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Violenze e morte in Venezuela: parlano le vittime

I media occidentali tacciono sulle guarimbas, la guerriglia da strada dell’estrema destra venezuelana. Una narrazione rovesciata, come per la vicenda ucraina.

Violenze e morte in Venezuela: parlano le vittime
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31 Maggio 2017 - 07.30


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di Fiorangela
Altamura
.

Era il 2014 e le manifestazioni
dell”opposizione venezuelana, che voleva usurpare il potere attraverso la
violenza e ignorando il processo democratico, causavano 43 morti e oltre 800
feriti. A capo della fazione più estrema dell’opposizione venezuelana – che
chiamava ai disordini per provocare un’insurrezione armata contro il legittimo
governo o un intervento esterno – c’era Leopoldo Lopez, poi condannato a 13
anni di carcere per diverse fattispecie di reati e ritenuto prigioniero
politico da parte della politica internazionale direttamente influenzata dalle
potenze occidentali.

Le vittime erano in maggioranza membri della
Guardia bolivariana, chavisti o semplici passanti. Vittime due volte: della
destra che aveva scatenato il caos e della menzogna che attraversava i canali
di tutto il mondo attribuendo la responsabilità dei loro lutti e dei loro
dolori alla repressione governativa.

E così oltre mille persone, tra familiari e
feriti di due mesi di terrore, decisero di unirsi costituendo il “Comitato Vittime delle Guarimbas e
del golpe continuato”
, laddove per «guarimbas» si intendono le
tecniche di guerriglia da strada utilizzate dall’estrema destra le cui pratiche
vediamo riaccendersi impetuosamente in questi giorni. Impressiona vedere le stesse tecniche e le stesse dinamiche che abbiamo visto anche in Ucraina negli ultimi anni, con il medesimo atteggiamento unidirezionale dei grandi media occidentali.

Il Comitato in questi tre anni ha incontrato
associazioni e movimenti sociali in tutto il mondo ma ha soprattutto richiesto
incontri istituzionali, anche all”UE e nei diversi stati europei con l’esigenza
insopprimibile di portare alla luce la verità, quella che ai governi neoliberisti
mondiali è convenuto ribaltare.

A Roma solo il Movimento Cinque Stelle fu
disposto ad incontrarli; il PD e altri partiti di destra fanno da portavoce e
intrattengono relazioni con le opposizioni, come dimostra il caso dell”approvazione
dell”ultima mozione contro il governo del paese, su iniziativa di Pierferdinando
Casini.

Due giorni fa alcuni membri del Comitato erano
all”Ambasciata venezuelana in Spagna, mentre membri dell”opposizione assediavano
la sede diplomatica tenendo per ore in ostaggio i diplomatici e i partecipanti all’incontro.

Ancora continuano ad essere silenziati,
ancora e a maggior ragione adesso, perché a partire dalle loro testimonianze
sarebbe possibile realizzare quale sia la realtà e quanto i media siano
bugiardi e complici.

Di seguito la richiesta ufficiale del
Comitato ricevuta e sottoscritta nell”ottobre del 2015 dall”amministrazione
comunale di Napoli, che aprì le porte a tre rappresentanti del Comitato.

Si tratta di parole “illuminanti”,
specie nella parte in cui si rivolgono alle associazioni che lavorano per i diritti
umani, laddove si chiede di non strumentalizzare politicamente e manipolare i
fatti.

«Noi, donne e noi uomini del
“Comité de Victimas de las Guarimbas y Golpe continuado”, nella nostra
condizione di vittime e di familiari delle vittime della violenza politica
accaduta in Venezuela nel mese di aprile del 2013 e da febbraio a giugno 2014,
ci rivolgiamo a Voi al fine di esporVi e informarVi sui seguenti fatti:

Come è noto, negli ultimi due anni il nostro
paese è stato vittima di attacchi violenti contro le istituzioni democratiche da
parte di settori nazionali e internazionali precisamente identificati, con il
proposito di non riconoscere la volontà della maggioranza del popolo
venezuelano e forzare una rottura dell’ordine costituzionale.

Tale offensiva è giunta al suo apice
attraverso la promozione di atti di violenza e terrorismo contro persone ed
istituzioni, in violazione dei diritti umani degli abitanti della Repubblica
Bolivariana del Venezuela. Come risultato di tali atti, solo nell’anno 2014, 43
persone hanno perso la vita e 878 sono rimaste ferite: tra queste ultime
eravamo anche noi, ora componenti di questo Comitato.

Inoltre, questa violenza, attivata per motivi
politici, pianificata e portata avanti in tutto il paese, ha gravemente colpito
strutture educative, centri ambulatoriali, locali di stoccaggio e di
distribuzione di alimenti, oltre ad altre strutture destinate alla tutela dei
diritti umani.

Purtroppo, tutti questi avvenimenti sono
stati taciuti o manipolati dai media, da diversi attori politici e persino da
alcuni organismi internazionali nel campo dei diritti umani, pretendendo di
mostrare gli autori intellettuali e materiali della violenza come vittime del
potere statale e scordando completamente chi, come noi, ha sofferto e soffre
ancora le conseguenze dell’appello alla violenza.

In virtù di quanto esposto, e in
considerazione di tutti i casi di grave violazione dei nostri diritti umani e
di quelli dei nostri familiari accaduti in occasione di tali eventi, Vi
chiediamo molto rispettosamente di:

– Primo: prendere parte alla campagna
internazionale di solidarietà con le vittime delle violenze politiche
pianificate, dirette ed eseguite dai settori della destra radicale
dell’opposizione venezuelana negli anni 2013 e 2014, attraverso la
pubblicazione di comunicati, la diffusione di informazioni e la creazione di
spazi di riflessione che permettano di conoscere la verità;

– Secondo: respingere gli atti di violenza
promossi tra il 2013 e il 2014 dai settori dell’opposizione venezuelana, atti
lesivi dei nostri diritti umani, del diritto alla vita, alla salute e
all’integrità personale della nostra cittadinanza, e che hanno avuto come
obiettivo quello di disconoscere le istituzioni democratiche e la Costituzione
della Repubblica Bolivariana del Venezuela;

– Terzo: esortare sia gli organismi
internazionali che tutelano i diritti umani sia gli altri attori affinché
evitino la strumentalizzazione politica dei diritti umani e non siano complici
dei settori dell’opposizione venezuelana che cercano di mettere a tacere il
tutto, tergiversando sugli eventi violenti e di incommensurabile odio che si
sono vissuti in Venezuela tra il 2013 e il 2014.
»

I video mostrano come effettivamente si svolgano
le violenze in questi giorni. Ricordiamo che la Guardia bolivariana è in strada
senza armi da fuoco e infatti subisce violenze e umiliazioni.

In quale parte del mondo i manifestanti
sarebbero liberi di aggredire la polizia senza subire conseguenze? Purtroppo in
Venezuela sta accadendo, in un eccesso di zelo.

Alcune testimonianze di membri del Comitato:

Servizi di RT e TeleSur sull”auduzione del
Comitato presso l”UE:




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