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'Manipolare l''uomo a una dimensione'

Come mai si fanno iniziative politiche coinvolgendo le persone in relazione alle loro preferenze sessuali?

'Manipolare l''uomo a una dimensione'
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16 Novembre 2016 - 18.24


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di Giuseppe Masala

Sono rimasto particolarmente colpito
dall’iniziativa  referendaria del comitato per il SI e del Partito
Democratico che coinvolge la comunità gay. La prima domanda che ci si
dovrebbe porre è se la riforma costituzionale, per la quale voteremo a
Dicembre, tocca in qualche modo i diritti delle persone LGBT in quanto
tali. L’abolizione del CNEL riguarda i diritti degli omosessuali?
Sembrerebbe di no. La riforma delle norme inerenti i rapporti
Stato-Regioni riguarda i gay in quanto tali? Non sembrerebbe.
L’abolizione del bicameralismo perfetto forse riguarda i diritti delle
lesbiche? Sembrerebbe di no.

Allora come mai si fanno iniziative
politiche coinvolgendo le persone in relazione alle loro preferenze
sessuali?  Ahimè l’unica risposta che viene in mente a zeroconsensus è
che anche in Italia sta arrivando una particolare forma di marketing
politico: il marketing delle tribù. Per la verità questo particolare
tipo di marketing già è stato ben sperimentato nel marketing commerciale
classico: conosciamo per esempio la tribù degli “Iphonisti” oppure
quello degli “alfisti” e quello delle persone che vestono “Chanel”.

Tale questione in apparenza secondaria –
quasi una nota di colore – è invece della massima importanza. Negli USA
già da almeno venti anni l’azione politica è intimamente legata a gruppi
di pressione su temi particolari: i gay, i neri, le femministe, i
fedeli evangelici, il KKK e via discorrendo. Ognuno di questi gruppi
svolge un attività di lobbying e di pressione sullo specifico tema di
interesse e successivamente viene dato l’endorsement sulla base
dell’aderenza del programma del candidato sul tema che il gruppo
difende.

Tutto normale? Mica tanto. La persona è
portatrice di mille caratteristiche specifiche. Un gay al di là della
sua identità sentimentale e  sessuale è anche operaio o avvocato, rurale
o motropolitano, ateo, agnostico o credente, amante della poesia o
analfabeta e via discorrendo. Imporre una tecnica politica dove il
consenso è gestito sulla base degli interessi (o anche non-interessi) di
specifici gruppi di pressione – non importa se si tratta di un gruppo
pro-gay, o del comitato per la difesa della foca monaca o del KKK –
significa lavorare per destrutturare la personalità dell’essere umano e
formare un uomo ad un unica dimensione dove l’unica cosa che conta è
quella specifica caratteristica della sua personalità nella quale (anche
attraverso manipolazioni massmediatiche) si identifica più o meno
artificiosamente, e più o meno consapevolmente.

Perché tutto questo? Semplice, l’uomo
ridotto ad una dimensione è facilmente manipolabile perché
sostanzialmente fanatizzato (zeroconsensus direbbe “empowermantizzato”).
Ne volete una riprova? Ce la offre proprio l’iniziativa di cui ho
postato la locandina e dalla quale ho preso spunto: se c’è una
“categoria” a rischio da questa sciagurata riforma costituzionale è
proprio quella LGBT. Cosa accadrebbe se un giorno prendesse il potere un
partito di estrema destra e dunque omofobo? A causa di questa riforma
non ci sarebbero contrappesi né nel Parlamento, né nella Corte
Costituzionale (di fatto nominata dalla maggioranza parlamentare) e
dunque proprio i diritti fondamentali delle persone sarebbero in grave
pericolo.

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