di Danilo Della Valle.
Cosa hanno in comune l’Ucraina ed il Venezuela?
Niente, teoricamente. Praticamente invece questi due Paesi attraversati da crisi economiche e di governo hanno in comune molto, più specificatamente la regia delle proteste.
Ovviamente non si vuole fare del complottismo ma suona strano davvero che lo schema di Propp, l’antropologo russo che aveva studiato un metodo di narrazione che ha usato in tutte le sue fiabe, riesca ancora a fare colpo in maniera acritica sull’opinione pubblica nostrana. Basterebbe inoltre leggere qualche trattato di Gene Sharp, il “filosofo e politologo” Usa che ha dato i “natali” alle rivoluzioni colorate dell’est e dei Balcani, che ha collaborato per anni con il Dipartimento di Stato Usa per esportare la democrazia nel mondo.
E così il musicista di Kiev e quello di Caracas, il bambino che “affronta” la polizia, e la ragazza che in un perfetto inglese esordisce con “I’m ….from Kiev/Caracas” diventano gli emblemi virali di una popolazione che necessita di un “eroe” che li salvi.
La presunta crisi, aiutata ed indotta dall’esterno con l’aiuto degli oligarchi del posto, diventa la causa, ed ovviamente poco importa alla nostra opinione pubblica se questi emblemi di liberazione non rappresentino effettivamente il popolo e se l’eroe designato porti in seno idee naziste, come in Ucraina, o se abbia interessi di stampo economico, come in Venezuela, se abbia in testa di restaurare governi sulla falsariga dei fantasmi del passato, come in piazza Maidan, o se faccia dell’accaparramento e contrabbando il proprio cavallo di battaglia.
Poco importa se queste proteste interessano una minoranza della popolazione che ha “padroni”stranieri, l’importante è far “fuori” i “dittatori”, che in questi casi sarebbero stati eletti democraticamente ma che l’opinione pubblica tende a dimenticare. Così gli 8 milioni e passa di venezuelani che affrontando i golpisti sono accorsi a votare, tutto d’un tratto non rappresentano più una fetta popolare e democratica del Paese ma diventano 8 milioni di “invisibili” oscurati da qualche migliaio di incappucciati armati rappresentanti della “democrazia”.
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