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Il punto di Giulietto Chiesa.
I “separatisti” di Scozia hanno perduto (ma l”hanno davvero perduto?) il referendum. Viva i vincitori, viva la democrazia occidentale, così pulita, senza nemmeno una goccia di sangue.
In Catalogna, invece, il referendum è stato vietato. Infatti, se venisse effettuato, la Catalogna se ne andrebbe dalla Spagna, come la Crimea se n”è andata – tirando un sospiro di sollievo – dall”Ucraina diventata nazista. Sarei per dire, di nuovo, viva la democrazia occidentale (anche se in Spagna non ha funzionato molto bene), se non fosse che, qui da noi, tutti applaudono freneticamente al pacifico referendum di Scozia, mentre esecrano, maledicono il referendum altrettanto pacifico di Crimea. Anche se, com”è noto, in Crimea non c”è stato un solo ferito e non si è sparato un colpo, neanche di fucile a pallini.
Cameron è bravo. Putin è cattivissimo, com”è noto. Allora, relativizzando, dirò soltanto così: paese che vai, referendum che trovi. Oppure – come in Catalogna – nessun referendum, sebbene la Spagna sia, a buon diritto, in piena democrazia occidentale.
Anche nel Donbass non c”è stato nessun referendum. O meglio, c”è stato, organizzato dalla minoranza russa, che voleva imitare la democrazia occidentale. Ma subito dopo sono arrivati i carri armati di Kiev. I russi di Ucraina chiedevano l”autonomia, o la federalizzazione, e per questo hanno ricevuto bombardamenti, anche mediante aerei, cannonate, massacri. Risultano ammazzati circa 3000 civili.
Certo, là ancora non è arrivata la civilizzazione occidentale. Ma c”è un piccolo problema da risolvere: noi, europei civilizzati, siamo dalla parte dei massacratori di Ucraina; di quelli che – con il pretesto di voler venire in Europa – hanno violato tutte le norme democratiche e antifasciste dell”Europa. Non vi pare che ci sia qualcosa che non funziona in tutti questi (s)ragionamenti?
Ma veniamo ora, di nuovo a Glasgow. Un dato è certo: la Gran Bretagna è divisa molto di più di quanto non dica questo risultato scozzese. Non parlo di brogli perché non ero là e non posso giudicare, sebbene qualche sospetto ci sia, e anche grosso. No, parlo degli sviluppi che questo referendum apre e non chiude. I “no” alla separazione sono stati ottenuti in cambio di sostanziali promesse di autonomia. Che adesso Cameron dovrà soddisfare in meno di un anno. Tasse, spesa, welfare passeranno nelle mani del parlamento scozzese? E, se non accadesse, cosa succederebbe? Ma, se accadesse, come reagiranno il Galles e l”Irlanda del Nord? Anche loro hanno i loro parlamenti. che potrebbero esigere le stesse prerogative. Si annuncia una disputa prolungata. Tanto più rilevante se si tiene conto della promessa di referendum per l”uscita della Gran Bretagna dall”Unione Europea (con la Scozia in maggioranza contraria).
Insomma la partita (anzi le partite) è ancora tutta da giocare. I “Sì” scozzesi piangono per la sconfitta. Ma bisogna consolarli. Avevano contro la City of London e tutto l”Occidente, e tutte le banche. Dunque il risultato ottenuto è un grande risultato. Potrebbero tentare la rivincita.
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Fonte: http://www.pandoratv.it/?p=1862.
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