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Obama si riarma

La nuova dottrina USA di sicurezza nazionale? Una professione di fede imperialista e una dichiarazione di guerra al mondo. Ecco perché [Thierry Meyssan]

Obama si riarma
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8 Febbraio 2015 - 22.17


ATF

«Sotto i nostri occhi» – Cronaca di politica internazionale n°115

di
Thierry Meyssan
.


Mentre
la stampa atlantista ha salutato la nuova dottrina statunitense di
sicurezza nazionale come una volontà di esplorare mezzi non militari
per risolvere i conflitti, Thierry Meyssan vi ha letto una
professione di fede imperialista e una dichiarazione di guerra al
mondo. I lettori potranno fare riferimento al documento originale,
scaricabile in fondo a questa pagina, per verificare che ha ragione.



Il
presidente Obama ha appena reso pubblica la sua Dottrina di Sicurezza
Nazionale (National Security Strategy), un documento che esplicita le
ambizioni del suo paese, e di cui si è a lungo attesa la
pubblicazione. Mentre cela i significati usando un “gergo legnoso”,
vi definisce la sua visione dell”imperialismo. Qui leggerete la
decrittazione:


A-
Gli otto ostacoli alla dominazione imperiale

Il
primo ostacolo è la riduzione delle spese militari.
«La
forza non è la prima scelta degli Stati Uniti, ma talvolta
sceglierla è necessario
»;
devono inoltre mantenere la loro schiacciante superiorità in materia
[il loro budget militare supera quello di tutti gli altri Stati del
mondo messi insieme] e devono smetterla di farvi economie.

Il
secondo è il pericolo interno di rivolta armata. Dopo gli attentati
dell”11 settembre, la paura del terrorismo ha permesso di sviluppare
la sorveglianza dei cittadini. Così, il
Patriot
Act

ha
«protetto
degli individui vulnerabili nei confronti di ideologie estremiste
suscettibili di spingerli ad attentati sul suolo
»
statunitense.

Il
terzo è il terrorismo transnazionale che gli Stati Uniti hanno
creato e che devono ininterrottamente padroneggiare. Affinché la
lotta contro questo ostacolo non sia deviata per regolare dei conti
interni, sarà sempre compiuta nel rigoroso rispetto delle leggi USA
[ma non del diritto internazionale, in quanto l”organizzazione del
terrorismo è un crimine internazionale].

Il
quarto è l”aumento della potenza russa e incidentalmente le
provocazioni della Repubblica democratica popolare di Corea,
conosciuta con il nome di Corea del Nord, a ricordare che gli Stati
Uniti non l”hanno ancora vinta e che possono sempre riprendere questa
guerra.

Il
quinto è la possibile adesione di nuovi Stati allo status di potenza
nucleare, che consentirebbe loro di resistere a Washington.
L”opinione pubblica internazionale pensa in questo caso all”Iran, ma
il presidente Obama in realtà pensa alla Corea. E non importa che
egli non abbia mai mantenuto le sue promesse di denuclearizzazione,
né che la NATO serva a violare gli impegni firmati nel Trattato di
non proliferazione.

Il
sesto è il cambiamento climatico, che spinge le persone a migrare e
quindi minaccia lo status quo.

La
settima è la messa in discussione del controllo esclusivo degli
Stati Uniti sulle aree comuni.

In
primo luogo, il cyberspazio: gli Stati Uniti, giacché sono sia i
proprietari di Internet sia gli utilizzatori finali di un gigantesco
sistema di intercettazioni illegali, non si aspettavano che alcuni
utilizzassero questo mezzo per non pagare le royalties per i
brevetti, i diritti d”autore e gli altri diritti dei marchi che
costituiscono oggi una rendita, la prima fonte di reddito.

Poi
lo spazio: Gli Stati Uniti sostengono il progetto europeo di
Codice
di condotta in materia di attività spaziali
,
che è un modo per sfuggire al progetto russo-cinese di
Trattato
di divieto di collocazione di armi nello spazio
.

Infine,
l”aria e il mare. A partire dalla
Carta
Atlantica
,
gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono autoproclamati come la
polizia dell”aria e del mare. Essi garantiscono la libera
circolazione delle merci ed estendono quindi la loro talassocrazia.

L”ottavo
è il rischio di un”epidemia. Da un anno in qua, gli Stati Uniti
hanno istituito con trenta di loro alleati la
Global
Health Security Agenda
,
che mira a individuare e contenere le epidemie, nonché rispondere al
bio-terrorismo.


B—
Gli o
biettivi
economici

In
primo luogo si tratta di far lavorare gli statunitensi, non perché
possano vivere con un tenore di vita migliore, ma perché
garantiscano la potenza economica del paese.

In
secondo luogo, gli Stati Uniti affrontano un problema di sicurezza
energetica
non
perché avrebbero difficoltà ad approvvigionarsi – sono ormai in
eccedenza grazie al petrolio messicano di cui si sono discretamente
impossessati Рma perch̩ la Russia pretende di seguire il loro
esempio controllando il mercato mondiale del gas.

In
terzo luogo, la leadership degli Stati Uniti nel campo della scienza
e della tecnologia non deve più basarsi sull”immigrazione di
cervelli, che tende a scarseggiare, ma sul proprio sistema
scolastico.

In
quarto luogo, il nuovo ordine economico deve fare degli Stati Uniti
la prima destinazione degli investimenti nel mondo. Perciò ogni loro
incoraggiamento ad aumentare gli investimenti qua e là è puramente
formale.

In
quinto luogo, gli Stati Uniti devono utilizzare la povertà estrema
nel mondo per imporre i propri prodotti.


C—
L”i
deologia

Gli
Stati Uniti sono irreprensibili in materia di
«Diritti
dell”Uomo
».
Questa espressione deve essere intesa nel senso anglosassone di
protezione degli individui di fronte all”arbitrio degli Stati, ma
soprattutto non nel senso dei Rivoluzionari francesi, per i quali il
primo
«Diritto
dell”uomo e del cittadino
»
non sta nell”eleggere i dirigenti in seno alle élites, bensì
nell”essere il dirigente di se stesso.

L”amministrazione
Obama ha messo fine alla pratica della tortura e garantisce i diritti
dei suoi prigionieri. Poco importa che i membri della CIA che abbiano
praticato esperimenti sui prigionieri non siano perseguiti per i loro
crimini, né che nessuna indagine sia stata condotta sulle 80mila
persone che furono illegalmente detenute in acque internazionali su
imbarcazioni della US Navy durante l”era Bush. Allo stesso modo, ci
si prega di credere che la NSA non raccolga alcuna informazione per
reprimere opinioni politiche, né che trasmetta le sue informative
all”
Advocacy
Center

al fine di favorire le aziende USA in occasione di gare d”appalto
internazionali.

Gli
Stati Uniti difendono principi universali: la libertà di espressione
[ad eccezione delle televisioni serbe, irachene, libiche e siriane
che sono state distrutte], la libertà di culto [ma non la libertà
di coscienza] e di riunione, la possibilità di scegliere i propri
leader democraticamente [tranne che per i siriani che hanno eletto
Assad con l”88% dei voti], e il diritto a un processo e un sistema
giudiziario equo [ma solo per quanto riguarda il diritto penale in
casa d”altri]. Difendono le comunità più vulnerabili, come le
minoranze etniche e religiose [ma non gli yazidi, né i cattolici o
gli ortodossi del Medio Oriente], i disabili, i LGBT [solo perché
questo non costa loro nulla], gli sfollati [tranne i messicani
cercano di attraversare il confine] e i lavoratori migranti.

Gli
Stati Uniti sostengono le democrazie emergenti, specialmente dopo la
primavera araba. Ecco perché hanno sostenuto al-Qa”ida nella sua
rivoluzione contro la Jamahiriya araba libica e ancora la sostengono
contro la Repubblica araba siriana. Lottano altresì contro la
corruzione, sapendo che non hanno nulla di cui vergognarsi perché i
membri del Congresso non ricevono i soldi di nascosto per cambiare i
loro voti, ma lo dichiarano in un registro.

Gli
Stati Uniti continueranno a sovvenzionare associazioni all”estero,
scegliendo i propri interlocutori in modo da camuffare i loro colpi
di stato in forma di “rivoluzioni colorate”.

Infine,
gli Stati Uniti lavoreranno per impedire massacri di massa [senza in
pratica impedirlo a se stessi come per il massacro dei 160mila libici
per i quali avevano ricevuto il mandato di proteggerli e che
bombardarono]. Per far ciò, sosterranno la Corte penale
internazionale [a condizione che non persegua funzionari USA].


D—
Il
nuovo ordine regionale

Estremo
Oriente: Benché la Cina sia in competizione con gli Stati Uniti,
eviteranno il confronto e
«cercheranno
di sviluppare una relazione costruttiva
»
con Pechino. Tuttavia, siccome non si è mai abbastanza prudenti,
continueranno lo schieramento delle loro truppe verso l”Estremo
Oriente e si preparano già ora alla guerra mondiale.

Europa:
Gli Stati Uniti continueranno a fare affidamento su quell”Unione
europea che hanno imposto agli europei, il loro principale cliente.
Non mancheranno di usare l”UE, il loro
«partner
indispensabile
»,
contro la Russia.

Vicino
Oriente: Gli Stati Uniti garantiscono la sopravvivenza della colonia
ebraica di Palestina. Per far ciò, continueranno a dotarla di un
importante vantaggio tecnologico militare. Soprattutto, continueranno
a costruire un”alleanza militare tra Israele, la Giordania e i paesi
del Golfo guidati dall”Arabia Saudita, il che seppellirà
definitivamente il mito del conflitto arabo-israeliano.

Africa:
Gli Stati Uniti sovvenzioneranno i “Giovani leaders” che
aiuteranno a essere democraticamente eletti.

America
Latina: Gli Stati Uniti lotteranno per la democrazia in Venezuela e a
Cuba, che continuano a resistergli.


E—
Conclusione

Concludendo
la sua esposizione, il presidente Obama sottolinea che questo
programma potrà adempiersi solo ripristinando la cooperazione tra
repubblicani e democratici, il che è un modo di ricordare la sua
proposta di aumento delle spese militari.

Per
essere compresa, la nuova dottrina della sicurezza nazionale deve
essere vista nel proprio contesto. Nel 2010, il presidente Obama
aveva abbandonato la teoria della
«guerra
preventiva
»,
cioè il diritto del più forte ad uccidere chiunque gli pare.
Stavolta, abbandona il progetto di
«rimodellamento
del Medio Oriente allargato
».
Alla luce dei principi sopra esposti, si può concludere che gli
Stati Uniti spingeranno Daesh verso la Russia, che in ultima analisi
non riconosceranno l”indipendenza del Kurdistan iracheno, e che
affideranno la sicurezza di Israele alla Giordania e all”Arabia
Saudita, non alla Russia come previsto nel 2012.

La
Dottrina Obama passerà alla storia come la constatazione di un
fallimento e l”annuncio di una catastrofe: Washington abbandona il
suo progetto di riorganizzazione militare e si lancia di nuovo nello
sviluppo delle sue forze armate. Nel corso degli ultimi 70 anni, il
bilancio militare del paese è stato sempre in aumento, tranne nel
periodo 1991-1995, quando pensavano di conquistare il mondo
attraverso la sola via economica, e nel 2013-14, quando presero
coscienza della propria disorganizzazione. In effetti, da molti anni,
più mettono soldi nelle loro forze armate, meno queste funzionano.
Nondimeno, nessuno è riuscito a riformare il sistema, né Donald
Rumsfeld né Chuck Hagel. Pertanto, occorrerà sempre di più nutrire
il Moloch, sia dal punto di vista del bilancio sia offrendogli delle
guerre da scatenare.

____________

Documenti
allegati

(PDF
– 505.5 ko)

Questa “cronaca settimanale di politica estera” appare simultaneamente in versione araba sul quotidiano“Al-Watan”(Siria), in versione tedesca sulla “Neue Reinische Zeitung”, in lingua russa sulla “Komsomolskaja Pravda”, in inglese su“Information Clearing House”, in francese sul “Réseau Voltaire”.

Thierry Meyssan, 8 febbraio 2015.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.
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