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Rashomon in Siria

Una trama intricatissima di versioni false e stragi vere. La maggior potenza sull’orlo di un dualismo di potere. Quello legalmente eletto governa solo alcuni settori. [Piotr]

Rashomon in Siria
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21 Settembre 2016 - 18.17


ATF

di Piotr.

Prologo: Siamo in Siria. Nel paese regge a stento il
cessate il fuoco. La Russia chiede insistentemente agli Stati Uniti di rendere
note le clausole dell’accordo. Diplomatici navigati, anche se non altrettanto
sofisticati quanto i cinesi, i russi non vogliono farlo unilateralmente (si
lasciano sfuggire solo alcune parti) ma sono irritati per le continue
violazioni unilaterali dei “ribelli” e vogliono far pressione sugli statunitensi,
che però si chiudono in un’imbarazzante reticenza. Quelle clausole riguardano infatti
i rapporti tra gli USA e i jihadisti e l’influenza che la superpotenza dovrebbe
esercitare su di loro per costringerli al cessate il fuoco. Clausole
imbarazzanti, perché sono un’ammissione che gli USA utilizzano i jihadisti, ma ancor
più imbarazzanti perché si sta capendo che i jihadisti non vogliono rispettare
la tregua concordata da Kerry.

Prima domanda: con chi hanno veramente i contatti, a chi
danno retta, i tagliagole “moderati” che insanguinano la Siria?

Nel bel mezzo della tregua, criticatissima dai neocons,
ecco il dramma.

Atto
1:
l’aviazione a guida statunitense bombarda una postazione dell’Esercito Arabo Siriano a Deir
Ez-Zor, uccidendo decine di soldati (tra gli 80 e i 90). Il bombardamento è immediatamente
seguito da un attacco dell’ISIS.

La postazione bombardata era statica e da anni
si sapeva che era lì. Per il semplice motivo che da anni è assediata dall’ISIS
e lì è inchiodata. La scusa dell’errore non è quindi credibile nemmeno col
massimo sforzo e la massima disponibilità.

Seconda domanda: chi comanda veramente l’aviazione
statunitense?

Atto
2:
presa dal panico perché la Russia aveva
convocato una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza mentre era in corso
l’Assemblea Generale dell’ONU, la virago Samantha Power, rappresentate
statunitense permanente alle Nazioni Unite e donna tutta diritti umani e
massacri dirittumanisti, esponente dei neocons, era costretta ad uscire
dall’assemblea per affrontare i giornalisti. La signora dava così inizio a una
sequela di frottole che cercavano di scaricare la colpa sui siriani e i russi
.

Avvisato di quello show, subito dopo usciva
anche il rappresentante permanente russo all’ONU Vitaly Churkin, e a seguito dell’ignobile performance della Power
era costretto a dichiarare che la concomitanza del bombardamento e dell’attacco
dell’ISIS faceva temere per lo scenario peggiore, ovvero che l’aviazione
statunitense coprisse i terroristi.

Punta sul vivo, la pasionaria delle stragi umanitariste Samantha Power ha quindi replicato
che la Russia doveva vergognarsi a dire certe cose.

Ma la portavoce del ministero degli Esteri
russo, Maria Zakharova, da Mosca le
ha risposto che se voleva vedere qualcosa di cui vergognarsi veramente doveva
venire con lei in Siria. Ha aggiunto che la Power non doveva avere timore di
andare in Siria, perché se stava con lei non le sarebbe successo nulla.

Ho una certa ritrosia ad ammetterlo, ma quando
metto a confronto la Zakharova e la Power divento un po’ lombrosiano. Il fatto è che mi sembra
di vedere da una parte una faccia pulita, raziocinante ed equilibrata e
dall’altra quella della sorella cattiva di Joker.

Mi scuso di quanto ho appena detto, preso da
esasperazione, e vado avanti.

Atto
3:
interveniva infine il Segretario di Stato, John Kerry. Kerry, si ricordi, ci aveva
messo la faccia nella tregua concordata con i russi (e ovviamente con i siriani).
Fa un discorso senza capo né coda. Sembra quasi che debba parlare con una
pistola puntata alla testa. È imbarazzato e arzigogolato come uno che sia
costretto per qualche motivo a difendere il vicino che gli ha appena fatto le
corna.

Terza domanda: visto che il bombardamento sulle truppe
siriane è stato fatto in modo deliberato, Kerry ne sapeva qualcosa?

Atto
4
: Australia, Danimarca e Gran Bretagna
confessano “spontaneamente” che sono state coinvolte anche loro nel
bombardamento. Ma gli esperti militari nutrono qualche dubbio. Innanzitutto
nessuno dei tre portavoce ha affermato di aver premuto il grilletto. In secondo
luogo l’Australia in Medio Oriente non ha né aerei F16 né A-10 e la Danimarca i
suoi F16 non li aveva lì. Gli UK affermano di aver partecipato con un drone, ma
non dicono cosa hanno fatto con quel drone. Però “confessano”.

Quarta domanda: Perché Australia, Danimarca e Gran Bretagna
si sono fatte avanti per dire “C’eravamo anche noi”, ovvero “Anche noi abbiamo
partecipato a un atto di guerra totalmente illegale e per giunta nel bel mezzo
di un cessate il fuoco”?

Perché? rivedere RASHOMON.

Atto
5
: i russi, nonostante le polemiche feroci con
gli Americani, acconsentono a chiamare il bombardamento di Deir Ez-Zor “un
errore”. Con tutto quel che è successo è molto strano.

Quinta
domanda: Perché anche i Russi continuano
a parlare di “errore”?

Rispondo alle domande precedenti con un’altra
domanda:

Chi comanda a Washington?

Non è la prima volta che l’aviazione
statunitense in Siria non ubbidisce ad Obama e aiuta l’ISIS. Nel 2015 il
generale John Allen fu costretto
alle dimissioni perché invece di bombardare l’ISIS, come gli era stato
ordinato, gli paracadutava armi.

Secondo tutte le evidenze siamo in presenza di
una lotta all’interno dell’establishment statunitense. Se si gratta sotto i
primissimi strati del governo federale si iniziano a scoprire le travi tarlate
dal “deep state”, lo Stato
profondo
, quell’intrico di potere e corruzione che si propaga fino ai
livelli più bassi e locali dei funzionari pubblici e si interseca con interessi
inconfessabili ma potentissimi. È li che alligna l’infezione neocon,
trasversalmente agli schieramenti politici.

Il bombardamento di Deir
Ez-Zor è una rivolta pre elettorale contro Obama?

Penso che i Russi abbiano questa convinzione,
ecco perché continuano a parlare di “errore” anche se sanno al 101% che non è
così. Non vogliono indebolire ulteriormente il presidente americano. Non è la
prima volta che gli danno man forte. Lo fecero dopo gli attacchi chimici che
qualcuno voleva a tutti i costi imputare ad Assad (anche la nostra sinistra
internazionalista dei miei stivali). Ma persino il
prestigioso MIT di Boston disse che
non era vero
, in base alle sue analisi che immagino siano state fatte
accuratamente: pur sempre del MIT si tratta. Ovviamente tutti a Washington
sapevano che non era vero. Persino Obama, che non di rado dà l’impressione di
essere l’ultimo a saper le cose.

I Russi però non infierirono. Capivano benissimo
che Obama stava cercando di resistere alle pressioni di Killary Clinton che voleva che gli Usa bombardassero Damasco. E
così gli offrirono un’uscita di sicurezza: per evitare ogni altro incidente e
far piazza pulita dei sospetti si sarebbero occupati loro di portar via ogni
arma chimica all’Esercito Arabo Siriano.

Obama tirò il fiato e alla Clinton venne un
attacco isterico.

Ora, in vista delle elezioni, la rivolta e le prove di forza dei neocons contro
il “loro” presidente sono ormai senza ritegno, spudoratamente alla luce del
sole
. La strana “confessione spontanea” di Australia, Danimarca e UK
sembrerebbe allora un favore fatto ai generali felloni americani, su loro
richiesta: vedi, Mister President, anche i generali alleati si stanno
scocciando di te e dei tuoi agreement con la Russia.

Insomma una sorta di pronunciamento militare,
se la vogliamo mettere così, ai danni di un governo federale in scadenza.

Siamo quindi a una svolta pericolosissima. Innanzitutto abbiamo conferma che la
maggior potenza del mondo, capace di ridurre a un tizzone ardente l’intero
pianeta, è sull’orlo di un dualismo di
potere
e che quello legalmente eletto governa solo alcuni settori. Una
sorta di nemesi libica.

Se ciò non fa spavento,
ditemi allora voi di che cosa ci si deve spaventare
.

In secondo luogo abbiamo una prefigurazione
esatta di cosa ci aspetta se per disgraziata ipotesi Hitlary, come la chiamano
negli States, andasse alla Casa Bianca.

Ma la signora Clinton inizia a scendere abbastanza velocemente nei
sondaggi
. Così il suo entourage sta perdendo la testa e qualcuno mette in
giro la voce che i malori della candidata democratica sono dovuti al fatto che
è stata avvelenata. Da chi?
Alternativamente da Putin o da Trump (tutti due insieme non hanno ancora
osato dirlo). È un’idiozia fuori dalla grazia di Dio, ma non sto scherzando.

So che i mai cresciuti vecchi adolescenti di
sinistra sperano invece che la Clinton vinca, anche se non riescono a spiegare
perché se non sgranando il rosario delle banalità. Ma bisogna capirli, sono
come dei Peter Pan dediti all’onanismo ideologico e nostalgico delle vecchie pulsioni
un tempo vive, e incapaci di distinguere Capitan Uncino da Campanellino se solo
il primo si attacca delle ali posticce sul sedere.

Quanto a me, spero che questa dottoressa
Stranamore se ne vada al diavolo o, va là, siamo buoni, vada a riposarsi per il
resto della sua vita a Villa Serena, accudita da badanti di origine ucraina,
libica o siriana, così che si possa rammentare dei bei tempi andati.

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