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Grazie, signor Wilders

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25 Febbraio 2012 - 13.49


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di Martin EhlHospodárské Noviny

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La battaglia anti-immigrazione degli xenofobi olandesi del Pvv contribuisce allo stallo dell”integrazione dei paesi dell”est. Per Sofia e Bucarest la mancata adesione a Schengen è motivo di frustrazione e destabilizzazione politica. Geert Wilders dovrebbe essere fatto cittadino onorario dell”Europa centro-orientale, per due motivi: il suo interesse per lotta alla corruzione nei nuovi stati membri dell”Ue e il suo sostegno all”integrazione dei loro cittadini nel mercato comune del lavoro.

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Di recente il Pvv di Wilders ha lanciato un sito dove gli olandesi possono segnalare i casi in cui un lavoratore polacco, ceco o romeno ha fatto perdere loro il lavoro. Si tratta di populismo allo stato puro, e già per questo motivo l”iniziativa va contro le leggi dell”Ue.

Ma il governo di centrodestra olandese dipende dal sostegno del partito di Wilders. I ministri mantengono quindi un silenzio imbarazzato, mentre Wilders si è vantato di aver ricevuto 32mila segnalazioni in due giorni. L”Europa diventa di nuovo il teatro di un dibattito sulle (im)possibilità del mercato comune del lavoro.

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Questo caso potrebbe essere considerato un”eccezione locale, un”emanazione di quel populismo di destra a cui attingono Wilders e altri in Europa occidentale, se non fosse per l”importanza dei Paesi Bassi nella struttura e nel funzionamento dell”Unione europea. Il suo atteggiamento ricorda quello della Repubblica Ceca nei confronti del patto fiscale. Si blocca l”entrata della Romania e della Bulgaria nello spazio di Schengen, rimproverando loro di non riuscire a combattere efficacemente la corruzione e di avere un sistema giudiziario inadeguato.

Tuttavia vale la pena ricordare che anche la Finlandia, la Francia e la Germania condizionano l”allargamento dello spazio Schengen alla questione della lotta alla corruzione, e che nove paesi fondatori bloccano l”apertura del mercato comune del lavoro ai romeni. Ma solo i Paesi Bassi hanno fatto ricorso al diritto di veto.

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Gli sforzi della diplomazia romena per spiegare che gli abitanti del secondo paese postcomunista più importante dell”Ue si sentono traditi dall”integrazione europea e considerati cittadini di serie B hanno suscitato poco interesse. “Per l”opinione pubblica romena e per i media il fatto che la Romania sia ancora fuori da Schengen è il più grande fallimento politico dal 1989“, ha dichiarato Daniela Gitman, ambasciatrice romena in Repubblica Ceca, in occasione di un dibattito a Praga sula Romania e il suo rapporto con lo spazio di libera circolazione.

L”ultimo rapporto della Commissione europea, pubblicato a febbraio, insiste ancora sugli sforzi che Romania e Bulgaria devono fare nella lotta alla corruzione e nella riforma del sistema giudiziario. Tuttavia un altro rapporto della Commissione dell”anno scorso giudicava in modo positivo la loro preparazione alla difesa delle frontiere esterne dell”Ue. Con i suoi 2.070 chilometri, la Romania possiede dopo la Finlandia la più lunga frontiera esterna dello spazio comune.

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Frustrazioni opposte

L”entrata nello spazio Schengen è stata rinviata a tempo indeterminato, una decisione che i responsabili politici e l”opinione pubblica dei due paesi ritengono estremamente ingiusta. In effetti entrambi soddisfano tutte le condizioni tecniche che sono state chieste loro. I politici dei due paesi si lamentano che ogni volta che riescono a soddisfare una nuova richiesta, i partner occidentali impongono loro nuove condizioni.

L”ultima è incarnata perfettamente da Wilders. Una condizione che si basa sull”impressione di minaccia che provano i cittadini dei “vecchi” paesi membri e sul bisogno di trovare un nemico esterno. Oltre ai greci, anche i romeni e i polacchi – trecentomila dei quali lavorano nei Paesi Bassi – sono perfetti per questo ruolo.

I romeni sono frustrati perché non hanno abbastanza Europa. Gli olandesi (così come i finlandesi, i francesi e i tedeschi) si lamentano perché ne hanno troppa. Il risultato, combinato con la crisi economica, è un”impressione di incertezza che spiana la strada ai populisti come Wilders in Romania, nei Paesi Bassi e altrove.

Traduzione di Andrea De Ritis per presseurop.eu.

Fonte: http://www.presseurop.eu/it/content/article/1547931-grazie-signor-wilders

[Fonte originale: http://hn.ihned.cz/c1-54812630-vychytraly-holandan-cili-o-evropanech-druhe-kategorie]

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