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Il grande flusso e il deserto che avanza

Negli stessi giorni dell’attentato di Parigi, inizia la disintegrazione irreversibile di un ghiacciaio groenlandese che innalzerà il livello globale del mare di mezzo metro

Il grande flusso e il deserto che avanza

Redazione Modifica articolo

22 Novembre 2015 - 21.03


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di Miguel Martinez.

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Negli stessi giorni dell’attentato di Parigi, come abbiamo visto, è stato segnalato l’inizio della disintegrazione irreversibile di un ghiacciaio groenlandese talmente grande, da innalzare, certo in tempi lunghi, il livello globale del mare di mezzo metro.

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“In breve, l’Egitto sembra diventare più caldo ogni anno. Nel 2010, i dati dell’Autorità Meteorologica Egiziana segnalarono che i cinque anni più caldi di tutta la storia registrata dell’Egitto avevano avuto luogo dal 2000 in poi. I dati indicarono anche che le ondate di caldo stavano diventando più fequenti e prolungati.  Lo studio mostrò che tra il 2001 e il 2010, Aswan registrava più di 100 giornate di caldo intenso, mentre negli anni Settanta, la cifra era vicino a 40.”

Spostiamoci ancora, nel Mali, nelle terre del nord, abitate dai Tamacheq: pastori Tuareg che arrotondavano con un’agricoltura marginale.

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Da trent’anni, le piogge sono diventate sempre più irregolari e le riserve sotterranee di acqua sono diventate inaccessibili, mentre il deserto avanza verso sud all’incredibile velocità di 48 chilometri l’anno.

global-warmingI Tamacheq si sono ridotti a cercare di sopravvivere come potevano emigrando in città già poverissime; mentre chi è rimasto nei villaggi si è trovato al centro di una delle grandi rotte migratorie verso l’Europa, con le conseguenti possibilità di rapido arricchimento, ma unicamente attraverso la violenza: è la vita dei Signori del Passo.

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L’attacco occidentale (e soprattutto francese) alla Libia nel 2011, ha portato all’espulsione in massa degli immigrati africani, tra cui molti Tuareg; i quali insorsero in una rivolta che dura ancora oggi, e che è passata pian piano dal semplice indipendentismo al jihadismo, con una dichiarazione di fedeltà ad al-Qaida (ma non all’Isis).

Bernard-Henri-L-vy-in-Lib-008Bernard-Henri Lévy a Tripoli festeggia la Vittoria dei Valori dell’Occidente

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profughi-libyaNegli stessi giorni (2011), i migranti che gli amici di Bernard-Henry Lévy hanno cacciato dalla Libia si ammucchiano alla frontiera con la Tunisia

La Francia interviene militarmente contro i Tuareg dal gennaio del 2013 â€“ soprattutto con bombardamenti aerei – affiancata da soldati della Nigeria, del Senegal, del Niger, della Burkina Faso, del Benin, della Guinea, del Ghana, della Liberia e della Sierra Leone.

Quattro giorni dopo l’inizio dei bombardamenti, Hollande e Fabius si sono recati ad Abu Dhabi e Dubai, per vendere i jet Rafale mentre dimostravano dal vivo la loro efficacia: “hanno colpito tutti i loro bersagli!” gongolava il presidente, davanti agli affascinati acquirenti.

Pochi giorni dopo, l’India acquistò 24 aerei Rafale.

gao-imageGao, Mali, 2013… dopo una visita francese

Nel Mali, il 68% della popolazione non ha accesso a servizi sanitari, l’acqua – già di difficile reperimento – è spesso inquinata: l’80% delle malattie nel Mali è dovuto alla scarsa qualità dell’acqua.

Ma bisogna dire che la qualità dell’acqua in Mali a volte è splendida.

Come nell’Hotel Radisson di Bamako (assurto recentemente a una discreta notorietà) dove – spendendo in una notte quanto guadagna in un anno il maliano medio [1] – si ha la possibilità di godere di questa bellissima piscina.

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Nota:

[1] I dati sono piuttosto confusi. Ovviamente sui siti per turisti, le prenotazioni all’Hotel Radissono sono momentaneamente sospese, ma dai commenti sembra che una stanza costi sui 200 dollari a notte o più; mentre le cifre che abbiamo trovato per il reddito medio dei maliani variano tra i 200 e i 300 dollari.


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