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Ucraina, nuovo motivo di frizione globale

'Nella disattenzione quasi generale italiana, gli sviluppi della situazione in Ucraina non promettono niente di buono per l''Europa e il mondo. [Agostino C. Alciator]'

Ucraina, nuovo motivo di frizione globale
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19 Dicembre 2013 - 00.47


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di Agostino Chiesa Alciator.


Nella
disattenzione quasi generale italiana, gli sviluppi della
situazione in Ucraina non promettono niente di buono per l”Europa e
il mondo
. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov,
ha dichiarato che la reazione del presidente della Commissione
europea, José Manuel Barroso, alla sospensione dell”adesione
dell”Ucraina ad un accordo di libero scambio con l”Unione europea,
era semplicemente “isterica”.

D”altra parte, la discesa in campo del ministro
degli esteri tedesco Guido Westerwelle – ormai cessato
dall”incarico che aveva nel precedente governo Merkel – a fianco dei
manifestanti pro-Europa, è la prova che i veri interessati a un
accordo di libero scambio sono sopratutto i tedeschi.

Poiché anche loro sono maggiordomi degli USA,
pochi giorni dopo sono venuti a consolare e irretire ancora di più i
manifestanti il senatore John McCain e Chris Murphy,
repubblicani, che hanno ancora attizzato il fuoco della piazza,
dicendo che l”America non la abbandona.

I russi hanno replicato che tutte queste mosse
sono una pura ingerenza negli affari interni dell”Ucraina, e comunque
che le loro pressioni per una fase di arresto nel cammino verso un
accordo di libero scambio con la UE era una questione di negoziato
a tre
: UE, Ucraina, Russia.


L”Ucraina è troppo dipendente dalle relazioni
economiche, geopolitiche, strategiche
(Sebastopoli, base navale
russa nel Mar nero), per buttarsi nelle braccia dell”UE: come tutti
gli stati baltici, sarebbe una fase preliminare all”ingresso nella
NATO.

Il meno che si possa dire è che la diplomazia
dell”Unione europea, nel gestire l”apertura all”Ucraina non ha tenuto
conto delle ragioni storiche, geostrategiche e politiche così ben
delineate in
un recente e molto equilibrato articolo di Giulietto Chiesa
.


Nella peggiore delle ipotesi, è chiaro che il
signor Barroso stava per guadagnarsi sugli scudi la tanto sospirata
carica, dopo quella disastrosa di presidente della Commissione
europea, di segretario generale della NATO (praticamente, di
nomina degli Stati Uniti). Ma aveva fatto i conti senza l”oste e la
storia di cui è geograficamente portatrice la Russia.


In
un prossimo articolo spiegherò le ragioni del perché il presidente
ucraino abbia ora ottenuto a Mosca un credito complessivo di
15 miliardi di dollari nel quadro del comitato misto di
cooperazione con la Russia, nonché la partecipazione della Cina,
sancita una settimana fa nel corso di una sua visita a Pechino, alla
soluzione della situazione debitoria con quel Paese, circa 10
miliardi di dollari, nel quadro della locazione ai cinesi di milioni
di ettari di terre agricole.



*
Agostino Chiesa Alciator
è responsabile rapporti internazionali
di Alternativa.

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