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La CSTO arriva in Iraq e Siria

'Putin presiederà il Consiglio di sicurezza ONU del 30 settembre sulla lotta al terrorismo in Iraq e Siria, con il mandato di un''alleanza militare già in campo [T. Meyssan]'

La CSTO arriva in Iraq e Siria
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20 Settembre 2015 - 13.08


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L”intervento
della CSTO
contro il terrorismo in Iraq e la Siria può essere l”inizio di un ordine
mondiale basato sulla cooperazione e la difesa delle popolazioni o, al
contrario, di un periodo di confronto Est-Ovest in cui l”Occidente sosterrebbe
apertamente il terrorismo. Contrariamente a quanto si crede, questo
dispiegamento militare non punta tanto a difendere l”Iraq e la Repubblica araba
siriana quanto gli stessi Stati membri della CSTO. Non è dunque negoziabile. I
dibattiti dell”Assemblea Generale dell”ONU e del Consiglio di Sicurezza del 30
settembre consentiranno di conoscere la risposta di Washington e dei suoi
alleati alla CSTO. Comunque, nulla sarà come prima.

«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°146

di Thierry Meyssan.

DAMASCO (Siria) – Mentre la stampa occidentale continua a
parlare di un eventuale sostegno militare russo al presidente Bashar al-Assad,
l”Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO)
ha deciso di combattere contro il terrorismo in Iraq e in Siria.

Sembra che gli occidentali ancora non capiscano le
conseguenze delle loro politiche.

Una questione esistenziale per la CSTO

Ricordiamo che la CSTO è un”alleanza militare classica di
sei Stati che facevano parte dell”ex Unione Sovietica: Bielorussia, Russia,
Armenia, Tagikistan, Kazakistan, Kirghizistan. A differenza della NATO e del
Patto di Varsavia, dove gli Stati membri perdono la loro sovranità (a favore
degli Stati Uniti e del Regno Unito nella NATO, dell”Unione Sovietica nel Patto
di Varsavia — cosa che contravviene alla Carta delle Nazioni unite —), gli
Stati membri della CSTO conservano la loro piena sovranità, non posizionano i
loro eserciti sotto il comando della principale potenza della loro alleanza, e
possono recedere in qualsiasi momento da questa alleanza. L”Azerbaigian, la
Georgia e l”Uzbekistan si sono quindi liberamente ritirati da questa
organizzazione per convertirsi alla condizione di Guam e alla NATO.

Dagli anni ”80, -prima ancora esistessero gli Stati
membri della CSTO – gli Stati Uniti e la NATO dispiegarono un sistema
missilistico, prima rivolto contro l”Unione Sovietica, oggi inteso a circondare
la CSTO. Questi missili, tenuti a distruggere i missili intercontinentali
nemici in fase di lancio, possono in realtà distruggere solo dei velivoli che
operino a bassa velocità e in nessun caso i missili ipersonici russi.
Presentati dal Pentagono come un”arma difensiva 
– cosa che forse era in origine – questi “scudi antimissile”
non possono che avere un uso offensivo. La CSTO rappresenta l”unico gruppo di
Stati al mondo ad essere così direttamente minacciato da missili puntati contro
di esso alle sue frontiere.

Dalla seconda guerra mondiale, l”Unione Sovietica e gli
Stati membri della CSTO assistono al reclutamento dei Fratelli Musulmani da parte
della CIA e all”uso di alcuni dei loro membri o ex membri da parte degli Stati
Uniti per destabilizzarli [1].

Così gli uomini di Osama bin Laden (addestrato dal
fratello di Sayyid Qutb) e di Ayman al-Zawahiri (che si unì alla Fratellanza un
anno prima dell”arresto e l”esecuzione di Sayyid Qutb) hanno combattuto l”URSS
in Afghanistan, poi la Russia in Jugoslavia e infine nel suo proprio territorio
nel Caucaso. [2]

Nel 2011, gli Stati membri della CSTO hanno assistito a
un”operazione della NATO, la “Primavera araba”, mirante a rovesciare
tanto i regimi nemici quanto quelli amici in Medio Oriente a vantaggio dei Fratelli
musulmani (Tunisia, Egitto, Libia, Siria). E dal 2014 assistono al trionfo
degli ideali dei Fratelli Musulmani con la proclamazione di un califfato che
sfida sia il diritto internazionale sia i diritti umani. Attualmente, questo
califfato ha affidato le sue posizioni di ufficiali in prevalenza a islamisti
provenienti dall”ex URSS, a volte anche da paesi membri della CSTO.

Il 1° agosto, l”Ucraina e la Turchia (membro della NATO)
hanno annunciato la creazione di una “Brigata Islamista Internazionale
” formata da combattenti di Al-Qa”ida e di Daesh (l”ISIS, ndt), e di stanza a Kherson (Ucraina) [3].

Questa Brigata intende combattere la Russia in Crimea.

In altre parole, salvo intervenire adesso contro il
terrorismo, la CSTO dovrà ben presto far fronte sia a un nemico esterno (la
NATO e i suoi missili), sia a un nemico interno (gli islamisti inizialmente
addestrati dalla NATO).

I sei capi di Stato e il Segretario generale della CSTO al vertice di
Dushanbe.

La riunione della CSTO a Dushanbe

Il 15 settembre, la CSTO ha tenuto la riunione annuale
dei suoi capi di Stato a Dushanbe (Tagikistan). Come avevo annunciato uno mese
fa [4], il presidente russo Vladimir Putin ha presentato ai suoi colleghi gli
studi fatti dalle sue forze armate sulla possibilità di combattere già ora il
califfato prima che non entri massicciamente nel territorio della CSTO.

Il presidente Putin era riuscito a convincere
preliminarmente i suoi partner che non li stava impegnando a sostenere le
ambizioni della Russia in Siria, bensì per rispondere a una minaccia diretta
contro la CSTO.

In definitiva, la CSTO ha deciso di schierarsi in Iraq e
in Siria per combattere l”insieme dei jihadisti, che si richiamino o che
sostengano Daesh o Al-Qa”ida. Questa operazione è legale in base al diritto
internazionale, perché soddisfa le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite sulla lotta contro il terrorismo. Estende anche il funzionamento,
altrettanto legale, della Coalizione formata dagli Stati Uniti contro il solo
Daesh.

Tuttavia, a differenza di questa Coalizione, la CSTO
intrattiene buoni rapporti sia con il governo iracheno sia con quello siriano,
il che le consente di prevedere un”efficacia assai maggiore.

Al fine di preparare l”intervento della CSTO, un
corridoio aereo è stato installato tra l”Organizzazione e la Siria. Doveva
originariamente passare sopra i Balcani, ma gli alleati degli Stati Uniti si
sono opposti, tranne la Grecia. Questo corridoio è stato allora installato
sopra l”Iran e l”Iraq. In meno di una settimana, grandi quantità di materiale e
più di 2.000 uomini sono stati trasportati. Tecnicamente, la CSTO dispone della
capacità di schierare fino a 50mila uomini in meno di due settimane.

Il forum delle Nazioni Unite

Senza danno per l”efficacia e senza pregiudizio della
buona o mala fede occidentale, i capi di Stato della CSTO hanno previsto di
rivolgersi all”Assemblea Generale dell”ONU (dal 28 settembre) per fare appello
alla comunità internazionale affinché unisca i suoi sforzi contro il
terrorismo.

Inoltre, poiché la Russia presiede il Consiglio di
Sicurezza per il mese di settembre, Putin -che non è venuto all”ONU da un
decennio in qua – presiederà la seduta del 30 settembre dedicata alla lotta
contro il terrorismo in Iraq e in Siria.

Nel caso in cui la Coalizione e la CSTO trovino un
accordo, potrebbero condurre delle azioni comuni o suddividersi i compiti
(l”Iraq per la Coalizione e la Siria per la CSTO). Altrimenti, entrambe le
organizzazioni condurrebbero delle campagne distinte cercando di non
interferire l”una con l”altra.

Dal punto di vista atlantista, la campagna della CSTO
avvantaggerà la Repubblica araba siriana e garantirà la continuazione del
mandato del presidente eletto Bashar Assad, che la NATO desiderava rovesciare.
Tuttavia, è falsa la pretesa che l”intervento sia stato progettato per salvare
la Siria dall”Occidente. In effetti, durante la preparazione della Conferenza
di Ginevra nel giugno 2012, il Presidente Putin aveva previsto di schierare la
CSTO come una forza di pace [5].

Il generale Hassan Tourekmani, allora presidente del
Consiglio di sicurezza nazionale siriano, aveva intrapreso vari passi per
accoglierlo. Tuttavia, questo dispiegamento si ebbe luogo da un lato perché
l”organizzazione non aveva ancora firmato un accordo con l”ONU [6] e dall”altro
perché due membri della CSTO non si sentivano allora direttamente minacciati
dalla situazione in Siria.

Dal punto di vista della CSTO, la proposta fatta agli
occidentali li costringerà a chiarire la loro politica. In effetti, fino alla
firma dell”accordo tra Washington e Teheran, il 14 luglio, la Coalizione
anti-Daesh, lungi dal combattere il terrorismo, ha paracadutato armi ai
jihadisti regolarmente e su larga scala. Tuttavia, nel corso delle ultime
settimane, la Coalizione ha effettivamente combattuto Daesh. Così ha lanciato,
a fine luglio, un massiccio bombardamento in coordinamento con l”Esercito arabo
siriano e le sue milizie (l”YPG curdo e il Consiglio militare siriano) per
difendere Hasaka. Questa operazione, che la Coalizione non ha pubblicizzato, ha
consentito di eliminare circa 3.000 jihadisti.

Inoltre, la Casa Bianca ha già indicato di essere aperta «a discussioni
tattiche e pratiche con i russi
». Il Foreign Office ha dichiarato di non opporsi più al
fatto che
«il presidente
siriano resti al potere per un periodo di transizione se può aiutare a
risolvere il conflitto
». Unendosi a questo corso delle cose, il ministro degli
Esteri francese ha fatto capire implicitamente che avrebbe accettato di
lasciare che il presidente Assad completasse il mandato affidatogli dal suo
popolo nel dichiarare:
«Dovremmo dire al popolo siriano che Bashar al-Assad
deterrà il potere esecutivo nei prossimi quindici anni? Se diciamo questo, non
vi è alcuna soluzione possibile. Tra il dire ciò ed esigere la partenza
immediata di Assad, vi è un margine. Questa si chiama diplomazia.»[7].


Thierry Meyssan annuncia l’intervento della CSTO alla televisione siriana.

Conseguenze dell”intervento della CSTO

Contrariamente a una falsa idea assai diffusa presso la
stampa atlantista, la lotta contro il terrorismo in Iraq e in Siria non è una
questione di decenni, bensì di qualche mese, a condizione che tutti gli Stati
membri cessino il loro sostegno clandestino ai jihadisti.

Nel caso di un disaccordo con l”ONU, la stampa
occidentale dovrebbe denigrare l”azione della CSTO enfatizzando la perdita di
vite civili. In effetti, nonostante tutte le precauzioni, non è possibile
bombardare i terroristi senza
«danni collaterali». Ogni leader islamico ha tre «mogli» e seguendo il
loro esempio, sempre più jihadisti hannno fatto prigionieri che hanno
schiavizzato e
«sposato».

In caso contrario, non dovremmo mai sentir parlare di
quelle vittime e la guerra dovrebbe essere finita in Siria per il Natale
ortodosso, anche se ci vorrà un anno prima che la situazione sia completamente
stabilizzata su tutto il territorio.

Da ricordare:

—- La CSTO interverrà a partire da ottobre 2015, sia in
Iraq sia in Siria, contro individui classificati come “terroristi”
da parte dell”ONU, in particolare al-Qa”ida, Daesh e tutti i gruppi che si sono
alleati con loro .

—- La CSTO non sta cercando di aiutare Haider al-Abadi né
Bashar al-Assad, ma è direttamente minacciata dai jihadisti.

—- I jihadisti non sono in grado di resistere a lungo a
un”alleanza internazionale se questa include l”Iraq e la Siria.

—- Gli Stati Uniti, che hanno già segretamente condotto
una grande operazione congiunta con l”esercito siriano arabo ad Hasaka, sono
pronti a un accordo con la CSTO. I loro alleati inglesi e francesi sono
disposti a rinunciare a rovesciare la Repubblica araba siriana.

NOTE

[1] A Mosque in Munich. Nazis, the
CIA and the rise of the Muslim Brotherhood in the West
, Ian Johnson,
Houghton Mifflin Harcourt, 2010.

[2] I Fratelli Musulmani sono stati fondati da Hassan el-Bana che desiderava
ristabilire il califfato dopo la caduta dell”Impero Ottomano. Presentano
l”Islam sia come una religione sia come un sistema politico totalitario,
respingendo ogni dimensione spirituale nella loro lettura del Corano. Sayyid
Qutb teorizzò l”uso della violenza per conquistare il potere, il jihad. Anche
se ufficialmente i Fratelli hanno condannato dopo la sua morte gli scritti di
Qutb, rimane il pensatore di riferimento in seno alla fratellanza.

[3]Ucraina e Turchia creano la Brigata internazionale musulmana“, Rete
Voltaire, 3 agosto 2015.
Ulteriori
dettagli in: «
L’Ukraine et la Turquie créent une Brigade internationale islamique contre la Russie», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 12 agosto
2015.

[4]L’esercito russo ha cominciato a impegnarsi in Siria“, di Thierry Meyssan, Megachip, Rete
Voltaire
, 24 agosto 2015.

[5]Vladimir Putin propone una forza di peacekeeping della CSTO“, Rete
Voltaire, 4 Giugno 2012.

[7] «Audition de Laurent Fabius au Sénat sur les minorités persécutées au Moyen-Orient», di Laurent Fabius, Réseau Voltaire, 9 septembre 2015.

Thierry Meyssan, 20 settembre
2015.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

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