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Alternativa.
La tragedia avvenuta a Barletta, il crollo della palazzina e la conseguente morte di Giovanna Sardaro, Tina Ceci, Antonella Zaza, Matilde Doronzo e Maria Cinquepalmi, operaie del maglificio sotto la palazzina, squarciano il velo di ipocrisia che in questi anni ha coperto come spessa nebbia le condizioni di lavoro nel nostro Paese e, in particolare, del lavoro femminile.
Quando si toglie dignità al lavoro, si sottomette tutto all”idea della sopravvivenza nel mercato, alla crescita economica continua, si finisce inevitabilmente per cancellare i diritti e la sicurezza.
E con essi le persone stesse e le loro vite.
Senza abusare delle parole, vogliamo dire che la terribile tragedia di queste quattro donne, e di una ragazza, poco più che bambina, deve costringere a una riflessione ad ampio raggio: come porre rimedio ai disastri che stanno accadendo e che accadranno nelle famiglie del nostro Paese.
Un rovesciamento di prospettiva che riporti al centro le persone e la loro dignità .
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l”eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l”effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all”organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»
Qualcuno si ricorda dove è scritto?
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