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9 Luglio 2011 - 21.39


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lobbistaguerradi Pepe Escobar -Asia Times.

Interrompiamo la telenovela su DSK (Dominique Strauss-Kahn) – era “un pervertito”?, “una prostituta”?, è stato un complotto? – per informare che un””iniziativa militare” è stata compiuta con pieno successo. Naturalmente nel campo delle pubbliche relazioni, dove altrimenti? Certo, la storia del potente DSK, “bianco ricco e maschio” contro la “povera donna africana” in una suite di Manhattan potrebbe essere la metafora perfetta della guerra della NATO in Libia. La morale? Non importa ciò che accade o quello che è accaduto, il partito con i migliori “comunicatori”, o quello in grado di reclutare i migliori team di pubbliche relazioni, vince.

 


Pian piano sta uscendo in superficie che i tanto incensati ribelli libici non siano altro che degli opportunisti amici della CIA, un gruppo di disertori legati ai salafiti e ad avidi capi tribù. E non sono per niente quei puri e innocenti idealisti che la propaganda occidentale voleva fare credere all”opinione pubblica mondiale.
E questo spiega perché i “ribelli” hanno ancora una volta respinto un piano di pace proposto dall”Unione Africana (UA) la scorsa settimana. Un cessate il fuoco immediato, seguito da un dispiegamento di una forza di peace-keeping delle Nazioni Unite, e il colonnello Muammar Gheddafi posto fuori gioco non erano condizioni abbastanza allettanti per i nostri eroi! Preferiscono muovere un”altra offensiva verso Tripoli, con le armi illegalmente fornite dalla Francia del napoleonico Nicolas Sarkozy condite dagli attacchi aerei della NATO.

 

Si può mettere la mano sul fuoco che questa nuova “offensiva”, tra i vivaci ribelli con AK-47 su pick-up contro i missili di Gheddafi, difficilmente sposterà il confine nel Golfo della Sirte tra Tripolitania, controllata da Gheddafi, e la Cirenaica.<

Vogliamo i soldi

Il governo “ribelle”, che adesso si fa chiamare Consiglio Nazionale di Transizione della Libia ha assunto Patton Boggs. Chi è costui? Questo individuo è uno dei più costosi e importanti PR di Washington. È lì per “consigliare e assistere” i ribelli a vincere la guerra, o meglio dare l”illusione che i ribelli abbiano vinto. Così come è successo in Afghanistan.

Patton Boggs è già troppo legato ai “ribelli” da poter fare accettare a livello mondiale l”odierno Consiglio Nazionale come il “governo legittimo della nazione sovrana della Libia”. Allora Patton Boggs ha firmato un accordo con l”ex ambasciatore libico Ali Suleiman Aujali, il “ribelle” servo degli Stati Uniti per dare una ripulita all”immagine. Il partner di fiducia di Patton, tale Thomas Hale Boggs Jr., sarà invece responsabile della cassa.

Italia, Gran Bretagna, Francia, Qatar e ora la Turchia hanno già riconosciuto il Consiglio Nazionale di Transizione. L”amministrazione Obama ha già permesso loro di aprire un ufficio a Washington. Inevitabilmente dietro a tutto questo ci sono i soldi. Quello che il Consiglio vuole sono i miliardi di dollari di Gheddafi congelati che si trovano nelle banche degli Stati Uniti.

Patton Boggs, secondo alcuni, intasca circa 50.000 dollari al mese per questo scherzetto. I “ribelli”, essendo “virtualmente” a secco, pagheranno solo quando avranno i fondi. Per quasi tre mesi i ribelli avevano assoldato un”altra società di PR di Washington, l”Harbour Group, per difendere i loro interessi e soprattutto per far “decongelare” i famosi fondi.

È interessante notare come uno dei lobbisti di Patton Boggs si è già occupato dei “ribelli”. Quest”uomo è Vincent Frillici. Colpo di scena, quest”ultimo è un ex direttore delle operazioni della NATO per il Comitato del 50° anniversario dell”Alleanza. Quindi, un lobbista della NATO è collegato alla presunta sollevazione popolare in Libia.

Dunque, grazie alle lobby di Washington il governo degli Stati Uniti alla fine ha riconosciuto una parte belligerante in una guerra civile, rappresentata da un non ben meglio identificato “consiglio”, permettendo loro di arraffare miliardi di dollari con la solita manfrina dell””aiuto al popolo libico”.

Fai partire la nave americana

Un rapido sguardo ai fatti suggerisce che vi sia in atto una neo-colonizzazione da parte di mercenari corrotti per rovesciare il regime di un paese ricco di petrolio non troppo amico del FMI, che in più voleva formare un”unione di paesi africani che avrebbero venduto le loro risorse naturali scambiandole solo con dell”oro.

Nel frattempo, gli stessi ribelli filo-americani rifiutano di ammettere che il blocco israeliano di Gaza sia illegale. Come ha scritto l”ex analista della CIA, Ray McGovern, ora a bordo della nave Audacity of Hope che cerca di raggiungere Gaza, su Commondreams.org:

Prima di lasciare gli Stati Uniti, qualcuno vicino allo staff del Consiglio di Sicurezza Nazionale mi ha riferito che non solo il piano della Casa Bianca è di non fare assolutamente nulla per proteggere la nostra nave da un attacco israeliano o da un arrembaggio illegale. Ma che molti funzionari della Casa Bianca ”sarebbero felici se qualcosa andasse storto”.

Così la Casa Bianca, a detta di McGovern, è “disposta a mandare in prima serata nelle TV americane cadaveri di attivisti [americani]”, mentre dall”altro lato incensano un malfamato “consiglio” desideroso solo di far soldi.

Tibetani, uiguri, birmani, uzbeki, ceceni e innumerevoli altri popoli stanno iniziando a fare scritte sui muri. Vuoi iniziare una rivoluzione? Fallo in inglese, non nella tua lingua. Problemi? Invoca l”R2P (Responsabilità per Proteggere) e le potenze occidentali busseranno alla tua porta con la Risoluzione delle Nazioni Unite in mano e Robocop della NATO pronti a partire. Non puoi permetterti di comprare delle armi? Fai come fanno i libici, ingaggia un potente lobbista di Washington per vendere la tua causa così da poter saccheggiare le risorse del governo centrale.

Niente di tutto questo vale se il tuo territorio non affonda nel petrolio.

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Fonte: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MG06Ak01.html

06.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Luigi Fabozzi

Luigi Fabozzi ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo. Questo il link al suo sito.

 

 

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