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Bitcoin e criptomonete sorelle: il diavolo non torna più nell'ampolla

Stiglitz vorrebbe proibire i Bitcoin, ma le criptovalute non si prestano a questi propositi così lontani dalla nostra realtà a tre dimensioni, nella quale stanno così comode [Giuseppe Masala]

Bitcoin e criptomonete sorelle: il diavolo non torna più nell'ampolla
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30 Novembre 2017 - 17.12


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di Giuseppe Masala.

 

Trova sempre più convincimento la mia idea che non si debba mai chiedere a un economista cosa sia una moneta. È molto meglio rivolgersi a un semiologo o a un filosofo, perché gli economisti vagano nelle tenebre più fitte.

Ad avermene dato l’ennesima conferma è la temeraria affermazione fatta dal Nobel Joseph Stiglitz (il Nobel più amato dalla sinistra rosé assieme a Paul Krugman), secondo cui bisogna proibire i Bitcoin con la mirabile motivazione che sarebbero “in bolla”.

A parte il fatto che da un Nobel per l’economia ci si aspetterebbe un lessico ben più preciso rispetto all’orrendo neologismo utilizzato. Ma lasciamo perdere. Per bolla si dovrebbe intendere la crescita esponenziale del valore di un asset non giustificata dai profitti attesi o dalla rendita dell’asset stesso. Dunque, per bolla dobbiamo intendere un bene che ha un rapporto prezzo/guadagno molto alto e in continua crescita.

Ora, il Nobel in questione mi deve spiegare come fa una moneta ad avere questa caratteristica. Un Dollaro vale esattamente un Dollaro, un Euro vale esattamente un Euro, una Rupia vale esattamente una Rupia e un Bitcoin vale esattamente un Bitcoin. Considerato che una moneta non impiegata in asset finanziari denominati in quella moneta dà per definizione rendita pari a zero (0), non esiste un rapporto prezzo/guadagno e per definizione non si può parlare di “bolla”.

Fatta questa, credo, necessaria precisazione, vorrei dire che Stiglitz non capisce (o non vuole capire, visto che in altre circostanze ho avuto modo di notare che ha una mente abbastanza raffinata e politica) quanto segue:

1) La continua crescita del valore del Bitcoin è dovuta al fatto che il numero di Bitcoin in base al programma crittografato che li emette è prestabilita ed ammonta a 21 milioni di Bitcoin che verranno emessi entro una data prestabilita. È chiaro che: se più persone nel mondo acquistano parti di questa quantità, più il prezzo (espresso in altra moneta) aumenta. Non c’è alcuna bolla, c’è solo l’effetto dell’aumento della domanda con un’offerta fissa e data che tutti conoscono.

2) Se poi Stiglitz voleva dire che gli asset, gli strumenti finanziari espressi in Bitcoin sono in bolla è altro discorso. Ha ragione ed è stato pure moderato. Nel senso che il sottoscritto dice chiaramente che sono “in truffa”, non “in bolla”. E non parlo per sentito dire, parlo per conoscenza diretta avendo scandagliato questo mondo parallelo ed avendoci buttato pure qualche soldino (poca roba, eh!) per vedere cosa succedeva: posso affermare che le probabilità di ritrovarti truffato sono davvero alte e in 3 casi ci sono cascato anche io (Storm, BitHash24 ecc… e va be’…).

3)Ormai il fenomeno delle criptovalute, per come la vedo io, è inarrestabile. Non tanto perché nello spazio tridimensionale (il mondo dove viviamo fisicamente) non possano essere vietate, ma perché vietarle sarebbe totalmente inutile, visto che nel cyberspazio sta nascendo un mondo finanziario parallelo dove si usa quella moneta. In altri termini, io posso andare in un’azienda (quotata nel mercato dei token, cioè le azioni delle aziende che operano nel cyberspazio) e io mi posso comprare un prosciutto. E pagarlo in criptomoneta. Come fa uno Stato (o tutti gli Stati) a vietare che certi tizi dell’Università di Harvard mi inviino a casa un prosciutto? Allo Stato che gli frega che io l’abbia pagato in dollari, me l’abbiano regalato oppure io l’abbia pagato con quella che Stiglitz vorrebbe considerare aria fritta (le criptovalute). L’unico risultato che gli Stati otterrebbero vietandole è la perdita di gettito fiscale.

Poi, continuando, i tizi di Harvard che vendono prosciutti attraverso la loro società nel cyberspazio con la cifra che io ho corrisposto, si recano in una banca di criptovalute (sperando che stiano attenti alle truffe) e depositano. Siamo di fronte ad un mondo parallelo dove non ha alcun senso il divieto di correlazione con il mondo tridimensionale.

4) Peraltro, inutile dire quanto sia praticamente impossibile (oltre che vano) vietare queste valute (e i loro effetti sul mondo tridimensionale). Basta che un solo Stato accetti la convertibilità nella sua moneta (fosse anche uno Stato-atollo situato nel mezzo dell’Oceano Pacifico) e chiunque acquisterebbe la sua moneta per poi convertirla in Bitcoin ed entrare nel fantastico mondo parallelo del cyberspazio. Basta un solo singolo Stato che non accetti il diktat e siamo punto e a capo. E poi diciamolo, quello Stato, qualunque esso fosse, avrebbe un tale vantaggio competitivo che nessuno lo concederebbe, e tutti accetterebbero automaticamente la convertibilità tra la propria moneta e le criptovalute.

Era Gramsci, no?, che diceva che è impossibile far rientrare nell’ampolla il diavolo che ne è uscito.

Ecco, con questo mondo bisogna conviverci. Magari bisognerebbe regolare il mondo finanziario espresso in criptovalute (vi assicuro che c’è di tutto… cose serie, e truffe spaventose per le quali – se ci caschi – non vi è alcuna difesa).

Certo sarà un terremoto: se ti abitui a quel mondo, quando poi vai nelle banche del mondo tridimensionale ti pare di essere ritornato all’età della pietra. E ci sarà distruzione creativa. Ecco. Ci sarebbe tanto tanto altro da dire… ma per ora basta così. Aggiungendo solo questo: “Mr. Siglitz, benvenuto su Matrix, che le piaccia o no”.

 

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