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Precari, allarme rosso! Scatta la "legge tagliola"

Precari, allarme rosso! Scatta la "legge tagliola"
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22 Gennaio 2011 - 15.15


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prekarIl 23 gennaio 2011 scade il termine un eventuale ricorso contro il datore di lavoro qualora si pensi di aver subito un”ingiustizia. Passata la data, sarà perso in via definitiva ogni diritto per tutto il periodo retroattivo.

da www.unita.it

Conto alla rovescia per i precari con contratto a termine scaduto per poter presentare ricorso contro il datore di lavoro nel caso ritengano di aver subito un”ingiustizia. Scade infatti domenica 23 gennaio il termine fissato dal collegato lavoro per poter impugnare il licenziamento e passata questa data si perderà definitivamente ogni diritto per tutto il periodo retroattivo. Gli interessati sono tra i 100 e i 150mila secondo la Cgil che ha contrastato la norma fin dalla sua approvazione, due mesi fa, definendola, non a caso, «legge tagliola».

Il silenzio del governo
È una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro – torna a dire il segretario confederale Fulvio Fammoni – ma è soprattutto una norma, quella dei 60 giorni, che colpisce i lavoratori precari che attendono un eventuale rinnovo». Una norma «sbagliata e ingiusta, con vizi di costituzionalità», a cui si aggiunge la gravità della retroattività che, accanto alla brevità del tempo a disposizione (60 giorni dall”entrata in vigore) avrebbe richiesto una campagna per informare gli interessati, per portarli a fare una scelta consapevole tanto più che chi è precario subisce già molti condizionamenti. Invece nulla. Silente il governo, molto impegnato a tener testa alle Ruby di turno.

A giudizio della Cgil, la norma «crea una disparità fortissima anche perché, in questa maniera, si equipara la conclusione di un contratto temporaneo ad un licenziamento». Qunat ai tempi strettissimi, determineranno «una sanatoria al rovescio, perchè tanti precari non verranno a sapere in tempo che i termini sono cambiati», ma anche un”impennata del contenzioso, «cioè l”esatto contrario di quanto il governo dichiara di voler perseguire» con l”allargamento del ricorso all”arbitrato. «Il governo avrebbe dovuto sentire l”obbligo di informare i lavoratori, anche attraverso l”uso della pubblicità istituzionale, eppure non ha fatto nulla», denuncia Fammoni, ed è anche per questo che tutte le sedi della confederazione stanno lavorando per dare consulenza e tutela a chi è interessato registrando al momento «già migliaia di richieste di informazione e di soccorso giunte».

Alla fine di questa settimana, al termine della scadenza per decidere l”impugnativa, «forniremo i primi dati- annuncia il dirigente sindacale- sapendo che anche altri sindacati e associazioni stanno predisponendo i ricorsi». Sull”intero collegato lavoro, il sndacato di Corso d”Italia sta predisponendo «una memoria su principali vizi di incostituzionalità della legge». Se si ritiene ci siano irregolarità, i contratti vanno contestati per iscritto entro domenica: si può fare anche con una lettera che interrompa i termini di legge e in questo si guadagnano 270 giorni per andare davanti al giudice.

 

 

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