'L''Italia in Libia: stesse linee di frattura della II guerra mondiale' | Megachip
Top

'L''Italia in Libia: stesse linee di frattura della II guerra mondiale'

'Mentre l''opinione pubblica discute di temi etici legati ai diritti civili, al Quirinale il Consiglio Supremo di Difesa ha deliberato l''intervento militare italiano in Libia'

'L''Italia in Libia: stesse linee di frattura della II guerra mondiale'
Preroll

Redazione Modifica articolo

1 Marzo 2016 - 23.39


ATF

di Giuseppe Masala.

E
mentre l”opinione pubblica italiana discute di temi etici e legati ai diritti
civili, al Quirinale si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa che ha deliberato l”intervento militare italiano in Libia anche con truppe di terra.

Nel
frattempo gli inglesi hanno deciso di trasferire truppe in Tunisia, mentre in Libia
già operano truppe speciali
americane, francesi, inglesi, italiane e – si dice – russe.

Ormai
quell”arco di crisi teorizzato più
di venti anni fa da Zbigniew Brezinski nel suo saggio “La grande scacchieraassomiglia sempre di più ai fronti di guerra della seconda guerra
mondiale:
la linea di faglia
parrebbe esattamente la stessa o comunque molto simile: dalle rive del Don, al Mar Nero e al Mar Egeo,
alla Siria, allo Yemen e ora ai deserti delle
Tripolitania e della Cirenaica dove delle novelle Afrika Korps delle potenze si scontreranno probabilmente sotto la
copertura e la mascheratura delle varie Al-Qa”ida e di fantomatici Califfati.

L”unica differenza che noto è l”utilizzo della distorsione dell”informazione e della disinformazione vera e propria allo
scopo di non far vedere alle opinioni pubbliche europee le parti in causa dello
scontro. Ormai si sta passando dalla famosa terza guerra mondiale a rate ad una
vera terza guerra mondiale dove siamo noi che la vediamo a rate (e non
capiamo manco chi e perché combatte) grazie agli strumenti disinformativi.

Ci
aspettano tempi cupi, dove tra l”altro lo
sforzo bellico sarà mascherato da “austerità”
e dove – al solito
– saremo convinti di andare in Libia a portare la pace.

Aveva
ragione il buon Andreotti (cosa mi
tocca dire), quando si oppose alla missione di “pace” in Libano: «Le
missioni di pace le fanno i missionari, i medici e gli insegnanti. I militari
fanno sempre missioni di guerra». Usassimo lo stesso buon senso avremmo tutti
le idee più chiare.

[GotoHome_Torna alla Home Page]

Native

Articoli correlati