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I segreti delle elezioni Usa: Julian Assange parla con John Pilger

L’intervista è stata filmata presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra – dove Julian Assange è rifugiato politico – e mandata in onda il 5 novembre 2016 da RT.

I segreti delle elezioni Usa: Julian Assange parla con John Pilger
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7 Novembre 2016 - 11.02


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Intervista di John Pilger a Julian Assange.

Tradotta da ComeDonChisciotte.org.

L’intervista che segue è stata filmata presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra – dove Julian Assange è rifugiato politico .


Tratto da [url”pandoratv.it”]http://www.pandoratv.it/?p=12439&doing_wp_cron=1478537665.0283019542694091796875[/url]


John Pilger: Qual è il significato dell’intervento dell’FBI in questi ultimi giorni della campagna elettorale degli Stati Uniti, in questo caso contro Hillary Clinton?

Julian Assange: Se si guarda alla storia dell’FBI, ci si rende conto come di fatto sia diventata la polizia politica dell’America. L’FBI lo ha dimostrato facendo cadere l’ex capo della CIA [il generale David Petraeus] per aver passato informazioni riservate alla sua amante. Quasi nessuno è intoccabile. L’FBI sta sempre cercando di dimostrare che nessuno le si può opporre. Ma Hillary Clinton si è opposta molto apertamente alle indagini dell’FBI, per cui c’è rabbia tra i Federali, perché l’FBI è stata fatta sembrare debole. Abbiamo (a WikiLeaks, ndt) pubblicato circa 33.000 email della Clinton quando era Segretario di Stato. Provengono da un lotto di poco più di 60.000 email, [di cui] la Clinton ha tenuto circa la metà – 30.000 – per se stessa, e noi ne abbiamo pubblicato circa la metà.
Abbiamo poi pubblicato le email di Podesta. [John] Podesta è il responsabile della campagna per le primarie di Hillary Clinton, quindi c’è un nesso che attraversa tutti quei messaggi di posta elettronica; ci sono un bel po’ di “pay-for-play”, come le chiamano loro, che danno accesso a stati, individui o società in cambio di denaro. [Queste email sono] inserite con la copertura delle email di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato, [il che] ha creato un ambiente in cui la pressione sull’FBI è aumentata.


La campagna della Clinton ha affermato che dietro tutto ciò c’è la Russia, che è stata la Russia a manipolare la campagna e che è la fonte delle email di WikiLeaks.

La cerchia della Clinton ha voluto proiettare questo tipo di neo-isteria alla McCarthy: che la Russia è responsabile di tutto. Hillary Clinton ha dichiarato più volte, falsamente, che diciassette agenzie di intelligence degli Stati Uniti avevano provato che la Russia era la fonte delle nostre pubblicazioni. Questo è falso; possiamo garantire che il governo russo non è la fonte.
WikiLeaks sta pubblicando da dieci anni, e in questi dieci anni abbiamo pubblicato dieci milioni di documenti, diverse migliaia di pubblicazioni individuali, da migliaia di fonti diverse, e non ci siamo mai sbagliati.



Le email che provano l’accesso (a vantaggi) per denaro, a come Hillary Clinton ne abbia beneficiato e come ne stia tuttora beneficiando politicamente, sono davvero incredibili. Sto pensando a quando al rappresentante del Qatar sono stati dati cinque minuti con Bill Clinton per un assegno di un milione di dollari.

E dodici milioni di dollari provenienti dal Marocco…


Dodici milioni dal Marocco, già.

A Hillary Clinton per partecipare ad una festa.


Per quanto riguarda la politica estera degli Stati Uniti, è lì che le email rivelano di più, dove mostrano il collegamento diretto tra Hillary Clinton e la fondazione del jihadismo, dell’ISIL, in Medio Oriente. Puoi parlarmi di come le email dimostrano il collegamento tra coloro che dovrebbero combattere i jihadisti dell’ISIL, ma che sono in effetti quelli che hanno contribuito a crearla.

C’è un’email di Hillary Clinton di inizio 2014, non molto tempo dopo aver lasciato il Dipartimento di Stato, al responsabile della sua campagna, John Podesta, che dichiara che l’ISIL è finanziato dai governi di Arabia Saudita e Qatar. Ora, questa è l’email più significativa di tutta la collezione, e forse perché il denaro dell’Arabia Saudita e del Qatar è spalmato su tutta la Fondazione Clinton. Persino il governo degli Stati Uniti concorda sul fatto che alcune figure saudite hanno sostenuto ISIL, o ISIS. Ma si aggiunge sempre che, beh, si tratta solo di alcuni Principi corrotti, che usano le tangenti del petrolio per fare ciò che vogliono, ma che in realtà i loro governi disapprovano. Ma quell’email dice no, sono proprio i governi di Arabia e Qatar che hanno finanziato l’ISIS.



I sauditi, il Qatar, il Marocco, il Bahrein, ma in particolare i sauditi e il Qatar, danno tutti quei soldi alla Fondazione Clinton mentre Hillary Clinton è Segretario di Stato e il Dipartimento di Stato sta approvando massicce vendite di armi, in particolare all’Arabia Saudita.

Sotto Hillary Clinton, la più grande vendita di armi al mondo è stata fatta con l’Arabia Saudita, [del valore di] più di 80 miliardi di dollari. Infatti, durante il suo mandato di Segretario di Stato, il totale delle esportazioni di armi dagli Stati Uniti in termini di valore del dollaro, è raddoppiato.


Naturalmente la conseguenza di tutto ciò è che il noto gruppo terrorista chiamato ISIL o ISIS è stato creato in gran parte con i soldi di quelle stesse persone che stanno dando i soldi alla Fondazione Clinton.

Sì.


Incredibile.

Per la verità mi dispiace per Hillary Clinton come persona perché in lei vedo qualcuno mangiato vivo dalle proprie ambizioni, tormentato al punto di ammalarsi letteralmente; che sviene per reazione alle sue ambizioni. Lei rappresenta tutta una rete di persone e una rete di relazioni con particolari stati. La domanda è: come fa Hillary Clinton a rientrare in questa rete più ampia? Ne è un ingranaggio fondamentale. Qui ci sono diversi meccanismi in funzione, dalle grandi banche come Goldman Sachs e dai principali protagonisti di Wall Street, all’Intelligence alla gente del Dipartimento di Stato e ai sauditi.
Lei è il catalizzatore che collega tutti questi diversi ingranaggi. È la raffinata rappresentazione centrale di tutto questo, e “tutto questo” è più o meno ciò che è al potere adesso negli Stati Uniti. È ciò che noi chiamiamo la classe dirigente o il consenso DC. Una delle più significative email di Podesta che abbiamo rilasciato era su come il gabinetto di Obama fosse formato e di come la metà del gabinetto Obama in sostanza fosse stato nominato da un rappresentante di Citybank. Questo è piuttosto sorprendente.


Non ha forse Citybank fornito un elenco…?

Sì.



...che si è rivelato costituire la maggior parte del gabinetto di Obama.

Sì.


Quindi Wall Street decide il gabinetto del Presidente degli Stati Uniti?

Se seguivi da vicino la campagna di Obama di allora, vedevi che si era avvicinata molto agli interessi bancari. 

Perciò penso che non si può capire bene la politica estera di Hillary Clinton senza capire l’Arabia Saudita. I collegamenti con l’Arabia Saudita sono molto esclusivi.


Perché era così palesemente entusiasta riguardo alla distruzione della Libia? Puoi dirmi un po’ di più riguardo proprio a quello che le email ci hanno svelato, circa ciò che è successo lì, perché la Libia è una tale fonte di tanta parte del caos odierno in Siria, il jihadismo ISIL e così via, ed era quasi l’invasione di Hillary Clinton. Che cosa ci raccontano le email in proposito?

Più di chiunque altro, la Libia è stata la guerra di Hillary Clinton. Dapprima Barak Obama si oppose. Chi è stata la persona che l’ha caldeggiata? Hillary Clinton. Questo è documentato in tutte le sue email. Ci aveva assegnato il suo agente favorito, Sidney Blumenthal; delle trentatremila email di Hillary Clinton che abbiamo pubblicato, circa 1700 riguardano la Libia. Non è che il petrolio della Libia fosse a buon mercato. Lei si rese conto che avrebbe potuto usare la rimozione di Gheddafi e il rovesciamento dello Stato Libico nella sua corsa alle presidenziali nelle elezioni generali.
Quindi, verso la fine del 2011 appare un documento interno chiamato Libia Tick Tock che è stato realizzato per Hillary Clinton, ed è la descrizione cronologica di come lei fosse la figura centrale nella distruzione dello Stato Libico, che provocò circa 40.000 morti; poi arrivarono i jihadisti, l’ISIS, e tutto ciò portò alla crisi dei rifugiati e dei migranti europea.
Non c’erano solo persone in fuga dalla Libia, in fuga dalla Siria e la destabilizzazione di altri paesi africani a causa dei flussi di armi, ma lo Stato Libico non era più in grado di controllare il movimento delle persone che lo attraversavano. La Libia si affaccia sul Mediterraneo ed era a tutti gli effetti il tappo nella bottiglia dell’Africa. Così tutti i problemi, i problemi economici e la guerra civile in Africa – prima chi fuggiva da quei problemi non finiva in Europa perché la Libia teneva il Mediterraneo sotto controllo. Gheddafi lo disse chiaramente all’inizio del 2011: “Cosa pensano di fare questi europei nel bombardare e distruggere lo Stato Libico? Ci saranno maree di migranti e jihdaisti dall’Africa all’Europa”. E questo è esattamente ciò che è successo.


C’è gente che si lamenta dicendo, “Cosa sta facendo WikiLeaks? Sta cercando di mettere Trump nella Casa Bianca?”

La mia risposta è che a Trump non sarebbe permesso vincere. Perché dico questo? Perché ha avuto tutti quelli che contano contro di lui; Trump non ha simpatizzanti tra le élite, forse con l’eccezione degli Evangelici, se si possono chiamare un’élite, ma le banche, le agenzie di intelligence, i produttori di armi… i grandi soldi stranieri… sono tutti schierati dietro Hillary Clinton, e anche i media, nonché i proprietari dei media e persino gli stessi giornalisti.


Si accusa WikiLeaks di essere in combutta con i russi. Alcuni dicono, ‘Beh, perché WikiLeaks non indaga e pubblica email sulla Russia?”

Abbiamo pubblicato circa 800.000 documenti di vario genere che riguardano la Russia, la maggior parte critici. Un gran numero di libri sono usciti grazie alle nostre pubblicazioni sulla Russia, la maggior parte dei quali sono critici. I nostri documenti [sulla Russia] sono stati utilizzati in molti casi giudiziari: casi di esuli in fuga da un qualche tipo di sopruso politico, che usano i nostri documenti per argomentare le proprie ragioni.


Personalmente, che cosa ne pensi delle elezioni USA? Hai una preferenza per Clinton o per Trump?

Parliamo di Donald Trump. Che cosa rappresenta nella mente americana e nella mente europea? Rappresenta la feccia dell’americano bianco, [che Hillary Clinton ha chiamato] ‘deplorevole e irrecuperabile’. Significa che dal punto di vista di un establishment colto, cosmopolita, perbene, queste persone sono zoticoni, e non si può mai trattare con loro. Perché lui chiaramente – tramite le sue parole, le sue azioni e il tipo di persone che si presentano ai suoi comizi – rappresenta persone che non sono al centro, non sono la classe media superiore istruita, borghese; si ha paura di essere associati a loro in qualsiasi modo, una paura sociale che abbassa lo status di chiunque possa essere in qualche modo accusato di sostenere Trump in qualunque maniera, anche solo criticando Hillary Clinton. Se si guarda da dove deriva il potere economico e sociale della classe media, tutto ciò ha un senso assoluto.


Vorrei parlare dell’Ecuador, il piccolo paese che ti ha dato rifugio e asilo politico in questa ambasciata a Londra. Ora l’Ecuador ha tolto Internet da qui, da dove stiamo facendo questa intervista, in questa Ambasciata, per l’evidente ragione che sono preoccupati di sembrare di intervenire nella campagna elettorale statunitense. Puoi dirci perché hanno deciso così e la tua opinione sulla solidarietà dell’Ecuador per te?

Torniamo indietro di quattro anni. Ho fatto domanda d’asilo all’Ecuador in questa Ambasciata, per il caso di estradizione degli Stati Uniti, e il risultato è stato che, dopo un mese, la mia richiesta di asilo è stata accolta. Da quel momento l’ambasciata è stata circondata dalla polizia: un’operazione di polizia piuttosto costosa per cui il governo britannico ammette di aver speso più di 12,6 milioni di sterline; lo ha ammesso più di un anno fa. Ora c’è la polizia sotto copertura e ci sono telecamere robot di sorveglianza di vario genere – così c’è stato una disputa abbastanza grave proprio qui, nel cuore di Londra, tra Ecuador, un paese di sedici milioni di persone, e il Regno Unito, e gli americani che hanno aiutato alla chetichella. Ciò che ha fatto l’Ecuador è stato un atto di coraggio e di principio. Adesso c’è la campagna elettorale negli Stati Uniti, e le elezioni in Ecuador sono a febbraio del prossimo anno, e la Casa Bianca sta attraversando un periodo caldo a seguito delle vere informazioni che abbiamo pubblicato.
WikiLeaks non pubblica dalla giurisdizione dell’Ecuador, da questa Ambasciata o dal territorio dell’Ecuador; pubblichiamo dalla Francia, dalla Germania, dai Paesi Bassi e da un certo numero di altri paesi, per cui la pressione su WikiLeaks è tramite il mio status di rifugiato; e questo è davvero intollerabile. [Significa] che [essi] stanno cercando di arrivare a una organizzazione editoriale; [Essi] cercano di prevenire che si pubblichino vere informazioni che sono di grande interesse per il popolo americano e non solo, circa le elezioni.


Dimmi che cosa accadrebbe se tu uscissi di questa Ambasciata.

Sarei immediatamente arrestato dalla polizia britannica e verrei poi estradato prontamente negli Stati Uniti o in Svezia. In Svezia non ho pendenze giuridiche, sono già stato in precedenza dichiarato innocente [dal Senior Procuratore di Stoccolma, Eva Finne]. Non siamo certi di cosa succederebbe lì esattamente, ma sappiamo che il governo svedese si è rifiutato di dire che non mi avrebbero estradato negli Stati Uniti ma sappiamo altresì che hanno estradato il 100 per cento di persone che gli Stati Uniti hanno richiesto almeno dal 2000. Quindi, nel corso degli ultimi quindici anni, ogni singola persona di cui gli Stati Uniti ha chiesto l’estradizione dalla Svezia è stata estradata, e si rifiutano di fornirci una garanzia [che non accadrà].



La gente spesso mi chiede come riesci a gestire l’isolamento qui.

Guarda, una delle migliori proprietà degli esseri umani è che sono adattabili; e una delle peggiori proprietà degli esseri umani è che sono adattabili. Si adattano e cominciano a tollerare abusi, si adattano ad essere loro stessi coinvolti in abusi, si adattano alle avversità e continuano così. Quindi, nella mia situazione, francamente, io sono un po’ istituzionalizzato – questo [l’Ambasciata] è il mondo … è visivamente il mondo [per me].


È il mondo senza la luce del sole, innanzitutto, non è vero?

È il mondo senza la luce del sole, ma non ho visto la luce del sole da così tanto tempo che non me ne ricordo.


Sì.

Quindi, sì, ci si adatta. L’unica cosa veramente esasperante è che i miei bambini piccoli – anche loro si adattano. Si adattano ad essere senza il loro padre. Questo è un pesante, penoso adattamento che non hanno cercato.


Ti preoccupi per loro?

Sì, mi preoccupo per loro; mi preoccupo per la loro madre.


Qualcuno direbbe, ‘Beh, perché non la finisci qui semplicemente uscendo dalla porta e lasciando che ti mandino in Svezia?”

Julian Assange: Le N.U. [il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria] ha esaminato tutta questa situazione. Hanno trascorso diciotto mesi in contesti formali, contenzioso contraddittorio. [Quindi sono] io e le N.U. contro Svezia e Regno Unito. Chi ha ragione? Le N.U. hanno concluso che io sono arbitrariamente detenuto e illegalmente privato della mia libertà, e che ciò che è accaduto non si è verificato nel rispetto delle leggi che il Regno Unito e la Svezia devono obbedire. Si tratta di un abuso illegale. Le Nazioni Unite chiedono formalmente, “Cosa sta succedendo qui? Qual è la vostra spiegazione legale per questo? [Assange] dice che dovreste riconoscere il suo asilo” [Ed è qui].
La Svezia risponde formalmente alle Nazioni Unite dicendo, “No, non riconosciamo la sentenza delle Nazioni Unite”, così si lasciano aperta la via dell’estradizione.
Trovo assolutamente incredibile che questa vicenda non salti fuori pubblicamente sulla stampa, perché non soddisfa la narrativa ufficiale occidentale – che sì, anche l’Occidente ha i suoi prigionieri politici, è una realtà, non ci sono soltanto io, ci sono molte altre persone. L’Occidente ha prigionieri politici. Naturalmente, nessuno stato riconosce [che dovrebbe chiamare] la gente che imprigiona o la detenzione per motivi politici, prigionieri politici. Non li chiamano prigionieri politici in Cina, non li chiamano prigionieri politici in Azerbaigian e non li chiamano prigionieri politici negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Svezia; è assolutamente intollerabile avere quella percezione di sé.

Qui abbiamo un caso, il caso svedese, in cui non sono mai stato accusato di alcun crimine, in cui sono già stato dichiarato innocente [dal procuratore di Stoccolma], in cui la donna stessa (che lo aveva accusato di stupro, ndr) ha detto che la polizia mi ha incastrato, dove le Nazioni Unite hanno formalmente dichiarato che tutto ciò è illegale, un caso che anche lo Stato dell’Ecuador ha indagato e riconosciuto che mi si doveva dare asilo. Questi sono i fatti, ma che cosa è la retorica?





Sì, è diversa.

La retorica mente, asserendo di continuo che sono stato accusato di un crimine, senza mai dire che ne sono già stato scagionato, senza mai menzionare che la donna stessa ripete che è stata la polizia ad inventarselo.
[La retorica] sta cercando di evitare [la verità che] le Nazioni Unite hanno formalmente trovato che il tutto è illegale, senza mai dire che l’Ecuador ha fatto una valutazione formale attraverso i suoi formali processi e ha scoperto che sì, io sono oggetto di persecuzione da parte degli Stati Stati.

Scelto e tradotto Tradotto da Gianni Ellena per comedonchisciotte.org

Per sostenere Julian Assange, vai al link:
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