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La Germania sta cercando di uscire dal conflitto siriano

Berlino vuole un vertice tra grandi potenze per negoziare la pace. Ma sarà difficile: la Germania ha gravi responsabilità e la Francia vuol distruggere lo Stato siriano [T.Meyssan]

La Germania sta cercando di uscire dal conflitto siriano
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28 Ottobre 2015 - 21.55


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°151

di Thierry Meyssan.

La
Germania sta cercando di uscire dal ruolo assegnatole durante il conflitto
siriano. Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, si propone di
organizzare un vertice tra grandi potenze per negoziare la pace. Ma questo
progetto sarà molto difficile da realizzare, sia perché la Germania ha una
responsabilità pesante nella guerra sia perché la Francia vuole ancora
distruggere la Repubblica araba siriana.

DAMASCO (Siria)    Quando
gli Stati Uniti si mossero verso l”attacco contro la Siria, nel 2003, sollecitarono
la Germania e Israele prima di affidare l”operazione al Regno Unito e alla
Francia. All”epoca, i servizi segreti tedeschi parteciparono a fianco del
Mossad all”assassinio di Rafiq Hariri fornendo un”arma che erano i soli ad
avere [1].

L”idea consisteva nel provocare una
reazione popolare anti-siriana, per poi far sbarcare i Marines al fine di
respingere l”«occupante», secondo il piano dell’US Committee for a Free Lebanon (Comitato USA per un Libano Libero,
ndt) e del Middle East Forum di Daniel
Pipes, così come già esposto nel rapporto Mettere
fine all”occupazione siriana del Libano: il ruolo degli Stati Uniti
(Ending
Syria’s Occupation of Lebanon: The U.S. Role) [2].

Ma l”operazione fallì perché la Siria, nel
sottolineare che la sua presenza militare in Libano era su richiesta della comunità
internazionale (Accordi di Taif [3]),
evacuò il paese non appena la piazza ne fece richiesta.

La Germania svolse ancora un ruolo
decisivo con Israele quando l”ambasciatore USA, Jeffrey Feltman, organizzò la
Commissione internazionale d”inchiesta istituita da Ban Ki-moon per la verità
del caso. Berlino offrì l”ex procuratore Detlev Mehlis, che aveva già reso
servizi inverosimili alla CIA attribuendo un attentato del Mossad a Berlino a Muammar
Gheddafi, nonché un ex commissario di polizia e agente del BND, Gerhard
Lehmann, che si trovò in seguito coinvolto nei crimini commessi dalla CIA nelle
prigioni segrete [4].

Ma ancora una volta l”operazione fallì
poiché, dopo aver accusato i presidenti Emile Lahoud e Bashar al-Assad di aver
commissionato l”assassinio di Rafik Hariri, la Commissione Mehlis crollò nello
scandalo dei falsi testimoni [5].

Germania si impelagò ulteriormente
nella guerra attuale, stavolta a fianco del Regno Unito e della Francia, affidando
la presidenza della riunione del «Gruppo di lavoro sulla ripresa economica e lo
sviluppo» degli «Amici del Siria» a un alto diplomatico, Clemens von Goetze.
Nel giugno 2012, in occasione di una riunione ad Abu Dhabi si spartì le ricchezze
della Siria tra gli Stati che avessero accettato di sabotare la conferenza di
Ginevra. Anche prima di aver rovesciato la Repubblica araba siriana, gli
alleati si dividevano le concessioni di sfruttamento del suo gas. Il ministro delle
finanze Wolfgang Schäuble, creò un segretariato permanente, dotato di un budget
di 600.000 euro, per gestire il saccheggio degli idrocarburi che affidò a
Gunnar Wälzholz che aveva già prestato servizio in modo identico ai danni dell”Afghanistan
[6].

Quando la Francia sabotò la Conferenza
di Ginevra, la Germania l”aiutò sempre a realizzare il piano – concepito già
nel 2007 da John Negroponte, allora direttore dell”Intelligence nazionale USA –
di una guerra di tipo nicaraguense. Si trattava di moltiplicare i gruppi
terroristici per far “grondare sangue” al paese. Mise a disposizione
il coordinamento internazionale dei Fratelli Musulmani, tuttora presenti sul
suo territorio, ad Aquisgrana, sin dai tempi della Guerra Fredda. E attualmente
da lì che viene organizzato il ritiro di Ahrar al-Sham, di al-Qa”ida, di Daesh
(l”ISIS, ndt) e degli altri.

Tuttavia, oggi, il governo Merkel constata
l”efficienza dei bombardamenti russi, gli indugi statunitensi e il sovvertimento
dell”equilibrio strategico internazionale. Cerca quindi di ritirarsi da questa
battaglia perduta e di fare la pace con la Siria. Questo cambiamento, evidentemente,
corrisponderebbe a un riavvicinamento tanto atteso — e tanto temuto da
Washington — tra Berlino e Mosca.

Questa evoluzione può essere spiegata
al pubblico in occasione della crisi dei migranti. Preparata con un anno di
anticipo, su richiesta del capo della confindustria Ulrich Grillo ed eseguita
dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, dall”Alto Commissario per i
Rifugiati António Guterres, e dallo speculatore George Soros, ha fatto sì che centinaia
di migliaia di persone abbiano attraversato i Balcani per andare a lavorare a
prezzi più bassi in Germania [7].

Tuttavia, l”operazione si è interrotta
con l”inizio dell”intervento militare russo, poiché i tedeschi hanno paura che
dei jihadisti in fuga dai bombardamenti possano mescolarsi con i migranti e i rifugiati.
Già ora, la popolazione tedesca si solleva contro gli stranieri, perché il
padronato ha colto l”occasione per abolire il salario minimo in diversi stati
federali. Di colpo, la «crisi dei rifugiati» fornisce un possibile alibi per un
cambiamento di politica di fronte alla Siria.

In ogni caso, il riavvicinamento tra la
Germania e la Siria sarà difficile da negoziare. Il ministro degli Esteri ed ex
capo dell”intelligence, Frank-Walter Steinmeier, spera di poter organizzare un incontro
del tipo 5+1 (formato di Vienna per l”Iran) per risolvere il conflitto siriano.
Ma la Russia lo spinge a essere più ambizioso e a riunire intorno al tavolo il
presidente Putin, la cancelliera Merkel, il presidente Hollande e il presidente
Assad (formato Normandia come per l”Ucraina).


NOTE

[1] «Rivelazioni sull’assassinio di Rafiq
Hariri
», di Thierry
Meyssan,
Оdnako (Russia), Rete Voltaire, 29 novembre 2010.

[2] «I piani del comitato americano per un
Libano libero
», di Thierry
Meyssan, Rete Voltaire, 18 agosto 2005.

[3] «Accord de Taëf (23 octobre 1989)», Réseau Voltaire, 23 octobre 1989.

[4] «L’omicidio di Rafik Hariri:
un’inchiesta di parte
», intervista di Jürgen CainKülbel con Silvia Cattori,
Traduzione Patrizia Messinese, Peacelink,
Rete Voltaire, 15 settembre 2006.

[5] «La commission Mehlis discréditée», par Talaat Ramih, Réseau Voltaire, 9 décembre
2005.

[6] «Les “Amis de la Syrie” se partagent l’économie
syrienne avant de l’avoir conquise
», par German Foreign Policy, Horizons et débats
(Suisse), Réseau Voltaire, 14 juin 2012.

[7] «La falsa “crisi dei rifugiati”», di Thierry
Meyssan, Megachip, Rete Voltaire, 7 settembre 2015.

Thierry Meyssan, 27
ottobre 2015.

Traduzione a cura
di Matzu Yagi

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