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La "macchina del FAANG" si abbatte su Visione TV

Alla fine, la censura di YouTube ha iniziato a colpire pesantemente Visione TV con una di quelle forme viscide e serpentesche di sanzione aggressivo-passiva che caratterizza le grandi multinazionali che dominano gli spazi digitali.

La "macchina del FAANG" si abbatte su Visione TV
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5 Dicembre 2023 - 22.15


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di Pino Cabras.

Alla fine, la censura di YouTube ha iniziato a colpire pesantemente Visione TV con una di quelle forme viscide e serpentesche di sanzione aggressivo-passiva che caratterizza le grandi multinazionali che dominano gli spazi digitali. I così detti FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) sono società private, ma svolgono di fatto una funzione di servizio pubblico che dovrebbe essere improntata a una neutralità che consenta di rispettare al meglio i diritti costituzionalmente garantiti. Peraltro è riconducibile alla sfera statale dell’intelligence statunitense il doppiofondo di queste entità, governate da strategie che schiantano qualsiasi altra sovranità.
Esprimo tutta la mia solidarietà al fondatore di Visione TV, Francesco Toscano, e soprattutto esprimo la mia preoccupazione perché l’attacco alle libertà si intensificherà prossimamente per alterare ogni possibilità di dissenso. Dovremo reagire. Invito tutti a sottoscrivere anche una piccola somma a favore di Visione TV (per una donazione: https://visionetv.it/donazione/) in modo da farle superare brillantemente questo attacco e a condividere e diffondere questo articolo.
Nel 2020 avevo presentato un’interrogazione parlamentare sulle libertà di espressione e di manifestazione del pensiero sulle piattaforme digitali, ponendo il problema di attivarsi nelle sedi internazionali per arrivare a una convenzione per la tutela e la promozione della libertà di pensiero sui social network.


—– I FAANG DEVONO RISPETTARE LA COSTITUZIONE ITALIANA —-
L’articolo 21 della Costituzione tutela la libertà di espressione e stabilisce che “la stampa non può essere soggetta a censure e ad autorizzazioni”. Soltanto la magistratura può procedere a sequestri con un atto motivato e unicamente in caso di violazione di leggi. L’operato delle multinazionali del big tech si pone dunque al di fuori del nostro ordinamento costituzionale.
Del resto, l’articolo 41 della Costituzione parla chiaro: “l’iniziativa economica privata è libera”, ma subito dopo, al secondo comma, aggiunge che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana”.


—– UNA LEGGE A TUTELA DEL SISTEMA DEMOCRATICO —-
L’anomalia risiede nel fatto che le grandi compagnie del big tech sono orientate a considerare sé stesse come piattaforme, però agiscono come editori. Questa ambiguità va risolta una volta per tutte. Il sistema democratico, di fronte allo strapotere di questi monopoli delle multinazionali nordamericane, è sotto scacco. Una legge che faccia chiarezza è urgente, perché sono in gioco i nostri diritti e la democrazia.

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