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Il costo della vita lunga

Il costo della vita lunga
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13 Aprile 2012 - 12.25


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Anziani2di Giuliana Cupiwww.fabionews.info

Proprio adesso che pensavamo che, una volta calcolato il fantomatico numero degli esodati (operazione che pare stia richiedendo ai competenti tecnici che ci governano gran profusione di energie intellettuali), l”argomento pensioni fosse tristemente concluso scopriamo che altre pessime novità ci attendono. L”FMI ha infatti finalmente annunciato chiaro e tondo che il dramma del giorno è l”innalzamento della vita media e il carico di spesa previdenziale e sanitaria che ne consegue, carico che manco a dirlo si sta rivelando insostenibile. Ancora una volta urge una riflessione più attenta e approfondita.

Ricapitoliamo. Da diversi decenni ormai l”età media si va allungando – qui da noi siamo ormai oltre gli 80 anni -, cosa che fino praticamente a ieri ci veniva presentata come un magnifico risultato delle migliorate condizioni di vita e soprattutto dei progressi della scienza medica, dato che l”ampliamento del soggiorno in questo mondo deve spesso essere sorretto da interventi invasivi a causa della massiccia diffusione tra gli anziani di malattie croniche e altri stati invalidanti.

Tanta di questa vita in più, insomma, è vita nonostante (i crescenti problemi), sempre più spesso vita meramente biologica che serve a fare statistica, ma poco aggiunge, anzi molto toglie a chi la subisce, perché non è vita ottenuta da premesse veramente positive e da una prevenzione degna di questo nome, ma da incrementi solo quantitativi: più cibo per tutti ottenuto da un”agricoltura intrisa di pesticidi e ora di OGM, più consumi per tutti ottenuti avvelenando aria e acqua con inquinamento e gas di scarico e via dicendo. Già numerosi studi confermano che, al contrario di ciò che viene sbandierato dalla propaganda, l”aspettativa di vita in salute sta diminuendo e anche piuttosto in fretta.

Insomma non è necessario un fine sociologo per capire che una platea sempre più numerosa di persone avanti con gli anni e acciaccate comporta costi sempre maggiori per pensioni, ospedali, medicine e servizi assistenziali, quindi viene da chiedersi se nessuno l”avesse previsto prima e come mai il problema esploda proprio adesso.

Difficile immaginare che nelle varie stanze dei bottoni siano stati colti di sorpresa, non lo dico perché abbia particolare fiducia nella loro bravura come manovratori, ma perché mi è fin troppo chiara la portata della loro avidità e mi pare strano che dettagli di tale portata siano sfuggiti ai loro calcoli. Diciamo piuttosto che finora questi vecchi son tornati utili fondamentalmente in due modi:

  1. quando ancora stavano bene erano provvidenziali sostituti di un sistema di welfare che in Paesi come l”Italia lascia da sempre a desiderare: hanno allevato nipoti per cui non c”erano nidi, né asili e offerto sostegno al reddito (anzi spesso l”unico reddito disponibile), casa e una sia pur sofferta stabilità a figli sempre meno giovani, ma mai sollevati dal problema della poca o nulla occupazione, grazie ai risparmi che nelle loro vite lavorative è stato ancora possibile accantonare. Se in vent”anni di precariato non siamo arrivati alla rivoluzione, anzi abbiamo sempre trangugiato tutto perché alla fin fine avevamo la pancia piena e un tetto sopra la testa, lo dobbiamo alla generazione precedente alla nostra;

  2. quando poi bene non stavano più, con la loro infermità alimentavano un colossale business fatto di esami, ricoveri in strutture di vario genere, farmaci e badanti. Business lecito e illecito, naturalmente: è semplicemente impossibile ricordare la quantità di scandali in materia di appalti ospedalieri, cliniche private, case di riposo e analoghe circostanze. L”unico vantaggio per il singolo consisteva nel fatto di non dover pagare direttamente la maggior parte di queste prestazioni, erogate dal sistema sanitario che ognuno (non proprio ognuno, lo so, ma ci arriviamo subito) aveva foraggiato pagando le tasse in decenni di lavoro e di pensione.

Ma ora le cose sono cambiate, lo abbiamo già visto. Ora infatti:

  1. tenere a galla Paesi come il nostro, che sarebbe già affondato da anni per i motivi sopra esposti, non serve più, anzi: serve manodopera economica e quanto mai ricattabile, perciò è opportuno che anche il welfare casalingo, l”unico efficace, venga sfilato di sotto il naso impoverendo anche i più anziani con pensioni da fame e tasse esose specie sulla casa. Saranno passati più di dieci anni da quando lessi la prima intervista in cui un Presidente di Confindustria si lamentava perché i giovani, potendo contare sull”appoggio dei genitori, si permettevano di rifiutare paghe da fame e trasferimenti coatti a centinaia di chilometri da casa, cosa sulla quale abbiamo peraltro sentito ironizzare il nostro nuovo Ministro dell”Interno non più di un paio di mesi fa: ora finalmente il loro sogno si avvera. Per chi si preoccupasse della rivolta, tranquilli: l”acquiescenza almeno qui mi sembra massima e comunque le forze dell”ordine dànno prova di essere pronte a un”efficace repressione, da mesi basta andare fuori città in auto per essere fermati “per un controllo”. Qualcosa vorrà pur dire;

  2. i risparmi drenati come si è detto saranno destinati al più nobile scopo di essere divorati a loro volta dalla speculazione finanziaria: non torneranno cioè a noi sotto forma di servizi, ma andranno difilato a rifocillare moloch come la BCE. Ecco perché l”evasione fiscale selvaggia che taglia le gambe all”Italia da tempo immemorabile e di cui finora non è mai importato nulla a chi avrebbe dovuto perseguirla è improvvisamente diventata un altro babau da stigmatizzare in ogni modo, finanche con patetici siparietti con cui veniamo bombardati ovunque;

  3. e con queste premesse si raggiunge un terzo, splendido risultato: che oltre a tasse sempre più salate e inique bisognerà pagarsi anche i servizi, che saranno progressivamente ridotti e che copriranno sempre meno esigenze. Indubbiamente la sanità sarà uno tra i primi a saltare, già ora qualche dirigente un po” più onesto ammette che semplicemente non ci sono risorse, materiali e umane, per offrire un trattamento decente a tutti e quindi quello che non sarà più coperto verrà messo sul mercato e, conseguentemente alla già esposta legge della captive demand, non costerà certamente poco.

betzakCosa accadrà a questo punto? Quello che è facile prevedere: chi potrà pagherà di tasca propria o andrà a farsi fare il by-pass in India e la liposuzione in Tunisia (posti dove tanta parte della popolazione non ha alcuna forma di assistenza sanitaria, ma dove le cliniche per occidentali spuntano come funghi, così come i villaggi vacanze forniti di tutti i comfort, ma circondati da povertà estrema) o almeno si procurerà un”assicurazione come avviene in Paesi molto più “civili” di noi tipo gli Stati Uniti; ma, a parte il fatto che come si sa è ben raro che queste coprano tutto, ci si chiede come sarà possibile, con lavori sempre più precari e mal retribuiti, ricavare dagli esigui stipendi anche il necessario a pagare il premio di queste nonché la rata della pensione integrativa, che già da parecchio tempo viene venduta (fraudolentemente) come la soluzione per una vecchiaia tranquilla.

Quelli che potranno permetterselo saranno sempre meno, se è vero che le generazione dopo la nostra, insomma da quella degli attuali trentenni a scendere, è la prima destinata a stare decisamente peggio di chi l”ha preceduta per tutta la propria vita lavorativa di adulti: di quando arriveranno alla terza età non parliamo nemmeno.

betzikPer tutti gli altri la prospettiva è semplice. Vivranno peggio, invecchieranno peggio, non potranno curarsi, né avere assistenza non potendo permettersi aiuti pagati come le badanti per mancanza di soldi ed eliminazione dei sussidi pubblici e avendo figli più poveri di loro e presumibilmente privi di diritti che servono allo scopo quali permessi familiari, aspettative, leggi 104 (Marchionne dice che di troppi diritti si muore, senza si sta anche peggio, ma non possiamo aspettarci che lui lo sappia) e quindi se ne andranno prima.

Al peggioramento della situazione socio-economico si accompagna una riduzione dell”aspettativa di vita, è un dato incontrovertibile: è successo per esempio nella Russia degli anni ”90, subito dopo il crollo del comunismo.

Ed ecco che il problema dell”eccessiva lunghezza della vita media sarà risolto e dimostrerà anche la sua vera natura, che è poi per esempio la stessa della democrazia rappresentativa: non quella di progresso ormai consolidato nella vita dei singoli, ma di passeggera illusione la cui permanenza è legata al mero interesse di alcuni.


Fonte: http://www.fabionews.info/View.php?id=13164.



 

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