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'Grillo, la catastrofe e l''opinione pubblica'

Riflessioni a margine della conferenza stampa di Beppe Grillo del 10 luglio. [Pier Francesco De Iulio]

'Grillo, la catastrofe e l''opinione pubblica'
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12 Luglio 2013 - 17.55


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di Pier Francesco De Iulio

Un’amica mi ha chiesto cosa ne pensassi della conferenza stampa di Beppe Grillo seguita all’incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riferendosi a quanto scritto recentemente da [url”Andrea Scanzi”]http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80730&typeb=0[/url] e da noi ripreso su Megachip. Partirò dunque da lì.

Razionalmente le considerazioni di Scanzi sono condivisibili e razionalmente io le condivido in grande parte. Tuttavia, secondo me ciò che manca nel discorso di Grillo (“numeri” e “concetti” permettendo), non è tanto il quadro d”insieme (pure con un respiro prevalentemente nazionale e quindi orbo di un occhio se non di tutte e due) ma la visione alternativa in grado di resistere all”imminente catastrofe su cui giustamente alza il suo grido di allarme. E una visione alternativa si può costruire soltanto tornando allo studio, all”ascolto e al fare comune, all”analisi degli scenari internazionali, lavorando “faticosamente insieme” per la costruzione di un nuovo sistema socio-economico in grado di rispondere al cambiamento in atto nel mondo globalizzato. Cambiamento che si badi bene ci sarà, e anzi è già in atto, indipendentemente dal giudizio morale con il quale lo si voglia interpretare.

Ovviamente la politica fatta dalle controfigure del potere finanziario (e non soltanto quello) che siedono attualmente in Parlamento per il centro-sinistra e per il centro-destra è del tutto inservibile. Esiste però la politica fatta dalle tante soggettività che già operano ovunque nel paese (associazioni, movimenti, realtà politiche, culturali e scientifiche non assimilate al pensiero unico del cosiddetto “neoliberismo”), e sempre più ne potrebbero nascere se si riuscisse a portare i “delusi” della e dalla politica (e non soltanto del e dal M5s) a farsi parte attiva di un nuovo processo politico, propositivo e decisionale, che scardini dall”interno e dall”esterno l”attuale sistema rappresentativo delle clientele e della corruzione.

Esiste certamente un problema inerente lo status quo e i rapporti di forza all”interno dei quali si è costretti ad agire. Proprio per questo il M5s (e non soltanto il leader maximo Beppe Grillo) che oggi siede in Parlamento con 162 rappresentanti fra deputati e senatori costituisce una grandissima opportunità per avviare e stabilire un cambiamento che deve essere di strategia politica prima ancora che nei fatti legislativi (pure importanti come conseguenza della prima, e non viceversa). Ma non si può camminare “da soli”, pensando di essere gli unti del signore. È necessaria un”apertura sincera alla partecipazione e alla condivisione che ancora oggi sembra mancare all’interno del Movimento per chi non si schiera indubitatamente sotto la bandiera a 5 stelle. Pena l”espulsione o il terribile anatema.

Fare i “grandi cambiamenti”, come dice Beppe Grillo in conclusione, richiamandosi direttamente all”opinione pubblica (oggi devastata nella sua capacità di orientamento da un sistema dell”informazione e dei media quasi completamente asservito alle grandi concentrazioni di potere transnazionali) è un”affermazione che porta con se sicuramente una radice nobile ma anche degli enormi pericoli. La nostra storia neanche troppo lontana è lì a ricordarcelo. Riflettiamoci.

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