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Germania. Le aggressioni alle donne e le distrazioni dei media

'I fatti di Colonia offrono un ottimo esempio di quanto difficile possa essere trovare un''informazione non inquinata per farsi un''idea di quanto accade. [Nina Lepori]'

Germania. Le aggressioni alle donne e le distrazioni dei media
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8 Gennaio 2016 - 18.09


ATF

di
Nina Lepori
.

AMBURGO (Germania) – I
fatti di Colonia e altre città tedesche – con le violenze subite da molte donne
aggredite per strada durante il Capodanno – offrono un ottimo esempio di quanto
difficile possa essere trovare un”informazione non inquinata per farsi un”idea
di quanto accade. Tutte le reazioni osservate in questi giorni – dagli
articoli apparsi sulla stampa ai discorsi delle differenti parti politiche, fino
alle dischiarazioni di militanti anti-razzisti, femministe, nuova destra, e persino
alle esternazioni della stessa polizia – non fanno altro che aumentare la
confusione sull’accaduto.   


Da una parte la stampa:
questa, o non dà notizia dell’accaduto (la TV di stato, ZDF, se ne occupa solo martedì
dopo il lungo fine settimana di Capodanno e poi si scusa pubblicamente per «l’errore
di giudizio» commesso, giustificandosi con la necessità di «raccogliere altre
interviste» sugli avvenimenti) oppure utilizza i fatti per fare palese
speculazione a favore di questa o di quella linea politica, soffiando su un vortice
crescente di giudizi che neppure i timidi tentativi di fare luce sugli episodi
attraverso un processo di “fact checking”
riescono a calmare. Davanti a tutto ciò fiorisce naturalmente la propaganda
della nuova destra, che, mentre la polizia brancola ancora nel buio delle sue
investigazioni, ha naturalmente trovato la soluzione a tutto, a carico di tutti gli asylanten.


Poi cӏ la polizia:
questa, prima annuncia in modo rilassato che la notte del 1° gennaio è stata
una nottata tranquilla, poi dichiara che in quella stessa notte si sono
verificati «reati di una dimensione completamente nuova» (così il capo della
polizia di Colonia, Albers). Quindi, per giustificare il mancato intervento dei
propri uomini presenti sul posto al momento dell’accaduto, precisa che si è
trattato di incidenti accaduti in «piccoli gruppi», quindi non visibili. Nel
momento in cui si é verificata la progressiva intensificazione della violenza,
il piazzale di fronte alla stazione sarebbe stato evacuato. La portata degli
attacchi sarebbe stata chiara solo successivamente, nelle ore e nei giorni
successivi all’accaduto, quando le vittime hanno fatto denuncia dei furti e
delle violenze subite.


Sopra questo panorama contraddittorio si erge poi la figura della sindaca (Oberbürgermeisterin) di Colonia, Henriette Reker, con la sua
sfortunata esternazione con cui ha dato consigli alle donne: queste dovrebbero
tenere gli sconosciuti «a un braccio di distanza…». Dichiarazione che
giustamente ha sollevato nuove polemiche su tutti i media.


Al di là di tutto, si sa
ben poco sugli attori della vicenda. Se appartengano all”ultima ondata di
rifugiati o siano personaggi già noti alla polizia criminale, nulla è certo. Ci
sarebbero stati già alcuni arresti, ma le ricerche della polizia non hanno
ancora dato luce a quanto sarebbe accaduto quella notte. Fatti simili sarebbero
accaduti anche in altre città tedesche, tanto che i partiti che si oppongono ad
Angela Merkel e alla sua politica di apertura per i rifugiati, compresa la SPD,
chiedono conseguenti espulsioni e – se necessario – anche la riduzione degli
aiuti ai rifugiati.


Quel che risulta davvero
emblematico è che la città di Colonia, intanto che ancora si accendono polemiche da
tutte le parti, già da mercoledì mattina sembra aver spostato l’attenzione dai
fatti di quella notte a tutt”altro argomento. Basta dare uno sguardo alla home
page del sito Web della città: è dedicata ai nuovi autovelox, mentre gli
articoli principali dei siti locali si occupano delle anticipazioni sugli eventi dell’imminente
Carnevale, e i fatti di Capodanno scivolano nelle pagine interne: dal silenzio
al chiasso al silenzio, senza che il pubblico nel frattempo possa davvero
capire. Il sistema dell”informazione funziona patologicamente, e qualcuno
sfrutta questa patologia.

Parafrasando il criminologo Christian Pfeiffer: «Si dovrebbero prendere sul serio i problemi, quando li si riconosce come tali e chiamarli con il loro nome. Con le mezze verità non si va avanti. Sono proprio questi sotterfugi che suscitano l”ira del popolo».

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