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di Giovanna Cosenza – ilfattoquotidiano.it.
Da alcuni giorni sulla pagina Facebook di Pier Luigi Bersani e sul sito del Pd (in una sezione apposita) appare questa immagine.  È da tempo che – pur sollecitata – non dico nulla sulla comunicazione del Pd: dal «Rimbocchiamoci le maniche» in poi, parlar male delle immagini e degli slogan che negli ultimi anni il Pd ha prodotto a raffica è diventato uno sport nazionale, tanto che aggiungermi al coro mi pare quasi di cattivo gusto, un po” come sparare sulla Croce rossa.  Ho taciuto di «Ti presento i miei», per esempio, con Faruk, Eva e gli altri. Ma non riesco a tacere della campagna «Destinazione Italia», con cui il Pd presenta il: «progetto “Destinazione Italia” che vedrà Bersani e i dirigenti del Pd impegnati in un tour del Belpaese per discutere dei problemi seri delle persone e per avanzare risposte alla crisi», come si legge sul sito.
Ora, a parte gli elettori del Pd più convinti e i fan di Bersani più accaniti, molti restano sgomenti di fronte all”immagine perché:
- Bersani è ritratto in treno, solitario e pensoso, mentre guarda fuori dal finestrino. Ma il leader di un partito non viaggia quasi mai solo, perché ritrarlo così? Inoltre: è preoccupato dopo aver letto i giornali? angosciato per la pesantezza del «tour» che lo attende? triste perché solo?
- Dal finestrino non si vede nulla. Ora, non c”è niente di meglio, quando si viaggia in treno e non c”è nulla di urgente da fare, che guardare il paesaggio che scorre. Specie sul nostro territorio, denso di bellezze naturali e artistiche. Perché cancellarlo? Per dar spazio e risalto allo slogan, risposta ovvia. Ma ciò aumenta l”inquietudine sia di Bersani sia nostra che lo guardiamo, e implica fra l”altro che la «Destinazione Italia» coincida col vuoto lattiginoso del finestrino: associazione quanto meno problematica.
- Che l”Italia sia per Bersani una «destinazione» implica che lui non ci abiti, ma debba arrivarci. E l”implicito non è certo un complimento né per lui né per il partito che rappresenta: è come dire che quei signori lì non ci «stanno dentro», all”Italia.
- Last but not least: negli ultimi mesi le ferrovie italiane sono state spesso al centro di polemiche, vuoi per i tagli dei treni notturni, vuoi per l”infelice campagna con cui Trenitalia ha messo persone di colore negli scompartimenti di quarta classe, vuoi per i vagoni extralusso abbandonati o le proteste contro la Tav sulla Torino-Lione e non solo. Era proprio necessario, di questi tempi, associare l”immagine di Bersani a quella, da più parti contestata, delle ferrovie italiane?
Ecco insomma l”ennesimo esempio di quella che chiamo SpotPolitik: una politica (in questo caso del Pd, ma non solo) che usa in malo modo tecniche pubblicitarie mal digerite.
Piuttosto che ottenere questi risultati, meglio evitare affissioni, slogan, banner e compagnia bella, per concentrare tutti gli sforzi comunicativi verso il contatto diretto con le persone, sul territorio e in rete.
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Fonte:Â http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/06/bersani-iltreno-%C2%ABdestinazione-italia%C2%BB/195785/.
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Giulietto Chiesa, PD: i manifesti coprono i muri, non le assenze, 4 ottobre 2009.
Giovanna Cosenza, Â PD, la catastrofica comunicazione di un partito senza contenuti, 17 ottobre 2010.
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