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I convitati fantasma al tavolo di Kiev

'Uniche decisioni operative: sul cessate il fuoco. La riforma federalista dell''Ucraina: ha troppi nemici pure a Washington, dove si decide su guerra e TTIP [Piotr]'

I convitati fantasma al tavolo di Kiev
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13 Febbraio 2015 - 21.32


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di Piotr.

Giulietto Chiesa ha
ben sintetizzato le difficoltà
relative agli accordi
di Minsk 2
, riguardo alle quali devo aggiungere solo poche
cose.

Innanzitutto, le uniche decisioni
operative
riguardano il cessate il fuoco da far entrare in
vigore in data 15 febbraio, e il ritiro delle armi pesanti dalla
linea del fronte.

Il cessate il fuoco potrebbe esserci.
La junta ne ha un bisogno disperato. Per le forze ucraine gli
ultimi mesi di guerra si sono ridotti a due cose: sconfitte sul campo
(solo negli ultimi giorni 25 giorni 2.300 morti) e bombardamenti
terroristici sulle città liberate dalla NAF, le forze armate della
Novorussia.

Da questo punto di vista il cessate il
fuoco sarebbe uno 0-0 o un 1-1 (mi si perdoni questo
triste conteggio sportivo per cose così tragiche).

Il secondo punto è tutto da vedere,
per un motivo preciso: le armi pesanti sono in gran parte appannaggio
della UAF, le forze armate ucraine, mentre la NAF ne ha poche e
soprattutto non le può usare contro le città e le aree che intende
liberare. Quindi l’applicazione del secondo punto è nettamente uno
1-0 a favore dei “ribelli”. Non solo, molto verosimilmente
la tenuta del cessate il fuoco dipenderà dall’applicazione del
secondo punto. E la non tenuta del cessate il fuoco potrebbe
significare la carneficina degli 8.000 soldati ucraini assediati a
Debaltsevo. Un disastro per
Kiev, per la Nato, per gli Usa e per la UE.

Quindi,
se solo si ragiona un poco si vede come questi due punti siano
connessi.

Ma
l
’applicazione di entrambi i due punti sarebbe, strana
matematica, un 2-0 per i “ribelli”, perché la sacca di
Debaltsevo cadrebbe nelle mani
della NAF senza colpo ferire e verrebbe allontanata dalle aeree
liberate l’unica vera minaccia, cioè il bombardamento sui civili.
E sarebbe anche un
3-0,
perché non credo che durante l’evacuazione degli 8.000 soldati
ucraini disarmati non ci sarebbe un controllo, e se c’è un
controllo gli eventuali “
foreign fighter”
Nato salterebbero fuori, così che la dimostrazione di un’ingerenza
militare della Nato oscurerebbe le accuse isteriche e
mai
dimostrate di “invasione” della Russia (possibile che in un’area
spiata da mille occhi elettronici sfugga la presenza di 100.000
soldati russi Рperch̩ il totale di tutte le denunce di
infiltrazione assomma a quella cifra? Ma anche solo di 10.000, visto
che la prima cifra è del tutto idiota).

La
junta
di Kiev è così istericamente in confusione che la Rada sta
discutendo una
proposta
di legge
per far
diventare
un
crimine la negazione dell’aggressione russa
.
Non solo, credo che abbia già proclamato la legge marziale, o quanto
meno la legittimità di fucilare i disertori.

Non
è assolutamente chiaro che ne sarebbe dei
battaglioni
dei
nazisti
,
che la NAF non considera dei soldati ma dei criminali.

Ad
ogni modo, dopo questo punteggio è ben difficile che la NAF accetti
di ripiegare sulle pericolose posizioni del Minsk 1, a meno di una
super-garanzia internazionale che oggi non è in vista.

E
molte altre cose degli accordi non sono in vista. Per prima cosa
non
c’è in vista la “riforma costituzionale”
(in
senso
federalista).

E
se si guardano le sezioni dell’accordo si noterà benissimo che
questa riforma è
precondizione diretta o indiretta dei punti salienti del resto
dell’impianto di Minsk 2
.

Qui
iniziano i ragionamenti più direttamente politici. Una riforma della
costituzione ucraina non la possono decidere a Minsk, la Germania, la
Francia, la Russia e

Poroshenko. Ci mancherebbe altro. Tanto è vero che la Russia si è
ben guardata dal dire in che cosa deve consistere questa riforma
costituzionale. La Russia lascia agli Usa il controsenso imperiale di
invitare alla negoziazione due parti terze dettando loro quale deve
essere necessariamente l’esito delle
loro
negoziazioni (tipo “Assad deve andarsene”).

La
riforma costituzionale ucraina la devono discutere i rappresentanti
della Novorussia

e del
governo
e del
Parlamento
ucraini
. Detto
questo, che è il minimo della decenza non imperiale, ammettiamo che
i Novorussi e anche Poroshenko la vogliano. Come si comporterà una
Rada istericamente russofoba e i cui unici elementi attivi sono
nazisti e ultrà nazionalisti? In parte possiamo già dirlo, visto che Dmitry Yarosh, capo di Settore Destro, ha già dichiarato che non riconosce gli accordi Minsk2 (forse ha capito che stavolta sotto c’è dell’altro)Forse non ci si rende conto che
l’Ucraina è
politicamente e socialmente balcanizzata
,
dove ogni oligarca ha le sue
squadracce
e le sue
milizie
che vanno dal nazista al semi-nazista, così come molti uomini
politici. Che diavolo di riforma costituzionale si può discutere in
una situazione simile?

Prima
dovrebbe essere normalizzata
.
Ma per normalizzarla occorre:

a)
Che gli Usa non inviino armi alla
junta,
che equivarrebbe automaticamente a riprendere la guerra e
ringalluzzire le milizie neonaziste.

b)
Che le milizie siano disciolte.

c)
Che di fatto i partiti nazisti siano resi impotenti, perché una
riforma costituzionale federalista non può prescindere da garanzie
costituzionali sulla messa al bando dei nazisti, come successe da noi
dopo la Resistenza.

Si
vede allora bene che
una
riforma costituzionale federalista e antifascista equivarrebbe alla
sconfitta dei piani statunitensi
.
Forse così si capisce perché Vladimir Putin sembrasse preoccupato
ma anche soddisfatto.

Ora
la palla passa agli
Europei,
gli unici che possano far
pressioni
sia sugli Usa sia sull’Ucraina
.

Più
ci rifletto e più mi convinco che la partita sarà giocata tra
Europa e Stati Uniti.

Intanto
gli
Usa
dovranno far vedere al resto del mondo e soprattutto all’Europa che
le crisi europee
non se le possono risolvere gli Europei ma le possono risolvere solo
loro
. È una
questione di prestigio imperiale e serve a evitare dei precedenti.
Come in Jugoslavia, la crisi la può innescare l’Europa (perché
serva o perché sciocca), ma la deve risolvere l’America, vuoi
guidando i bombardamenti di Belgrado, prima città europea bombardata
dalla fine dell’ultima guerra mondiale, vuoi impiantando nel
Kosovo
la più grande base militare statunitense del mondo e facendo
diventare quello staterello nato a viva forza imperiale il maggior
crocevia europeo di traffici di droga, armi e organi umani.

Cosa
significa ciò? Che gli Usa facendo leva sui suoi alleati
nazi-ucraini
boicotteranno
gli accordi?
E se li boicotteranno, lo faranno per iniziare la famigerata
escalation
militare? Questa non è propriamente la “strategia
del cane pazzo
” di cui parlavo, ma la mia ipotesi non escludeva
che negli Usa ci siano dei veri pazzi. O più precisamente
persone
spaventate a morte dalle prossime conflagrazioni della crisi
sistemica
, prive
di strategia alternativa o terrorizzate da cosa significhi una
strategia alternativa (a occhio e croce un’America ridotta a
nazione simile alle altre, anche se più grande, e di conseguenza la
necessità di riforme sociali ed economiche radicali) e che vedono
quindi la
guerra
come unica soluzione
.
Chiamiamola
“alternativa
Clinton”
, per
comodità.

Oppure
gli Usa lasceranno che gli Europei facciano le necessarie pressioni
sull’Ucraina, con le buone e le cattive, così da obbligarli a
sedersi seriamente di fronte ai rappresentanti della Novorussia?
Obiettivo che richiede un processo di negoziazioni preliminari,
ognuna delle quali ha la possibilità di essere disturbata.

Ma
cosa vorranno in cambio gli Usa?
L’unica
alternativa alla guerra

dal punto di vista imperiale, non dell’Europa
o del resto del mondo

è
cementare
al più presto possibile quel
blocco
finanziario, economico e militare

di cui si parlava ne “La
strategia del cane pazzo
” e di cui il TTIP è un tassello
importante. Questa la chiamiamo
“alternativa
Obama”
, sempre
per schematizzare, anceh se le cose sono più intricate. Si
muoveranno in tal senso?

Vedremo.
Quel che è certo è che la situazione rimane tuttora pericolosissima
e delicatissima.

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