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Kiev attacca Donetsk. Fine del cessate il fuoco

È in corso la più grande rottura della tregua in Ucraina. Kiev attacca settori del Donbass, specie la città chiave di Donetsk. Lo scenario non è una sorpresa. Ecco perché...

Kiev attacca Donetsk. Fine del cessate il fuoco
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10 Aprile 2015 - 09.54


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È in corso la più grande rottura del
cessate il fuoco in Ucraina. Le artiglierie di Kiev attaccano settori del
Donbass, in particolare la città chiave di Donetsk. Lo scenario non è una
sorpresa, ed è stato previsto qualche settimana fa in
un
articolo molto ragionato di Stefano Orsi su Sakeritalia.it
,
che riproponiamo all’attenzione dei lettori.

Seguiranno alcune note di
aggiornamento che lo stesso Orsi ha postato sul suo profilo Facebook nelle ore
del nuovo attacco.



La campagna di primavera
di Kiev


di
Stefano Orsi
.


Nei mesi scorsi, analizzando le
operazioni condotte dall’esercito ucraino durante le tre campagne fin ora
condotte nel sud est (primavera 2014, estate 2014, inverno 2014 – 2015), ho
notato che non hanno quasi mai tentato manovre di veloce affondo dietro alle
linee nemiche. Di solito le loro avanzate sono state caratterizzate da cauti
progressi, preceduti da un prolungato quanto dispersivo fuoco di artiglieria e
con i pianificatori sempre molto attenti a saggiare la resistenza opposta dalle
milizia prima di procedere con l’avanzata. In questo modo si minimizzano le
perdite, ma soprattutto i profitti. Al contrario, le milizie hanno lanciato due
fulminee offensive (fine agosto e febbraio) puntando a neutralizzare i nemici
con rapide avanzate volte a chiudere grosse unità governative in “sacche” e
quindi ad esaurirne le forze, costringendole, a seconda dei casi, alla resa o a
una precipitosa fuga. Questi scenari si sono ripetuti in diverse situazioni.
Sono rimaste così intrappolate le unità schierate intorno a Lugansk, quelle che
si erano portate a ridosso del confine russo (in questo caso molti soldati di
Kiev hanno trovato scampo passando in Russia e abbandonando tutto il loro
materiale bellico) e a Ylovaisk, dove le truppe punitive di Kiev, giunte
spavaldamente e certe della loro superiorità numerica e di materiali,
circondate, furono massacrate e poche fecero ritorno.

A febbraio il confronto fra le parti
è stato più equilibrato. E tuttavia la mossa decisiva della compagnia
invernale, la puntata Novorussa su Uglegorsk ed il conseguente collasso delle
difese di Debalzevo, hanno visto ancora i novorussi avanzare velocemente con
una manovra avvolgente che ha preso di sorpresa il nemico, che si aspettava di
ricevere il colpo più a Nord, verso Svetlodarsk e Popasnaja.

Questo il passato.

Cosa potrebbe cambiare in questa
nuova offensiva che si sta preparando sul lato ucraino del fronte? Di nuovo c’è
un fattore estremamente importante: gli “istruttori” statunitensi, che secondo
le mie stime ammontano oggi ad almeno 2000 uomini (si tratta di truppe scelte)
a cui devono aggiungersi gli inglesi e certamente numerosi polacchi. Che ruolo
avranno tutti questi soldati NATO? Si tratta di consiglieri e unità sotto
copertura, che agiranno non solo come istruttori, ma anche come comandanti
operativi sul campo, influendo in modo decisivo anche sulla pianificazione,
dando un supporto determinante nella elaborazione dei piani d’attacco.

Da questo cilindro potrebbero uscire
le sorprese più dolose per i novorussi: come operazioni per l’eliminazione dei
comandanti nemici (questo potrebbe spiegare l’incidente a Mozgovoj, mentre più
ambigua pare la dinamica dell’inconveniente occorso al comandante Givi), attività
di disinformazione, necessaria a confondere il nemico sulle direttrici di
attacco per fiaccare la capacità di reazione del difensore nelle fasi iniziali
dei combattimenti.

Queste operazioni preliminari
potrebbero essere seguite dall’offensiva vera e propria, che, nella mia
ipotesi, assumerebbe una caratteristica molto diversa da quella passata. I
pianificatori NATO potrebbero ispirarsi alle operazioni condotte in Iraq, dove
le unità corazzate degli alleati “volenterosi” hanno fatto valere la propria
mobilità di fronte a uno schieramento, come quello iracheno, con scarse
capacità di manovra.

In realtà l’ambiente operativo del
sud est non è il deserto, costellato com’è di insediamenti abitati e
infrastrutture. Inoltre in Ucraina le unità governative non possono fare valere
una superiorità aerea, visto che forze aeree di Kiev sono ormai ridotte al
lumicino. L’unico elemento su cui i “consulenti” del Pentagono possono contare
è quindi la velocità, unica variante che potrebbe fare la differenza sul campo
(assieme ad un utilizzo oculato e massiccio dell’artiglieria).

Un fuoco concentrato portato da una
potente batteria in un settore ristretto per breve tempo permetterebbe di
ammorbidire le difese novorusse senza pregiudizio per il fattore sorpresa,
consentendo sfondamenti limitati in diversi punti critici.

Dove potrebbe essere lanciata questa
offensiva? C’è un solo punto vitale molto vicino al fronte; sufficientemente
vicino da permettere la riuscita di un attacco fulmineo. Un obiettivo il cui
raggiungimento assegnerebbe a Kiev il punto ed il match: la città di Donetsk.

Con la caduta della capitale della
maggiore entità statale novorussa, Kiev e i suoi padrini americani
assesterebbero un colpo mortale alle milizie del Donbass, che difficilmente
potrebbero resistere a lungo dopo avere ricevuto un colpo simile. E’ probabile
che la direzione della Repubblica di Donetsk stia prevedendo uno sviluppo
simile e stia predisponendo contromisure difensive adeguate (nei limiti dei
mezzi disponibili), ma la capacità di pianificazione americana e inglese in
queste operazioni è sicuramente eccellente e non da sottovalutare, in quanto
più volte gli eserciti atlantici hanno avuto modo di metterla in campo e, fino
ad oggi, con successo.



Quali potrebbero essere le
direttrici di una simile avanzata?

Probabilmente i pianificatori
sceglierebbero di aggirare le periferie esterne, sfruttando magari il
favore della notte e seguendo la conformazione stessa della città.

Da sud potrebbero decidere di
aggirare l’abitato e puntare verso il quartiere Leninskij e le arterie stradali
ad est.

A nord ovest l’offensiva potrebbe
aprirsi la strada fra i quartieri Kirovsky e Kuibyshivskyi, una operazione già
tentata all’inizio della campagna invernale ed allora fallita solo per un
miracolo di valore militare dei difensori, non senza molte e pesanti perdite.
In questo modo i governativi potrebbero aggirare da nord l’aeroporto e
incunearsi attraverso il corridoio che corre tra il quartiere di Spartak e le
arterie stradali che collegano la capitale con Gorlovka. Portata a termine
questa manovra avvolgente, convergendo verso il centro città contemporaneamente
e da più direttive, potrebbero occupare in breve tempo importanti e vitali
settori dell’abitato, impedendo alle difese un efficace fuoco di sbarramento,
che colpirebbe zone densamente abitate, pericolo che non esiste per gli Ucraini
che dall’inizio delle operazioni affrontano il rischio di colpire zone
residenziali con apparente noncuranza.

Cosa ci lascia supporre che
l’offensiva della primavera 2015 potrebbe avere queste caratteristiche? In
primo luogo il gran numero di Hummer
blindati consegnati in questi giorni per via aerea negli aeroporti di
Dnepopetrovsk e negli altri scali a ridosso della zona di operazioni utilizzati
per le consegne NATO, assieme a numerosi altri armamenti letali. Solo a
Dnepropetrovsk hanno scaricato 4 aerei cargo militari americani ogni giorno e
pare che la stessa cosa avvenga a Karkov e negli altri aeroporti.

Secondo fattore: non disponendo di
aviazione, è proprio la mobilità a rappresentare l’unica possibile risorsa
nella strategia ucraina: le difficoltà di manovra e coordinamento mostrate in
passato potrebbero essere compensate dalla presenza sul campo degli uomini
della NATO , nella veste di “addestratori”.

Se una simile azione avesse
successo, gli sviluppi sarebbero facilmente favorevoli ai governativi. Presi
diversi quartieri di Donetsk gli uomini di Kiev lancerebbero attacchi su altri
fronti per impedire ai difensori di far affluire rinforzi nel settore
principale. Questa necessità di diversivi spiega bene le imponenti
concentrazioni di brigate ucraine a Mariupol, Volnovaka, e sul fronte a nord di
Lugansk, stranamente attivo in questi ultimi giorni. Divise in tronconi, e
con la capitale circondata, le difese novorusse potrebbero essere costrette
alla capitolazione, anche per scongiurare una sicura strage di civili, qualora
il conflitto si spostasse all’interno della città. In breve, a mio giudizio, il
comando ucraino con la supervisione statunitense potrebbe puntare ad una soluzione
tanto veloce da impedire sia una efficace risposta novorussa che un intervento
utile da parte russa.

Ci sono anche delle incognite.
Contro questa ipotesi giocherebbe, infatti, la pessima propensione all’attacco
in profondità manifestata finora dai soldati di Kiev, la scarsa disponibilità
di mezzi adeguati e l’inesperienza dei coscritti. Ma l’esercito ucraino sta
facendo il possibile e l’impossibile per rimediare alla propria disastrosa
impreparazione. Al termine dell’ultima fase operativa le milizie novorusse in
avanzata si sono scontrate con reparti governativi meglio addestrati, che hanno
fatto pesare il vantaggio difensivo e la superiorità di potenza di fuoco.
Questo è accaduto di sicuro a Popasnaja e a Kirov, segno che un migliore
addestramento ha instillato anche maggiore fiducia nei propri mezzi a questi
soldati, e questo è un fattore da non sottovalutare.

L’iniziativa è sempre stata la
chiave di volta, non solo nelle singole battaglie, ma anche nelle guerre: la
perdita dell’iniziativa strategica ha avuto un alto costo per i novorussi nello
scorso luglio – agosto, e al tempo i volontari di Donetsk e Lugansk erano alle
prese con reparti molto male coordinati. Se la stessa cosa dovesse ripetersi
ora, gli effetti potrebbero essere devastanti.

Ritengo ormai prossima la ripresa
delle ostilità e temo che le battaglie che vedremo nelle prossime settimane (o
mesi) saranno decisive per l’intero conflitto. Ovviamente spero di sbagliarmi,
ma non possiamo nasconderci che il verificarsi di alcuni scenari potrebbe
causare un allargamento esponenziale del conflitto. Sono estremamente gravi, in
tal senso, le iniziative di Kiev nei confronti della Transnistria. Queste
iniziative vengono condotte di concerto con la vicina Romania, Paese NATO che
ospita numerose basi militari, navali, radar  e missili e sistemi ABM
dislocati su unità navali.

Il rischio è veramente grande,
vedremo quanto saranno stati bravi i rispettivi “istruttori” nel programmare
mosse e contromosse nello scacchiere di Novorussia.



AGGIORNAMENTI
VIA FACEBOOK DEL 10 APRILE 2015


h 01:20

Dal
Donbass – Sarebbero decine i carri armati ucraini avvistati in direzione
dell”aeroporto, in movimento da Pesky e da Adveevka, convergerebbero
sull”aeroporto. La notizia è confermata da diverse agenzie che stanno
riportando gli aggiornamenti in tempo reale.

L”attacco
sembra seguire tre direttrici principali:

1-Tra
Adveevka e Spartak a nord di Donetsk, puntando sulle vie di comunicazione e la
periferia nord della città.

2-
Aeroporto e quartieri limitrofi.

3-
da Marinka verso il lato sud della città.


IL SERVIZIO DI ‘ROSSIA 24’:



h 02:30

I
combattimenti in Shirokino sono descritti come pesanti e serrati.

Con
la copertura dell”artiglieria , dei mortai e dei missili grad, l”esercito di
Kiev ha dato l”assalto con molti carri armati alle posizioni difensive delle
milizie della DNR. Dai primi rapporti giunti, non confermati, i difensori
avrebbero finora inflitto pesanti perdite alle truppe di Kiev.

Anche
Yasinovataya è stata poco dopo attaccata.

Anche
ad ovest del quartiere Petrovsky sono stati uditi pesanti scontri a fuoco anche
con armi di grosso calibro.

A
Dokuchaevsk gli abitanti si sono rifugiati nelle cantine, di fronte alle
posizioni delle truppe in loro difesa ci sarebbero circa 8000 occupanti
dell”esercito di Kiev pronti ad assaltarli. La paura dei cittadini è che le
truppe di Kiev sfondino le difese e una volta occupata la città li massacrino
come accaduto in altri centri.

Nella
giornata di ieri , in Ucraina si erano intensificate le notizie della
propaganda di Kiev, secondo cui le truppe ucraine dovevano difendersi dagli
attacchi e dai bombardamenti dei miliziani. La stessa OSCE ha certificato ben
altra situazione.

Ad
ora non sono segnalati sfondamenti di fronte da parte delle forze armate
guidate da Kiev.


h 11:00

Tutti
gli attacchi, compresi quelli continuati nel cuore della mattinata, sono stati
fermati. Nessuno sfondamento delle linee di difesa di donetsk. Anche a
Shirokino, sul mare d’Azov, le forze locali hanno resistito ai bombardamenti e
agli attacchi da terra.

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