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Report del seminario nazionale del Comitato No Debito

Report del seminario nazionale del Comitato No Debito
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11 Febbraio 2013 - 21.50


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squaldepidudi Comitato Nazionale No Debito.

Sabato 9 febbraio a Roma, si è tenuto il previsto incontro/seminario nazionale del Comitato No Debito dedicato all”approfondimento di alcuni punti di programma e all”avvio della strutturazione.

L”incontro è stato molto partecipato sia sul piano quantitativo che qualitativo. Ventisette interventi oltre la relazione introduttiva, una delegazione di lavoratori e lavoratrici dell”Irisbus, alcuni esponenti di Alba/Cambiare si può, hanno portato valore aggiunto alla discussione tra le forze già impegnate nel Comitato No Debito.

La relazione introduttiva di Giorgio Cremaschi ha aperto i lavori. La discussione è ruotata soprattutto intorno a tre questioni:

  1. la natura dell”Unione Europea e dei suoi trattati, la sua capacità di tenuta o meno nella crisi, la posizioni con cui entrare in campo contro il Fiscal Compact e i diktat nell”Eurozona
  2. Il rapporto tra No Debito e la fase elettorale
  3. Il lavoro e il radicamento territoriale dei Comitati No Debito, il carattere che dovrà assumere la strutturazione nazionale e locale del No Debito

Intorno a questi tre temi sono ruotati gli interventi.

Valutazioni diverse sulla tenuta o meno del progetto degli Stati Uniti d”Europa ma convergenza piena sulla non riformabilità dell”Unione Europea e dunque sulla necessità di una sua rottura – anche dell”area monetaria – come elemento progressivo sul piano sociale e democratico. La disdetta e non l”ammorbidimento del Fiscal Compact, la “rottura” dell”Unione Europea segnano uno degli obiettivi sui quali il Comitato No Debito sarà in campo nei prossimi mesi. Una rottura che non può che assumere i caratteri dell”internazionalismo e/o della dimensione sopranazionale, ma che non può più ritardare ad entrare nell”agenda politica del conflitto e delle ipotesi di cambiamento politico e sociale. Tra le proposte quella di un incontro di approfondimento sulla struttura produttiva europea e sulla composizione delle sue classi dominanti.


Più articolata, come prevedibile, la discussione sul rapporto tra l”esperienza del No Debito e la fase elettorale. Alcune forze sono impegnate direttamente in essa anche se in liste diverse, altre no. Per alcuni quella di una non partecipazione del No Debito alla competizione elettorale è stata una occasione perduta, per altri è stata invece una scelta salvifica. Nei prossimi giorni sono previsti degli incontri bilaterali con alcune delle forze impegnate nella competizione elettorale (RC, PCL, M5S) per un confronto di merito sugli obiettivi posti dal Comitato No Debito: ripudio del debito pubblico, disdetta del Fiscal Compact, nazionalizzazioni delle banche e delle imprese strategiche. Un confronto analogo verrà avviato anche con le soggettività che nei mesi scorsi hanno dato vita alle esperienze di Alba/Cambiare si può e che hanno partecipato all”incontro. Nella discussione non sono mancati stimoli e spunti di spessore sulla questione del rapporto tra movimenti di base e rappresentanza politica ed anche sul “blocco storico” che oggi sarebbe necessario ricostruire per delineare un”alternativa di sistema anticapitalista.

La strutturazione del Comitato No Debito sul piano sia nazionale che locale è ormai un passaggio ineludibile. Per un verso si indica il superamento della dimensione da intergruppi (che ha dimostrato però di poter anche funzionare) avuto fino ad ora verso una dimensione partecipata pienamente, dall”altro l”adesione a titolo individuale ai Comitati No Debito locali e nazionale conforma una dimensione autonoma e indipendente del Comitato che salvaguarda sia le soggettività organizzate sia la  costruzione di una esperienza unitaria e condivisa. Un passaggio per molti versi inevitabile e auspicabile.

Sul piano delle attività si segnala la campagna in corso contro i tagli della spending review, in particolare nella sanità. Il 15 febbraio il Comitato No Debito di Milano insieme a Medicina Democratica ha organizzato un importante convegno sulla sanità, anche alla luce della importante lotta del San Raffaele, contro la logica aziendalista e privatizzatrice dei servizi, vero e proprio aspetto speculare della schiavitù del debito. In Toscana il 16 febbraio il Comitato No Debito e il Comitato per il diritto alla salute hanno convocato una manifestazione sotto la Regione Toscana contro i tagli alla sanità. A Roma e Bologna sono partite iniziative di informazione davanti agli ospedali e a livello territoriale contro le chiusure e la riduzione delle prestazioni.

I lavoratori e le lavoratrici dell”Irisbus ed anche diversi interventi hanno sollecitato una presa d”iniziativa del Comitato No Debito sui temi del lavoro, indicando nel sostegno alle vertenze una funzione del Comitato sulla quale sperimentare un percorso che metta insieme specificità e generalizzazione del conflitto.

Tra le proposte sono emerse infatti quella di una Marcia del lavoro nel territorio milanese che metta insieme le resistenze e le vertenze delle diverse realtà lavorative; un”iniziativa ad Avellino a sostegno della lotta dell”Irisbus contro lo smantellamento della fabbrica; una iniziativa a Siena per la nazionalizzazione delle banche. La questione del lavoro evoca e rafforza uno dei punti di programma del No Debito: quella delle nazionalizzazioni di banche e imprese sulle quali ingaggiare nei prossimi mesi una battaglia a tutto campo nel paese.

Infine, non certo per importanza, nella seconda metà di marzo verrà proposto alle forze che hanno dato vita al No Monti Day e alle forze di opposizione al governo che emergerà dalle elezioni un incontro pubblico nazionale per decidere come affrontare il nuovo esecutivo ed eventualmente mettere in cantiere una prima mobilitazione unitaria.

Comitato Nazionale No Debito
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Fonte: http://www.nodebito.it/index.php/News/report-del-seminario-nazionale-del-comitato-no-debito.html.

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I punti prioritari del Comitato No Debito

  1. Non pagare il debito, colpire la speculazione finanziaria, nazionalizzare le banche
  2. Drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra
  3. Giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro
  4. I beni comuni per un nuovo modello di sviluppo
  5. Una rivoluzione per la democrazia

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