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Russia: il Partito Popolare Europeo dichiara guerra a Putin

Leggo e rileggo, sbalordito, quello che è accaduto il 21 aprile dentro il Parlamento Europeo. Infine decido di non ‘lasciar correre’. [Giulietto Chiesa]

Russia: il Partito Popolare Europeo dichiara guerra a Putin
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30 Aprile 2015 - 07.05


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di Giulietto Chiesa.


Leggo e rileggo, sbalordito, quello che è accaduto il 21 aprile dentro il Parlamento Europeo. Infine decido di non ‘lasciar correre’. Il mondo è pieno di dementi inconsapevoli
e non si può inseguirli tutti. Ma c’è una differenza tra i dementi che
non hanno alcun potere, e invece quelli che di potere ne hanno molto,
anzi troppo. E’ questo il caso. Il Partito Popolare Europeo
(il più numeroso là dentro) si è riunito, pubblicamente,
dimostrativamente, per illustrare la propria politica estera. Una
riunione di partito, certo, ma se si tiene conto che si tratta del più
grande partito nel parlamento europeo, non si può prendere alla leggera
ciò che dice e proclama.


Anticipo e preciso il mio giudizio: difficile trovare nella mia memoria qualcosa di simile, una tale quantità di grida isteriche, di insensatezze, di vere e proprie, plateali falsificazioni
dei fatti. Questi signori – e ci deve preoccupare – manifestano
palesemente un’assoluta incapacità di misurare le cose con un metro
qualsiasi. Che non sia quello dell’invenzione occasionale. Come quella
della Russia che aggredisce (quando è palese che la
Russia, da quando esiste dopo la fine dell’Urss, cioè dal 1991, non ha
conquistato, o tentato di conquistare un solo centimetro quadrato di
territorio).

Ovvio che, in preda all’isteria e alla totale malafede, costoro non
possano prendere alcuna decisione ragionevole. Infatti non lo fanno.
Della qual cosa non possiamo non essere preoccupati: per la loro salute mentale, e per la nostra incolumità personale e collettiva.


La sintesi emersa da quella canea è questo: “L’Unione Europea deve dire alla Russia che noi siamo pronti alla guerra“. La parte del leone l’ha svolta Roland Freudenstein, vice-direttore e capo della ricerca del Centro Maertens, il think tank del Ppe. Costui è autore, tra l’altro, di un libro significativamente intitolato ‘La rinascita dell’Occidente’,
con la statua della libertà in copertina. E’ lui, in persona, che ha
minacciato di guerra la Russia. Un altro dei più noti ‘falchi’ del Ppe,
il polacco (e poteva essere altrimenti?) Jacek Saryusz-Wolski
(che già presiedeva ai miei tempi la Commisione Esteri del Pe), ha
commentato entusiasta che non sarebbe stato più necessario un suo
intervento data la presenza di molti altri falchi nell’assemblea. Ma poi
si è fatto tentare e la parola l’ha presa. “Il modo migliore – ha detto
– per influenzare la società russa (tutta intera, il nostro Jacek non
si risparmia, ndt) è quello di farle capire che la situazione è cambiata
nell’area post-sovietica. Se noi oggi vinciamo in Ucraina, in futuro vinceremo con la Russia. Se noi perdiamo in Ucraina, allora Putin avrà vinto”.


Con la qual cosa tutto è chiaro: Jacek e la Polonia tutta stanno già combattendo in Ucraina. E combattono non per l’Ucraina, ma contro la Russia. â€œDel
resto – ha aggiunto – il tempo della discussione e della persuasione è
finito. Ora è il tempo di una politica dura, realistica, che si
concentri sulla difesa e sulla sicurezza“.


Il messaggio non potrebbe essere più chiaro e resta solo da misurare
la risposta che i russi – i quali, a quanto pare, sono restii a
‘comprendere’ – daranno a queste minacce sempre più esplicite nei loro
confronti. Solo che Saryusz-Wolski ha aggiunto una minaccia, per così
dire complementare, anche agli europei del sud. In tema
di immigrazioni e tragedie mediterranee. In sintesi: volete che noi
europei del nord vi aiutiamo? Bene, tenete presente che lo faremo solo
ed esclusivamente se voi ‘riconoscerete le minacce esterne
che gravano su questa parte’. Insomma la Russia ci minaccia e voi
pretendete che mandiamo le nostre navi nel Mediterraneo? La solidarietà
europea è dunque subordinata alla nostra entrata in guerra per
fronteggiare una minaccia che i polacchi e i baltici si sono inventata
per loro (delle elites) uso e consumo.


Prima di lui il già citato Freudenstein (Frankenstein?) aveva già
terminato il quadretto nel modo seguente: “Il conflitto con la Russia
sarà terminato” (si sente già in guerra, con ogni evidenza, ndr) solo
quando Vladimir Putin “lascerà il Cremlino, non importa come”.
Da notare l’eleganza dell’avvertimento: te ne devi andare, l’abbiamo
deciso noi. Puoi andartene stando in piedi, aprendo la porta e
congedandoti educatamente, oppure ti faremo uscire come stabiliremo noi,
magari con i piedi in avanti. Come disse Hillary Clinton, forse futura ‘presidenta’ americana, “veni, vidi, morì“, seguito da una macabra risata (riferimento, non involontario, a Muhammar Gheddafi). Chiunque capisce che, dopo queste parole, c’è solo la guerra.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/29/russia-il-partito-popolare-europeo-dichiara-guerra-a-putin/1634472/.



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