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Quel che Putin non ci sta dicendo

'La tempesta perfetta è su due fronti; guerra economica palese -sanzioni- e un attacco ombra rivolto al cuore dell''economia russa. Putin sa altre mosse [P. Escobar]'

Quel che Putin non ci sta dicendo
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19 Dicembre 2014 - 21.06


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di
Pepe Escobar
.

Anche
di fronte a ciò che in ogni aspetto si presenta come una tempesta
perfetta, il presidente Putin si è prodotto in una prestazione
estremamente misurata nel corso della sua conferenza stampa annuale e
nella maratona di botta e risposta.

La
tempesta perfetta si evolve su due fronti; una guerra economica
palese – come in un assedio tramite sanzioni – e un attacco ombra
concertato, sotto copertura, rivolto al cuore dell”economia russa.
L”obiettivo finale di Washington è chiaro: impoverire e snervare
l”avversario fino a costringerlo a piegarsi docilmente ai capricci
dell”«Impero del Caos».
E vantarsi di questo in tutti i modi fino alla “vittoria”.

Il
problema, però, è che succede che a Mosca abbiano decifrato in
maniera impeccabile il gioco: già in precedenza Putin, al Valdai
Club di ottobre, aveva ben inquadrato la dottrina Obama nei termini
che “i nostri partner occidentali” stanno lavorando
come praticanti della “teoria del caos controllato”.

Così
Putin ha nettamente compreso l”attacco-monstre tramite il caos
controllato di questa settimana. L”Impero ha un potere monetario
enorme; una grande influenza sul PIL mondiale da 85 miliardi di
dollari, e il potere bancario che sta dietro tutto ciò. Quindi
niente di più facile che usare questo potere attraverso i sistemi di
private banking che di fatto controllano le banche centrali
per incasinare il rublo. Pensate al sogno dell”«Impero
del Caos» di abbassare il
rublo del 99% o giù di lì – distruggendo in tal modo l”economia
russa. Quale modo migliore per imporre la disciplina imperiale alla
Russia?

L”opzione
“nucleare”

La
Russia vende petrolio in dollari USA all”Occidente. La Lukoil, per
esempio, avrebbe un deposito in dollari presso una banca americana
per il petrolio che vende. Se la Lukoil deve pagare i salari in rubli
in Russia, poi dovrà vendere i depositi in dollari USA e acquistare
in Russia un deposito in rubli per il suo conto in banca. Questo in
effetti sostiene il rublo. La questione è se Lukoil, Rosneft e
Gazprom stiano accumulando dollari all”estero – trattenendoli. La
risposta è no. E lo stesso vale per le altre imprese russe.

La
Russia non sta “perdendo i propri risparmi”, come
gongolano i grandi media commerciali occidentali. La Russia può
sempre richiedere alle società straniere di trasferirsi in Russia.
La Apple, per esempio, può aprire uno stabilimento di produzione in
Russia. I recenti accordi fra Russia e Cina includono l”industria
costruttiva cinese in Russia. Con un rublo deprezzato, la Russia è
in grado di obbligare una produzione manifatturiera che poteva essere
localizzata nella UE a localizzarsi in Russia; altrimenti queste
aziende perdono il mercato. Putin in qualche modo ha ammesso che la
Russia avrebbe dovuto pretendere questo molto prima. Il (positivo)
processo è ormai inevitabile.

E
poi c”è un”opzione “nucleare” – di cui Putin non ha
nemmeno bisogno di parlare. Se la Russia decide di imporre controlli
sui capitali e/o impone una “vacanza” sul rimborso
delle più grosse tranches del debito in scadenza nei primi mesi del
2015, il sistema finanziario europeo sarà bombardato – in pieno
stile “colpisci e sgomenta” (nell”originale: Shock and Awe,
NdT); dopo tutto, gran parte del finanziamento bancario e societario
russo è stato sottoscritto in Europa.

L”esposizione
alla Russia di per sé non è il problema; ciò che conta è il
collegamento alle banche europee. Come mi ha detto un banchiere
d”investimento americano, la Lehman Brothers, per esempio, ha portato
giù l”Europa così come New York City – basandosi sulle
interconnessioni. Eppure Lehman aveva sede a New York. È l”effetto
domino che conta.

Se
la Russia schierasse questa opzione finanziaria “nucleare”,
il sistema finanziario occidentale non sarebbe in grado di assorbire
uno shock dovuto all”insolvenza. E questo dimostrerebbe – una volta
per tutte – che gli speculatori di Wall Street hanno costruito un
“castello di carte” talmente fragile e corrotto che alla prima
vera tempesta si trasformerà in polvere.

È
appena a un colpo di distanza.

E
cosa succede se la Russia va in default, creando un monumentale
pasticcio per via dei 600 miliardi di dollari del debito del paese?
Questo scenario è possibile leggerlo quando vediamo i Padroni
dell”Universo dire a Janet Yellen e a Mario Draghi di creare crediti
nei sistemi bancari per evitare un “danno ingiusto”:
come nel 2008.

Ma
poi la Russia decide di tagliare il gas naturale e il petrolio
all”Occidente (mentre mantiene il flusso verso l”Oriente). I servizi
russi possono causare il caos non-stop nelle stazioni di pompaggio
dal Maghreb al Medio Oriente. La Russia può bloccare tutto il
petrolio e il gas naturale pompato nei paesi “-stan” dell”Asia
centrale . Il risultato: il più grande crollo finanziario della
storia. E la fine della panacea eccezionalista dell”«Impero
del Caos».

Naturalmente
questo è uno scenario apocalittico. Ma non provocare l”orso, perché
l”orso potrebbe realizzarlo in un attimo.

Putin
in occasione della sua conferenza stampa era così freddo, calmo,
raccolto – e desideroso di approfondire i dettagli – perché sa che
Mosca è in grado di muoversi in totale autonomia. Questa è –
ovviamente – una guerra asimmetrica: contro un impero fatiscente e
pericoloso. Che cosa stanno pensando quei nani intellettuali che
sciamano intorno all” amministrazione dell”anatra zoppa Obama? Che
possano vendere all”opinione pubblica americana – e mondiale – l”idea
che Washington (i barboncini europei, in realtà) saprà affrontare
una guerra nucleare, nel teatro europeo, in nome dello Stato fallito
Ucraina?

Questo
è un gioco di scacchi. Il raid contro il rublo doveva essere uno
scacco matto. Non lo è. Non quando viene schierato da giocatori
dilettanti di Scarabeo. E non dimenticate il partenariato strategico
Russia-Cina. La tempesta può essere in diminuzione, ma la partita
continua.

Le
dichiarazioni, opinioni e pareri espressi in questa rubrica sono
esclusivamente quelle dell”autore e non riflettono necessariamente
quelle di RT.

Traduzione per Megachip a cura di Pino
Cabras.

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