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In piazza le voci del lavoro. Intervista a Di Luccio, Cgil

In piazza le voci del lavoro. Intervista a Di Luccio, Cgil
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14 Novembre 2009 - 13.54


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di_lucciodi Alessandro Cardulli – dazebao.org.

Sabato 14 novembre, per le vie di Roma decine di migliaia di lavoratori. Il coordinatore del Dipartimento Organizzazione della Cgil traccia il percorso di lotta del sindacato: aziende, territorio, grandi città del Mezzogiorno, categorie dell”industria e dei servizi. La legge sulla giustizia: ” Una vergogna indegna di uno stato di diritto liberale”.

 


ROMA – “C”è la crisi economica da combattere e c”è da difendere la democrazia. Non sono due cose diverse.

Sono due volti di una stessa medaglia. Quando si  produce una grave lacerazione nel tessuto della democrazia sindacale non si colpisce  solo i lavoratori, quando,come ha fatto il governo si opera per abbattere  il potere di contrattazione del sindacato, si toccano i gangli vitali della democrazia del nostro paese”: così Marco Di Luccio, coordinatore del Dipartimento Organizzazione della Cgil ci indica i due “pilastri” della manifestazione che vedrà sabato per le vie di Roma decine di migliaia di lavoratori. Il raduno è alle ore 14 a Piazza della Repubblica.  

Da lì partirà il corteo per Piazza del Popolo dove  il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani chiuderà la  manifestazione. Parleranno anche  lavoratori delle fabbriche in lotta e il primo intervento sarà quello di un delegato della Eutelia dove contro gli operai che “occupavano in modo pacifico l”azienda-come ha sottolineato qualche giorno fa Epifani- c”è stato l”intervento di un vecchio amministratore delegato della  Eutelia con una squadra di bodyguard  che ricorda certe modalita” che si riscontravano in America del Sud. C”e” un clima pesante. I lavoratori non vedono risposte e iniziano le intimidazioni”  Crisi e democrazia,  Di Luccio sottolinea spesso questo  nella  conversazione  tenuta quando siamo agli ultimi ritocchi di una nuova giornata di lotta proclamata dalla Cgil nel quadro di numerose iniziative portate avanti in tutta  Italia,i “presidi” nelle grandi piazze romane da parte dei lavoratori delle aziende in crisi , poi alla fine del mese le manifestazioni nelle città del Mezzogiorno, le lotte nelle scuola e nel pubblico impiego, le iniziative dei metalmeccanici della Fiom che respingono l”accordo separato.  

” La crisi c”è -riprende Di Luccio- anche se il governo, il ministro Tremonti, Sacconi, Brunetta per non dire di Berlusconi, fanno finta di niente. Mostrano ottimismo, praticano la politica degli annunci. La legge di bilancio per il 2010 è assolutamente sbagliata e inadeguata. Basta guardare gli ultimi dati. Una situazione da brivido: le entrate sono diminuite nei primi nove mesi del 3,5%, nove miliardi in meno; il debito pubblico è salito a1.786,941 miliardi, un 1,66% in più rispetto al mese di agosto quando si era toccato il record negativo. Addirittura ora si inneggia al fatto che il Pil ha avuto una leggera ripresa, un fatto del tutto congiunturale, e come annunciano tutte le fonti economiche avrà sabito una pesante ricaduta”. Se mettiamo insieme questi dati con  la disoccupazione crescente, l”esplosione della cassa integrazione che, dice Di Luccio, non  è il paradiso terrestre, un  specie di paese di bengodi, perché vivere con ottocentocento euro al mese è una sfida tutta in perdita”. Dati allarmanti vengono anche a proposito di consumi.

Un  meno quattro per cento per quanto riguarda le famiglie con una contrazione della spesa di circa trenta miliardi in un anno. Una normale famiglia sempre in anno perde circa 980 euro e per i lavoratori allontanati dalla produzione si tratta di minori entrate per 3600 euro. ” Ecco- riprende Di Luccio-perché scendiamo nuovamente in piazza, una manifestazione che sta dentro un percorso, non una fiammata, non una spallata, ma una lotta destinata a durare. Potevamo anche pensare ad una manifestazione oceanica. C”erano le condizioni. C”era la volontà e la disponibilità  di lavoratori, precari, cassa integrati, immigrati, pensionati. Ma noi portiamo la lotta nei territori, nelle aziende, nelle città, nelle categorie, dalla scuola al pubblico impiego. Come abbiamo detto abbiamo avanzato richieste, ” esigiamo risposte”  e  vogliamo mobilitare non solo il mondo del lavoro dipendente, ma i giovani, gli studenti, la cultura, il mondo della comunicazione”. E” qui che la risposta alla crisi incrocia la difesa della democrazia. Dice Di Luccio: ” guardiamo ai fatti di questi giorni.

C”è questo ridicolo giuramento di fedeltà che il ministro Brunetta pretende dai dipendenti pubblici minacciando di licenziamento chi non ottempera agli ordini. E” vero che si tratta di una “brunettata” ma è il segno di un modo di governare che certo non sollecita la partecipazione dei lavoratori. Si è vero, si può pensare  a qualche film di Fantozzi. Ma  fa parte di una politica del governo che viola i fondamentali articoli della Costituzione. Non possiamo dimenticare lo scudo fiscale  che richiama la politica dei condoni. Con un misero cinque per  cento l”evasore fiscale se la cava. I lavoratori onesti, a partire da quelli a reddito fisso e ai pensionati continuano a pagare più tassse di quanto dovrebbero. Ma la Costituzione dice che tutti  cittadini sono uguali e che la Repubblica è fondata sul lavoro e non sull”evasione e i condoni”. “E oggi, si chiede Di Luccio, il disegno di legge sulla giustizia  che cosa è in realtà?  Una vergogna, che non ha bisogno di tanti commenti. Una legge inaccettabile,immorale non degna di uno stato di diritto liberale”. Ancora: ” Di carcere si muove come è avvenuto per Stefano Cucchi.

Fonte: dazebao.org.

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