di Checchino Antonini.
Sono riassunti in 12 punti gli interventi che il Governo promette di 
mettere in campo per migliorare la scuola italiana. Un piano 
straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere 
le Graduatorie a Esaurimento. Dal 2016 si entrerà solo per concorso: in 
40 mila giovani qualificati verranno arruolati così fra il 2016 e il 
2019. Garantire alle scuole continuità didattica grazie al Piano di 
assunzioni di un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, 
tempo pieno e supplenze.
Ogni 3 anni 2 prof su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese 
in più grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, 
formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni 
scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto 
di miglioramento. La formazione sarà continua e obbligatoria mettendo al
 centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. 
«Per valorizzare – così recita la velina diffusa dalle agenzie – i nuovi
 Don Milani, Montessori e Malaguzzi».
Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti 
finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a 
migliorare la propria squadra e l’offerta formativa. Si chiama Sblocca 
scuola l’intento di coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e
 studenti per individuare, per abolirle, le 100 procedure burocratiche 
più gravose per la scuola. Piani di co-investimento per portare a tutte 
le scuole la banda larga veloce e il wifi. Musica e Sport nella scuola 
primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie. Rafforzamento del 
piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. 
Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e 
piano «Digital Makers» nella secondaria. Diffusione dello studio dei 
principi dell’Economia in tutte le secondarie. Alternanza Scuola-Lavoro 
obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali 
per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, 
potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale. Fondo 
stabile per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF). Attrarre 
risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso 
incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.
Prima ancora che venisse proclamata in diretta tv l’ennesima riforma,
 gli studenti dell’Uds erano in presidio dalle prime ore del mattino 
sotto il Miur, il ministero: «“#labuonascuola per noi è quella gratuita 
che permette a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente 
dalle condizioni sociali ed economiche di partenza, invece non è questa 
l’idea del Premier – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale Uds –
 nonostante vi siano alcuni elementi puntuali e marginali positivi, 
questi sono utilizzati da Renzi come specchietto per le allodole per 
nascondere attraverso belle parole provvedimenti strutturali gravissimi 
che non faremo passare in silenzio. Inoltre il grande assente nella 
proposta è il diritto allo studio, unico vero strumento per risolvere il
 problema della dispersione scolastica, tema su cui da anni abbiamo 
presentato proposte inascolate al MIUR. Il Governo vorrebbe addirittura 
finanziarizzare le misure di contrasto alla dispersione, permettendo ai 
privati di lucrare su quello che dovrebbe essere un diritto». Per il 
sindacato studentesco, tutto l’impianto è basato «sulla competizione e 
la premialità, a partire dal Sistema di valutazione che favorirà le 
scuole migliori», continua Lampis preoccupato da rischio di un ulteriore
 accentramento dei poteri in mano ai manager scolastici. «Non vogliamo 
una scuola dove si compete per andare avanti, ma dove si coopera tutti 
assieme: si vuole finanziare chi vince e chi si adatta, non chi resta 
indietro, e questo vale sia per gli istituti scolastici che per gli 
insegnanti».
«Inoltre sono davvero inaccettabili le proposte sul finanziamento 
che non accolgono le rivendicazioni studentesche portate dalle piazze 
negli ultimi anni – aggiunge Lampis – E’ assurdo pensare ad una scuola 
finanziata dai privati o addirittura svilita da iniziative di 
crowdfunding: la scuola non si può finanziare strutturalmente con la 
beneficienza! Vogliamo un impegno reale dello Stato nel finanziamento 
della scuola pubblica, non semplici promesse vaghe, e non possiamo 
pensare che essa debba trasformarsi in un’impresa per potersi sostenere.
 Parlare di School Bonus e School Guarantee significa pensare ad una 
sostanziale privatizzazione dell’istruzione. Invece attraverso Impresa 
Didattica e l’Atlante del Lavoro si evidenzia l’intenzione di allineare 
la didattica agli interessi di un mercato del lavoro sempre più 
desideroso di precari senza diritti e senza competenze critiche. In 
sostanza la scuola diventa sempre più la prima palestra di precarietà. 
L’istruzione e il lavoro devono parlarsi, ma è la prima a dover 
determinare il lavoro, per cambiarlo e garantire a tutti una nuova 
occupazione qualificata e soprattutto con diritti e tutele. Saremo 
pronti a contrastare con forza questo disegno di demolizione dei diritti
 di cittadinanza».
I grandi assenti sono gli studenti e le richieste di questi ultimi 
anni: «Siamo pronti ad entrare in scena a partire dal 10 ottobre, 
giornata di mobilitazione studentesca, per prendere parola e imporre le 
nostre priorità!».
Un’assemblea di autoconvocati della scuola, organizzata lunedì 1º 
settembre a Roma aveva già avuto modo di manifestare la preoccupazione 
per le promesse/minacce avanzate nelle scorse settimane da Renzi e della
 ministra Giannini. Tra i precari della scuola è viva l’assoluta 
necessità di mettere in campo un più elevato ed incisivo livello di 
mobilitazione per rispondere al governo su questioni come l’eliminazione
 delle supplenze per i precari, il rinnovo del contratto, la 
differenziazione pseudo-meritocratica dei docenti in tre livelli, il 
taglio delle tasse alle private. Le indicazioni dell’assemblea sono 
sintetizzabili nella costruzione di una grande assemblea generale della 
scuola a Roma, probabilmente il 15 settembre, per il lancio di uno 
sciopero finalmente unitario, di tutte le componenti della scuola e di 
tutte le sigle sindacali. La data possibile è proprio quella di venerdì 
10 ottobre. «Questa giornata potrebbe essere ideale per sancire 
l’alleanza tra lavoratori e studenti della scuola e su di essa stanno 
convergendo tra gli altri i lavoratori di quota 96 ed i precari».
«Forse Renzi vuole conquistarsi sul campo la laurea in venditore di 
fumo – commenta Paolo Ferrero, segretario del Prc – i 100mila precari da
 assumere sono un atto dovuto perchè dopo i tagli della Moratti e della 
Gelmini se questi docenti non fossero chiamati a lavorare le scuole non 
funzionerebbero. Ci sono supplenti plurilaureati e pluriabilitati che da
 15 anni vengono ogni anno riassunti a settembre e licenziati a giugno. 
Ora incombe su questa prassi incivile e miope un ricorso in Europa, la 
Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti 
dell’Italia per la reiterazione illegittima dei contratti a termine nei 
confronti dei lavoratori della scuola.
Come si farà a insegnare l’inglese nelle scuole elementari se gli 
insegnanti specialisti sono stati rimandati nelle classi e come si 
inseriscono la musica, l’educazione motoria nelle elementari se nella 
scuola di base è stato distrutto il modello orario che permetteva 
l’inserimento di queste attività, cioè il tempo pieno? In realta si 
vogliono dividere gli insegnanti, togliere spazio alla contrattazione 
nazionale, organizzare sempre più la scuola come un’azienda, aprire la 
scuola pubblica all’intervento privato e aumentare i finanziamenti e i 
favori alla scuola paritaria. Niente di nuovo, anzi peggio di prima». 
Non a caso la mobilitazione nelle scuola è già partita.
Ma le aperture al privato e al mercato suggestionano anche la 
sinistra mainstream. Come Legambiente che legge nel piano scuola 
un’inversione di tendenza. Finalmente un’inversione di tendenza rispetto
 ai governi degli ultimi 14 anni, la scuola non è più luogo di tagli, si
 torna a investire e a ragionare della sua qualità. E’ il commento di 
Legambiente sul piano per la scuola pubblicato oggi online dal governo 
Renzi. «L’associazione da tempo sottolinea l’importanza di alcuni temi 
contenuti ora nel piano governativo: da una effettiva autonomia delle 
scuole alla necessità della formazione in servizio per i docenti, dal 
rinnovo dei curricula in base ai nuovi bisogni educativi, sociali ed 
economici alla restituzione di qualità e sicurezza dei nostri edifici 
scolastici, da una migliore e maggiore relazione scuola-lavoro 
all’apertura della scuola al resto del territorio».
Anche la Flc Cgil, il più grande sindacato del comparto, vede il 
bicchiere mezzo pieno: « «Le circa 150.000 assunzioni, previste dal 
piano corrispondono ai numeri che la Flc Cgil ha sempre indicato come 
necessità prioritaria. Dunque la Flc saluta «favorevolmente il piano di 
stabilizzazioni che a partire dal 2015 dovrebbe coprire tutti i posti 
vacanti (50.000 docenti) introdurre nella scuola l’organico 
dell’autonomia (circa 80.000 docenti per tutti gli ordini), per 
rispondere così alle esigenze dei piani dell’offerta formativa. Lo 
svuotamento delle graduatorie ad esaurimento – prosegue il commento –, 
consente in modo flessibile la stabilizzazione dei posti negli organici 
delle scuole di tutta Italia. Sottolineiamo l’utilizzo dello strumento 
del concorso come unica forma di reclutamento che è uno dei punti 
cardine della nostra proposta sul reclutamento». Solo in fondo al 
comunicato si legge che «urgono i chiarimenti sull’impegno economico che
 l’operazione comporta, sul rispetto delle prerogative contrattuali, in 
particolare quelle salariali e sui tempi di attuazione del piano» e si 
apprende il «duro giudizio sull’assenza delle stabilizzazioni degli ATA 
per i quali valgono le stesse ragioni di urgenza e di funzionamento 
delle scuole». La ministra Madia toglie ogni dubbio prima dei tg di 
prima sera: gli stipendi e il contratto resteranno al palo anche nel 
2015.
Fonte: http://popoffquotidiano.it/2014/09/03/renzi-lunica-scuolabuona-e-quella-privata/.
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