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'Ucraina. L''arresto delle voci scomode'

'Nel processo occidentale di ''esportazione della democrazia'' in Ucraina qualcosa deve essere andato storto. Come nel caso dell''arresto della giornalista Miroslava Berdnik'

'Ucraina. L''arresto delle voci scomode'
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19 Agosto 2016 - 22.22


ATF

di
Margherita Littera
.

Chissà se quando si esporta la
democrazia ci sono gli stessi rigidi standard ISO europei da rispettare che
valgono per gli altri prodotti. Già, perché nel processo occidentale di “esportazione della democrazia”
in Ucraina qualcosa deve essere andato storto. Dalla cosiddetta rivoluzione di
Maidan in poi (chiamarlo golpe fra un po” sarà vietato anche
da noi) in Ucraina non si contano i
giornalisti e politici d”opposizione minacciati, arrestati o addirittura
ammazzati
. Non ne troverete menzione nei grandi media occidentali,
impegnati su temi di più grande importanza, per esempio su come per legge ci si
debba abbigliare in spiaggia.

Stavolta però gli ucraini l”hanno
fatta grossa, arrestando Miroslava
Berdnik
, 58 anni, giornalista e scrittrice nonché figlia di un classico
della letteratura ucraina, Oles Berdnik, a suo tempo noto
scrittore di fantascienza sovietico ed a sua volta attivista per i diritti
umani nell”Unione Sovietica – un”attitudine che egli pagò con molti anni di
carcere. Oggi è la figlia a lottare
contro un regime totalitario, strenua avversaria del nazionalismo ucraino e
dell”attuale governo di Kiev
, ed è lei ad essere arrestata a causa delle sue opinioni anti-totalitarie e il suo
attivismo antifascista.

Miroslava Berdnik è autrice del libro Pedina
nel gioco di qualcun altro. Storia segreta del nazionalismo ucraino
. Per
questa sua opera ed altre sue pubblicazioni sui crimini OUN-UPA Berdnik è stata
insignita nel 2010 del premio “Yaroslav Galan”. La diffusione di questo libro è ora vietata in Ucraina. Il suo
arresto pare sia da ricondurre proprio alla pubblicazione di tale libro.

Nel mese di marzo 2014, Miroslava
Berdnik presentò una relazione sui crimini dei neonazisti ucraini nella Knesset
(il parlamento israeliano).

Con la sua attività giornalistica e i
suoi libri Miroslava ha esposto le odierne tare e vizi delle autorità ucraine,
la miseria e la corruzione negli
ambienti del nazionalismo e la falsificazione della storia dell”Ucraina
,
diretta dallo stesso SBU (i servizi
segreti ucraini) e dal cosiddetto «Istituto di recupero della memoria storica»,
che Berdnik ha sempre chiamato «l”Istituto dell”oblio». Remember Orwell?

Miroslava viveva già da diversi mesi in
condizioni di semi-clandestinità a Zaporozhye per nascondersi dai nazionalisti
ucraini che molte volte l”hanno minacciata
di morte
.

L”SBU, i servizi di sicurezza
dell”Ucraina, hanno arrestato Miroslava Berdnik alle 8:30 del mattino del 16
agosto a Zaporozie. Secondo le prime informazioni, Miroslava Berdnik è stata
imputata dell”accusa standard in Ucraina
oggi per la locale caccia alle streghe: “separatismo”
.

Non bastasse l’arresto di Miroslava, la
figlia, Irina Bessmertnaya, 22 anni, è stata sottoposta a interrogatorio, dopo aver voluto seguire in carcere la madre.

I loro computer ed altri oggetti sono
stati sequestrati.

Dopo una giornata di detenzione e di
interrogatori, in serata la giornalista è stata rilasciata. Ma dovrà
subire un processo.

Poiché Miroslava è parte integrante
del mondo del giornalismo, sarebbe auspicabile che anche in Italia, non fosse
altro che per solidarietà di categoria, dal mondo del giornalismo italiano si
levasse qualche voce a denuncia della sua persecuzione.

Poiché Miroslava è parte integrante
del mondo del fandom di fantascienza, sarebbe auspicabile che anche in Italia,
non fosse altro che per solidarietà di categoria, dal mondo degli appassionati
italiani di fantascienza si levasse qualche voce a denuncia della sua
persecuzione.

Tuttavia, il nostro ottimismo a
riguardo è scarso.

Se è vero che “mafia”, come
una volta notoriamente ironizzò Putin, è una parola italiana, dobbiamo prendere
atto che esiste un”altra parola forse anche più italiana ancora:

“Omertà.”

Lo constatiamo per esperienza. In quel
buco nero della libertà di espressione che sta diventando l’area baltico-polacco-ucraina,
nessuna voce dei grandi media occidentali si è fatta sentire in altri casi
clamorosi, come l’arresto – mesi fa – del politico e scrittore polacco di
opposizione Mateusz Piskorski, che
ancora si trova in carcere nella tipica condizione – in un paese UE!- del dissidente e prigioniero politico.

E” giusto che tutti sappiano. E provino a intervenire così come si deve fare per tutte le importanti battaglie per i diritti fondamentali.


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