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Indipendence Day Resurgence

Ovvero: nell’epoca della menzogna globale solo la fantascienza americana può aiutarci. E noi volentieri vi facciamo un mega-SPOILER ragionato

Indipendence Day Resurgence
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24 Luglio 2016 - 22.53


ATF

di
Luigi Rovito
.

Nei primi anni ’50 uno dei più grandi
scrittori italiani del secolo scorso – Dino Buzzati, da gran parte della
critica posto giustamente al fianco di Franz Kafka – pubblicò, per Mondadori,
la raccolta “In quel preciso momento”. In uno dei racconti brevi presenti nel
volume, dal titolo “Acqua chiusa”, l’Autore parla di un uomo che si ritrova,
smarrito e confuso, in una festa dell’alta borghesia di una città non nominata.

E’ un racconto brevissimo che inizia come una
sorta di profana ode al WC, al luogo che può offrire rifugio confinando oltre
un discreto vetro molato l’alcol bevuto senza misura, la superficialità, la
noia vista e rivista degli sguardi ammiccanti, delle frasi non dette, delle
tecniche di seduzione consumate quasi per obbligo o dovere senza palpitazione,
senza gioia, senza apparente necessità …

E invece si rivela, con la scrittura
spiazzante di un Buzzati precursore del fuori gioco all’olandese [1],
la storia di un’illuminazione: “Diffidate dei vitrages smerigliati con lo stemma in trasparenza per cui si accede
alle latrine.” scrive Dino Buzzati alla fine del racconto “Dio, pazientissimo,
giorno e notte ci insegue. Dove meno si pensa ci attende all’agguato. Non ha
bisogno di croce o di altari. Anche nei vestiboli di marmo sterilizzato che non
si possono nominare egli viene a tentarci, proponendoci la salvezza
dell’anima.”

Che c’entra questo, penserà il perplesso lettore,
con la menzogna globale e la fantascienza americana?

C’entra, c’entra e come: anche in un
multisala affollato, assistendo a un meno che mediocre film di fantascienza sequel di un meno che mediocre film di
fantascienza quel po’ di lucidità che è ancora in giro viene a tentarci,
proponendoci la salvezza della nostre residue capacità di analisi.

Mi spiego: ricordate “Indipendence day”? Non
sarà facile ricostruirne in poche parole la trama circonvoluta e complessa al
punto di far sembrare Agatha Christie un’autrice di filastrocche, ma un
tentativo va fatto: una flotta di enormi astronavi circolari piene di alieni
schifosi – ma abili nei combattimenti aerei più dei piloti di Spitfire che
difesero l’Inghilterra dalla Luftwaffe – arriva sulla Terra e inizia a bruciare
tutto.

Specialmente gli Stati Uniti (gli alieni,
tutti gli alieni, amano da sempre distruggere Manhattan).

A nulla valgono i moniti profetici di uno
scienziato esperto in comunicazioni che però, allorquando gli alieni bavosi
riducono in cenere la Casa Bianca, riesce a imbarcarsi sull’Air Force One assieme
al padre, anziano pacifista ebreo reduce del Viet Nam, in compagnia del
Presidente e del suo staff.

Giunti in una base militare segreta e
radunate le sparute forze aeree sfuggite alla distruzione, il Presidente degli
Stati Uniti in persona comanda una squadriglia di caccia, bombardieri e caccia-bombardieri
pilotati da presidenti, militari, aeromodellisti e da un pilota di biplano kamikaze
un po’ toccato che afferma di essere stato rapito anni prima dagli stessi
alieni bavosi, ma l’attacco fallisce causa l’impenetrabile scudo energetico
verde che protegge le astronavi. A questo punto il pacifista, padre dello
scienziato, accusa il Presidente di complotto, essendo sicuro che il Governo
americano sapeva degli alieni già dall’incidente di Roswell [2].

Allo sdegnato diniego del Presidente risponde
un imbarazzato membro dello staff che illumina i presenti, Presidente incluso:
il reduce ha ragione; nell’Area 51 [3]
è addirittura custodito un caccia alieno identico a quelli che fiancheggiano
l’astronave madre e che si è improvvisamente attivato all’arrivo dei bavosi commilitoni.
Allora lo scienziato delle comunicazioni programma un virus informatico che può
distruggere l’astronave aliena principale, e pure tutte le altre, via contagio
dell’internet marziana; ma chi piloterà il caccia alieno fino all’astronave
madre per infettarne la bavosa ADSL visto che l’intera rete satellitare di
comunicazione terrestre è andata distrutta?

Elementare: un top gun di colore che, nel
frattempo, ha abbattuto un caccia alieno, lo ha aperto a calci e ne ha estratto
il sibilante scarafaggio-pilota avendolo stordito a cazzotti in faccia e trasportato,
un po’ malconcio ma vivo, alla base segreta.

L’eroe afro americano impara, in dodici o
tredici secondi, a pilotare l’astrojet meglio del migliore Barone rosso bavoso
e, assieme allo scienziato, entra nella nave madre, sfancula un po’ di usceri alieni
perplessi ma non troppo svegli, infetta la rete, manda in corto tutte le mega
astronavi e scappa via appena in tempo per godersi, da terra, lo spettacolo di
fuochi d’artificio alieni. Era il 4 luglio 1996.

Ma veniamo a noi: sicuramente ispirati dal
grande Dumas il sequel si ambienta vent’anni
dopo
, nel 2016.

La vittoria della guerra spaziale ha dato ai
popoli terrestri, guidati dalla paterna e cazzuta egemonia americana, la
possibilità di utilizzare la tecnologia aliena per creare elicotteri senza
elica, aerei senza ali, treni senza ruote e mille altre focomeliche meraviglie.
Verso la fine di giugno, però, la base lunare terrestre, sede di manovre
aeronautiche congiunte cino-americane (…), individua un’altra mega astronave in
arrivo e, senza pensarci troppo su, la prende ad astro cannonate distruggendola,
previa autorizzazione della affascinante Presidente degli Stati Uniti (…) che,
in video conferenza, si era velocemente confrontata con gli altri presidenti
mondiali.

La leadership americana dei paesi mondiali è
un tema ricorrente nella fantascienza americana cosiddetta “di destra”; va
notato, però, che, nel sequel di Indipendence day, è scomparso il solito
Presidente Russo-sovietico-tipo-capo-della-Spectre [4]
che, sorseggiando thè, dice “Nuoi nuon daccuordo con decisiuone di imperialiesti
amuericani”.

Scomparso, sparito: nel 2016 la Russia già non
esiste più…

Ma torniamo a noi: Vanitas vanitatum et omnia vanitas [5]
la mega astronave di rivela non essere altro che un fuggiasco inseguito dalla
vera mega astronave aliena, stavolta grande quando l’intero oceano Atlantico! Ecco
perché i prigionieri di guerra alieni, catturati vent’anni prima e detenuti a
Roswell in un carcere galattico di massima sicurezza (tipo Guantanamo, ma con
un sacco di lucine verdi e rosse in più), erano usciti dal loro stato di animazione
sospesa per iniziare un casino degno delle madri di Plaza de Mayo [6]!

Ad ogni modo: la mega-mega astronave aliena
distrugge la base lunare con la sua sola forza di gravità ma non riesce ad
evitare che tre impavidi piloti (due americani e una avvenente milite dell’aria
cinese spigliata e sexy dai tratti somatici opportunamente occidentalizzati)
volino all’interno della mega astronave fuggiasca, abbattuta per errore,
recuperando una palla di circa due-tre metri di diametro che si rivelerà
fondamentale per il futuro della razza umana.

Sulla Terra, nel frattempo, tra tsunami e
terremoti generati dalle anomalie gravitazionali mega-mega astronautiche si fa
la termografia della giga astronave scoprendo che al suo megacentro alloggia
una mega aliena bavosa; probabilmente madre e fattrice di tutti gli
extraterrestri.

Lo scienziato esperto di comunicazioni (in
Africa, poco prima dell’attacco, sulle tracce di una tribù guerriera che
vent’anni prima uccideva alieni a colpi di machete) scopre strani simboli che
somigliano alla palla recuperata sulla Luna … ma in venti minuti gli alieni
attaccano la Terra ammazzando la Presidente Americana e, praticamente, tutti i
possibili vice-presidenti.

Non potendo promuovere l’introvabile, ultimo
capo-usciere della Casa Bianca si pensa di consegnare lo scettro del comando a
un Generale dell’aeronautica (…)

Questi, forte della fantasia tipica dei
Generali dell’aeronautica (vedi Ustica 1980), decide per una replica del mega
assalto aereo di vent’anni prima sempre comandato dallo stesso ex Presidente
(adesso vent’anni più vecchio e un po’ rincoglionito da ventennali incubi
alieni persistenti, ma sempre in grado di pilotare un superjet da guerra).
L’allegra brigata aerea fallisce come vent’anni prima sebbene armata, stavolta,
con bombe a fusione fredda!

Fortunatamente la palla fuggitiva, stimolata
da un mega-laser sperimentale, si mette improvvisamente a parlare con gli
scienziati terrestri fornendo dritte utili a stendere la regina madre. I
bastardi bavosi sono uno sciame, rivela, fatela fuori e tutti i suoi figli
smetteranno di vivere all’istante. Indi confessa che, in realtà, non è una
palla aliena di un paio di metri di diametro bensì un’ intera razza nemica dei
bavosi che ha rinunciato alla propria dimensione corporea per fondersi in
un’unica intelligenza artificiale.

E continua, rivelando che su di un pianeta
segreto sta addestrando i sopravvissuti delle razze distrutte dai bavosi (che
nel frattempo stanno pure trapanando la crosta terrestre per trafugarne il
nucleo) per creare un esercito inter-galattico di liberazione.

I terrestro-americani fanno tesoro delle
dritte sferiche massacrando la regina madre con abili manovre aeronautiche e
raffiche di plasma blu. La seconda guerra galattica è vinta.

Piacevolmente impressionata e finalmente rinfrancata
la palla marziana confessa agli scienziati americani festanti che fino a un
paio d’ore prima li considerava dei cazzoni un po’ primitivi e arretrati ma che
adesso, avendo visto il loro coraggio in battaglia, decide di affidargli nientepopodimeno
che il comando della costituenda armata interplanetaria!

Poco dopo tutte le astronavi precipitano (non
si capisce dove, visto che una era grande quanto l’Atlantico) in un nuovo
turbinio di fuochi artificiali. Proprio il 4 luglio 2016 …

– – – – –

Bene: magari il film non vincerà premi Oscar
per la sceneggiatura, ma ci fornisce preziose informazioni di carattere
socio-antropologico: quale 2016 descrive il film?

Tralascerei velocemente i mezzi di
locomozione: decine di film di fantascienza ci proponevano il 2000 come l’anno
di macchine e moto volanti e invece siamo ancora a calpestare cacche di cane e
a chiederci chi, nel nostro condominio, potrà mai permettersi di allevare
equini o bovini …

Nel 2016 cinematografico i popoli del mondo
hanno smesso di farsi la guerra, essendo scampati per un pelo all’estinzione da
attacco alieno. Tutti gli Stati mondiali sono in armonia tra loro e godono di
salute e prosperità … gli americani un po’ di più avendo sconfitto gli alieni in
nome e per conto dell’intera razza umana e riconquistato, in un batter d’occhio,
la loro indiscussa (e indiscutibile) leadership mondiale. Il loro Presidente è
una donna: bianca determinata ma molto femminile (interpretata da un’attrice
alta e con lunghi capelli e scuri perché il troppo è troppo pure nei film di
fantascienza).

La Cina (con la quale nel 2016 “vero” hanno
un debito di due o tre giga astronavi piene di dollari) è loro fedele alleata
militare mentre la Russia è uno sbiadito ricordo tipo l’Impero Maya.

Nel 2016 la fusione fredda è una consolidata
realtà (extraterrestre: inventata da alieni bavosi) di cui gli americani si
sono impossessati facendone arma di distruzione …

Sarebbe troppo difficile e lungo chiarire, in
questa sede, quanto grande sia la responsabilità delle Istituzioni statunitensi
sulla campagna di disinformazione scatenata contro la concreta prospettiva di
ricavare energia dalla fusione atomica a temperatura ordinaria e a costi
irrisori [7].
Per nostro conto l’idea di usare la fusione fredda per fare bombe è futuribile
quanto l’uso del purè di patate al posto del Napalm … ma, a ben pensarci, il
generale Colin Powell riuscì a convincere l’ONU a sponsorizzare una guerra
agitando una fialetta piena di aspirina, dunque: perché no?

Nel 2016 fantamericano anche i bambini sono
vittima della piaga del secolo: il complottismo! Nello Scuolabus giallo
regolamentare, pieno di coraggiosi piccoli patrioti mocciolosi, che il padre reduce
dello scienziato eroe guida meglio di Lewis Hamilton a Montecarlo per sfuggire
alle mega chele della regina marziana, un bimbetto grassottello e antipatico
gli grida “tu non sei un eroe! E’ tutta una montatura! Me l’ha detto mio padre
che l’ha letto in un libro!” ricevendo come risposta “Tuo padre è un idiota,
piccolo”.

– – – – – – – – – –

Qual è l’amara considerazione? Per gran parte
del dopoguerra (ci riferiamo agli anni successivi alla seconda guerra mondiale)
fummo abituati a considerare i nativi americani come un branco di selvaggi
assassini ingrati e disumani. Dovemmo aspettare venticinque anni perché la
cinematografia americana (con “Soldato blu” di Ralph Nelson) squarciasse
finalmente il sipario di menzogne sul genocidio dei popoli autoctoni americani e
sulle “gesta” di criminali di guerra come George Armstrong Custer.

Quel 1970 sembra più che mai lontano, perso
nel tempo “come lacrime nella pioggia”.

A ben pensarci, mistificare il passato per
farne propaganda non è troppo diverso dal mistificare il futuro per gli stessi
scopi. L’equazione canonica del “1984” di George Orwell era “Chi
controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla
il passato
“.

“Ma cribbio! E’ di un film di cassetta che
stiamo parlando!” potrebbe sbottare lo spazientito lettore.

Colui che scrive queste righe sconclusionate
si appella all’altrui residua pazienza invitando, almeno, a considerare la
legittimità di una riflessione: cos’è che fa più “tendenza”? Un kolossal
americano di fantascienza o un “corto” d’autore sui crimini delle Agenzia di
rating?

Cosa è più utile a creare empatia? Un saggio
di Noam Chomsky sul declino del linguaggio o Star Spangled Banner in sottofondo
mentre l’invasore alieno (dotato di intelligenza “di sciame”, privo di
individualità, pronto a sacrificarsi per il “bene” della sua specie,
COMUNISTA!) perisce al cospetto di eroi dall’estrazione trasversale: proletari,
militari e aristocratici uniti dallo spirito patriottico ma, magari, tutti
provvisti di occidentale bellezza e prestanza?

Non è il demonio a tentarci, semmai il suo antagonista
di sempre.

Per cadere nei tranelli del Maligno basta
godersi l’eroina del proprio tablet 8-10 ore al dì…

La menzogna è più globale di quanto riusciamo
a immaginare fratelli: pensateci.

Stay Human! 
 

Note


[1] Uno
stile di gioco del football inventato, negli anni ’60, dall’Olanda di Johan
Cruijff. Al momento in cui partiva un attacco i difensori olandesi scattavano
improvvisamente verso gli avversari mettendo attivamente in fallo di “fuori
gioco” eventuali punte attaccanti. Ai suoi esordi fu una tecnica davvero
innovativa e spettacolare.

[2] L’incidente
di Roswell è un evento verificatosi a Roswell (Nuovo Messico, Stati Uniti) il 2
luglio 1947 nel quale si sarebbe verificato lo schianto di un UFO e il presunto
recupero di materiali extraterrestri, tra cui cadaveri alieni, da parte dei
militari statunitensi.

[3] Inizialmente
chiamata “Nevada Test Site – 51” e successivamente ribattezzata con
il nome attuale, fa parte di una vasta zona militare operativa a circa 150 km a
nord-ovest di Las Vegas, nello Stato statunitense del Nevada. Gli elevati
livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza
sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ne hanno fatto un soggetto di
grande interesse ufologico.  

[4] La mega
associazione criminale contro cui combatte James Bond nei romanzi di Ian Fleming.

[5] Vanità delle vanità, tutto è vanità.

[6] Asociación Madres de Plaza de Mayo: è
una associazione formata dalle madri dei desaparecidos, ossia i dissidenti
scomparsi durante la dittatura militare in Argentina tra il 1976 e il 1983.

[7] Per chi
volesse approfondire il tema storico-scientifico sulla fusione fredda
consigliamo: Germano, Roberto, “Fusione fredda – Moderna storia d”inquisizione
e d”alchimia”
, Bibliopolis, Napoli, 2000.

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