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Netanyahu contro Ue, altre 1000 case in colonie

'Il premier d''Israele reagisce con rabbia alle nuove linee guida europee che escludono cooperazione con gli insediamenti israeliani costruiti illegalmente nei Territori '

Netanyahu contro Ue, altre 1000 case in colonie
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18 Luglio 2013 - 00.05


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da Nena News.



Gerusalemme, 17 luglio 2013, Nena Nena “Non accetteremo diktat esterni sui nostri confini”. E” furioso il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu
per le nuove linee guida europee che vietano ai 28 stati membri
finanziamenti, cooperazione o premi accademici a chi risieda negli
insediamenti colonici ebraici in Cisgiordania o a Gerusalemme est, ossia
nei territori arabi e palestinesi occupati da Israele nel 1967.

Proprio oggi le autorita” israeliane daranno il via libera alla
costruzione di altre 1.071 case nelle colonie di Galgal, Almog, Kfar
Adumim, Kochav Yaacov e Shilo.

“Come primo ministro d”Israele non lascero” che nessuno danneggi
centinaia di israeliani che vivono in Giudea e Samaria (il nome biblico
della Cisgiordania palestinese, ndr), sulle alture del Golan o a
Gerusalemme, nostra capitale unita”, ha detto Netanyahu. “La questione
dei confini verra” determinata solo attraverso negoziati diretti fra le
parti”, ha aggiunto.

Le linee guida, pubblicate il 30 giugno, entreranno in vigore venerdi”. Secondo fonti del ministero degli esteri israeliano, citate dal sito Ynetnews,
l”Unione Europea ha inviato una bozza delle linee guida a Israele solo
all”inizio della settimana scorsa, chiedendo una risposta entro cinque
giorni.

Tel Aviv continuerà a godere di rapporti privilegati con l”Ue ma
dovrà garantire che qualsiasi progetto di cooperazione – dall”istruzione
alla ricerca – riguardi solo il suo territorio e non le colonie.
Centrale anche il riferimento alle Alture siriane del Golan che Israele,
dopo averle occupate nel 1967, con un voto della Knesset, più di
trent”anni fa, ha annesso unilateralmente al suo territorio, assieme
alla zona araba di Gerusalemme.

«Lo scopo delle nuove
linee-guida è di fare una distinzione fra Israele e i Territori
occupati», ha spiegato David Kriss, portavoce della delegazione europea
in Israele. «Al momento attuale – ha aggiunto – le entità israeliane
beneficiano di sostegni finanziari e di cooperazione con l”Ue e queste
linee-guida sono state concepite allo scopo che ciò prosegua in futuro.
Al tempo stesso è stata espressa la preoccupazione che entità israeliane
nei Territori occupati possano beneficiare di sostegni europei».

Da qui la necessità di definire «limitazioni territoriali», esplicite
ed inequivocabili, che dovrebbero avere immediati riflessi anche
commerciali. Israele infatti esporta le merci delle colonie –
dall”agricoltura all”hi-tech – come se fossero prodotte nel suo
territorio e non nella terra occupata, strappata a palestinesi e siriani
46 anni fa con la forza delle armi. Secondo dati diffusi da alcuni
giornali nei mesi scorsi, l”Ue importa dalle colonie beni per circa 287
milioni di dollari l”anno.

Soddisfatti i palestinesi. Secondo Hanan Ashrawi, del
Comitato esecutivo dell”Olp, le dopo numerose dichiarazioni e condanne
«l”Unione europea è passata a decisioni politiche efficaci e a passi
concreti che costituiscono un cambiamento qualitativo». Cambiamento che,
a suo giudizio, avrà un impatto «positivi» per una possibile ripresa
del negoziato bilaterale. Come spesso accade, i palestinesi sotto troppo
ottimisti nei confronti della coerenza dell”Ue in Medio Oriente.

Fonte: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=81337&typeb=0&Netanyahu-contro-Ue-altre-1000-case-in-colonie.

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