miliardi di miliardi di volte più piccole di un nucleo atomico. Neanche le stringhe sono osservabili, ma taluno – ardito – sostiene che con la teoria delle stringhe si dimostra che i multiversi sono reali e che il nostro mondo ne è una proiezione olografica. Molti premi Nobel dissentono: quella teoria non ha basi sperimentali.

Il fisico Brian Greene ha pubblicato sull”argomento “La realtà nascosta: Universi paralleli e le profonde leggi del cosmo”. Una teoria dei multiversi fu esposta già nel 1957 da Hugh Everett. Un elettrone ha una probabilità p di emettere un fotone e una probabilità (1-p) di non emetterlo, ma un evento non escluderebbe l”altro: se nel nostro universo lo emette, subito si creerebbe un universo alternativo in cui non lo emette. Ogni processo subatomico soggetto alla elettrodinamica quantistica sdoppierebbe l”universo – ne esisterebbero, quindi, tanti paralleli e in ciascuno avverrebbero cose diverse.

La elettrodinamica quantistica in base a relazioni matematiche probabilistiche permette di prevedere i risultati di esperimenti ancora non effettuati con la precisione di una parte su 100 miliardi. Non consente, però, di prevedere eventuali effetti di fenomeni subatomici su oggetti macroscopici e certo non sull”intero universo. Queste teorie non possono essere confermate, né falsificate dall”esperienza: vanno considerate come “vaccinate”, cioè non dibattibili, nè interessanti. Come scrisse Feynman:”Abbiamo bisogno dell”immaginazione, ma costretta in una terribile camicia di forza”.

Greene arguisce anche: se l”universo è infinito deve contenere copie del nostro sistema solare, della Terra, di noi stessi che differiscano fra loro solo per qualche dettaglio. Lascia freddi questa ipotesi: se queste copie esistono a miliardi di anni luce da noi non possiamo saperlo e non ci fa differenza.

Non ci attendiamo scoperte straordinarie solo in fisica. Gli strumenti della fisica stanno permettendo di studiare e capire il funzionamento del cervello umano: l”oggetto più complesso, interessante e ancora non bene noto dell”universo. Potremo capire chi siamo, come siamo fatti, come possiamo curarci meglio. Ogni giorno i panorami delle cose nuove da scoprire e da capire si rivelano più vasti e interessanti. I grandi scienziati ci possono sembrare troppo eccelsi e irraggiungibili. Anche ciascuno di noi, però, sa bene che, se ci prova, può aprire la sua mente a capire le discipline antiche, anche umanistiche, e quelle moderne: nanotecnologie, biofisica, cosmologia, biologia molecolare, scienza dei computer. Non c”è limite – e, dove non riusciamo ad arrivare, esortiamo i nostri figli a provarci.

(15 luglio 2012)

* Laureato in ingegneria elettrotecnica e libero docente in Automazione del Calcolo (Universita” di Roma). Docente di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualita” (Universita” di Roma e Milano). Fino al 1975 Direttore Generale e Tecnico di un”azienda attiva nel controllo computerizzato di sistemi tecnologici, quindi consulente in ingegneria dei sistemi (trasporti, energia, comunicazioni) e previsione tecnologica. Tiene seminari sugli argomenti citati e ha realizzato numerosi programmi TV di divulgazione scientifica e tecnologica. [Fonte: http://www.robertovacca.com/]

Fonte: http://www.cadoinpiedi.it/2012/07/15/il_bosone_di_higgs_e_solo_linizio.html#anchor


Native

Articoli correlati