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'Italia al bordo dell''abisso'

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13 Febbraio 2012 - 11.51


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orlo abisso_20120213di Gabriel Impaglione*

I crani costituiti nel potere formale, in Italia, danno continuità alle misure politiche neoliberali che vanno applicandosi dall”era berlusconiana.
In questo senso poco o niente è cambiato salvo, se si vuole, una certa impopolarità che non pagherà elettoralmente la lega dei rappresentanti della casta fondomonetaria al governo, e sempre di partito politico parliamo.
E” grazie a questo infimo dettaglio che la destra e i suoi complici lasciano lavorare i burocrati con totale libertà. Uno per tutti e tutti per uno.

Senza l”articolo 18 a salvaguardia dei lavoratori, con norme che favoriscono una flessibilizzazione ancora più approfondita nel mondo del lavoro, sarà un gioco da bambini ricevere ”possibilità d” investimento”  in un paese nel quale le condizioni di schiavitù non avranno limite, come non avranno limite le garanzie degli imprenditori.
Diciamola così, in una situazione inversamente proporzionale: fame per il popolo lavoratore, ricchezza abusiva per l”oligarchia.
Ciò che già accade in Honduras, Guatemala e Messico, in Haiti….
Ma questa è l”Italia!
 
Grazie alle richieste del Vicerè Monti e i suoi seguaci, l”Italia rischierà di trovarsi allo stesso livello di un enorme quantità di paesi del terzo mondo, dove lo sfruttamento ”legale” è un diritto dei monopoli. Mi viene in mente la nordamericana United Fruit, col suo operato in Centro America…e non è un capriccio.
La manifestazione dei metalmeccanici prevista per il 18 febbraio prossimo è un atto di dignità. Se, come credo, nel popolo italiano perdurerà questa virtù, lo sciopero dovrà estendersi a tutto il paese e in maniera indefinita.
 
Tutto indica che la questione di classe gioca la sua battaglia. Tutto indica che Marx continua ad essere più attuale della ”fine della storia” di un certo Fukuyama, “best seller” tanto declamato dall” ultracapitalismo: la felicità planetaria in armonioso equilibriograzie alla teoria di domanda e offerta, non è più certa.

Non si sa come parare la caduta dell”impero del lucro che presenta crepe da ogni parte, fa acqua. E i suoi apostoli non hanno più un discorso che valga. Inventeranno altre guerre. La presenza yankee attorno a Siria e Iran è soffocante.
La formula: ti invado-ti derubo-ti colonizzo, ha dato tanti morti al mondo come garanzia ai governi imperiali…questo orrore non ha misura.

L” Italia non è estranea a questa logica, né innocente. I cacciaborbardieri comprati dal governo avranno finalmente la loro missione  da un momento all”altro (i tagli non hanno impedito l”acquisto di macchine da morte dalla necessitata industria bellica yankee…sarà uno dei tanti accordi di alleanza invasiva?)
 
E mentre l”Italia cammina in silenzio fino alla realtà di Repubblica delle Banane, con la complicità di una casta conservatrice e l”indifferenza suicida di una buona porzione di popolo (addormentato a lungo in un benessere fittizio), il mondo è diretto dall”impero di pochi fino al pericoloso abisso di una guerra che potrà essere ultima a scuotere la vita del pianeta.

*Poeta italo-argentino.

[Gabriel Impaglione è fondatore della rivista internazionale di poesia “Isla Negra”. L”edizione italiana della rivista è diretta da Giovanna Mulas: www.giovannamulas.it]

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