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'Esaurite le carte ''lecite'', ora sarà guerra sporca?'

Gli USA si son già giocati le più potenti carte "lecite": attacco speculativo al rublo e compressione mostruosa del costo del petrolio tramite i sauditi. Ma ora?

'Esaurite le carte ''lecite'', ora sarà guerra sporca?'
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7 Dicembre 2014 - 13.46


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di Giuseppe Masala.



Il default della Russia è inevitabile?
No, è un “wishful thinking” dei corifei “liberali”.


I grandi giornali descrivono scenari
ipotetici in cui la Russia è destinata al fallimento grazie alle
sanzioni dell”Occidente (qualcuno profetizza già nel 2015,
nientepopodimeno).

Temo che questi signori stiano
confondendo la realtà con i (malcelati) desideri che si sono
sedimentati nelle loro teste e in quelle dei centri di potere da cui
dipendono.

Innanzitutto non calcolano che se il
debito estero russo è di 650 miliardi di dollari (che peraltro non
vanno certo a scadere interamente nel prossimo anno), le riserve
russe in valuta sono pari a 420 miliardi. Ovviamente è vero che può
verificarsi una fuga di capitali, ma è altrettanto vero che lo Stato
russo può imporre il blocco all”uscita di capitali verso l”estero.

Possiamo dire che le più potenti carte
“lecite” gli USA se le sono già giocate: attacco
speculativo al rublo e compressione mostruosa del prezzo del petrolio
grazie agli amici sauditi.

Fa sorridere a tale proposito come gli
amici liberali e i cantori della “mano invisibile” non abbiano nulla da
ridire sulla perturbazione dei meccanismi di mercato da parte degli
occidentali. Per i marxisti il “mercato” così come teorizzato
non esiste: è solo un costrutto ideologico che non ha riscontro
della realtà pratica. Chissà come mai così tanti cantori tacciono sulla violazione delle regole di “mercato” (sic)
e anzi malcelano il desiderio di vedere la Russia in ginocchio per
narrare (e magari beneficiare) della razzia delle sue risorse ad
opera dell”asfittico capitale occidentale (asfittico perché ormai
non riesce a trovare sbocco in azioni profittevoli al di là dei
mercati finanziari perennemente drogati dai tassi a zero delle banche
centrali e dalle manovre di Quantitative Easing).


Detto tutto questo, i nostri corifei non
considerano le contromosse russe: riconversione in oro dei proventi in dollari provenienti delle materie prime, riorientamenti dei flussi
di export verso nuovi mercati (Cina e Turchia e a breve Corea del Sud
e India), stipula di contratti di currency swap con i suoi
clienti per scavalcare il dollaro e infine eventuali risposte dirette
alle sanzioni occidentali con controsanzioni. Ad esempio abbiamo
appreso che Pepsi e Danone sono nell”occhio del ciclone per frodi
alimentari in Russia: fanno rispettivamente il 10% e il 7% del
fatturato in questa nazione; chiunque capisce che il blocco sarebbe
un colpo ferale per loro. 

Altre controsanzioni previste sono il
blocco della vendita di prodotti Apple se non rispetteranno le
normative russe in materia di privacy. Oppure ancora, la minaccia di
divieto di sorvolo dello spazio aereo russo delle compagnie aeree
occidentali che sarebbe un colpo mortale sulle redditizie rotte verso
Cina e Giappone.


Insomma, i margini di manovra “legali”
da parte occidentale si stiano restringendo. Ormai manca solo la
disconnessione dal sistema interbancario SWIFT. Ma sarebbe una mossa
disperata, al limite della dichiarazione di guerra, e comunque di
dubbia efficacia visto che russi e cinesi stanno preparando uno SWIFT
alternativo. Più passano i mesi e più questa assurda guerra
economica di razzia si ritorcerà contro l”Occidente, che potrà
rispondere solo con manovre non più commerciali e finanziarie ma di
guerra asimmetrica. La destabilizzazione di tutto il centro
dell”Eurasia potrebbe essere il prossimo scenario creato
dall”Occidente in preda al panico, se vedrà la sua strategia
“legale” fallire e ritorcersi contro.


Se l”Occidente risponderà con atti
criminali – come scagliare le sue bande di lanzichenecchi islamici
contro la Russia – si aprirà una partita pericolosissima. Farebbero
bene i corifei filoamericani a interrogarsi su questo. Prima che sia
tardi.

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